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1226 luglio 24
Arch. di Stato di Siena. Capitoli 1 c. 160v (Ed. Cecchini "Caleffo Vecchio" n.227)

Il priore dell’ospizio di S. Giovanni gerosolimitano di Pisa dichiara di essere stato indennizzato dei danni che l’esercito senese aveva dato all’ospizio gerosolimitano di Grosseto durante la guerra. "dicto hospitali…in domo et mansione et rebus quas ego et dictum hosptale habemus apud Grossetum".

1303
Arch. Sergreto Vaticano. Rationes Decimarum Italiae
(Ed. GIUSTI-GUIDI, Tuscia II, Le decime degli anni 1295-1304)

(1302-1303) Diocesi di Grosseto
2941 Eccl. S.Guillelmi de Bosco (et) eccl. S.Iohannis de Grosseto

1307 Aprile 26
Arch. di Stato di Siena. Ospedale Santa Maria della Scala n.1410, cc.24-26

Nella chiesa di San Pietro di Grosseto viene pronunciata la sentenza relativa alla confinazione fra il distretto della città di Grosseto e quello del castello di Montepescali, a soluzione di una lite fra i canonici grossetani ed i frati dell’Ospedale di S.Giovanni Gerosolimitano.


1357 Gennaio 9
Arch. di Stato di Siena. Consiglio Generale 161, c. 3r

Il Consiglio Generale di Siena deliberò "facere edificare et costruere" le saline del Querciolo : "prope civitatem Grosseti per quactuor miliario infra confinia intra videlicet quod ab uno latere versus dictam civitatem Grosseti est ecclesia Sancii Johannis de ordine sancti Guillelmi, ex alio latere sive ab alia parte ets tombolus Grosseti et alio latere sive ex alia parte est steccaria que dicitur Lergine".

1468
F.ANICHINI, Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, I, ms. 1751, c.43r-v

"Il 6 ottobre dell’anno 1468. Carta pecora al filo primo affari della Mensa Vescovile nella curia ecclesiastica. Dote assegnata dall’Opera di S.Maria di Grosseto all’altare del Crocifisso o del Cardinale di S.Marcello della cattedrale di S.Lorenzo di Grosseto in ragione di un legato a suo favore di 400 fiorini da parte del cardinale: Una casa sita nella città di Grosseto nel ‘Terzo di S. Pietro’; un’altra casa nel ‘Terzo di città’, confinante con beni di S. Benedetto ed altri beni della canonica e sacrestia; una vigna in contrada S.Giovanni che confina con un viale che non è utilizzato; il mulino chiamato del Cianfana con magazzini intorno all’archa; moggia quattro di terre lavorative nella curia di Grosseto nella contrada di San Martino che confinava con beni dell’Opera di Grosseto ed il fiume dell’Ombrone; quattro moggia di terre nella curia di Grosseto in luogo detto Querciolo al lago Perdonato confina con detto luogo e via Querciolo".

1576
Arch. Segreto Vaticano, Congr. Concilii, Visita Ap. Vol. 119, cc.45v-46

Liber Visitationis Ciuitatis et diocesis Grossetanae
Ecclesia Sancti Iohannis

1590
Arch. di Stato di Grosseto. Comune di Grosseto, Memorie E, f.348v-349
(A.CAPPELLI '10, p.37)

L'oratorio di S.Guglielmo è assai malandato, ed il Comune di Grosseto delibera di "resarcirlo acciò vi si celebri la messa", come per la chiesa di S.Giovanni.

1622
Biblioteca Comunale di Grosseto. "Cabreo nella Commenda di S.Leonardo di Siena cominciato il 1622 e finito 1623. S. Leonardo comm.da di Grosseto", c.17

"Un pezzo di terra il luogo detto il lago Serpentario... il quale da levante confina la via vecchia di Castiglione a ponente l'argine del fosso S.Giovanni, a mezzo giorno il Prato del Comune di Grosseto, a tramontana il fosso di S.Giovanni detto".


1634
Arch. di Stato di Grosseto. Comune di Grosseto, Libro dei Consigli H, f. 148

La chiesa di S.Giovanni fuori le mura di Grosseto era del tutto rovinata ed il Comune ha il proposito di rivolgersi al Granduca per gli opportuni lavori di ripristino.

1641
Arch. di Stato di Siena. Ospedale di S. Maria della Scala n. 1407, cc. 32-34v

"Nota delli terreni, che nel presente anno 1641 si ritrova godere lo Spedale di S. Maria della Scala di Siena di qua da Fiume appartenente alla Grancia di Grosseto". A c. 32: "un pezzo di terra posto in luogo detto via cupa verso S. Giovanni di staia 12 in circa confina li Frati di S. Francesco in Grosseto"

1751
F.ANICHINI, Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, I, ms. 1751, c.237

"Chiesa di S.Giovanni fuori da Grosseto, circa un miglio, membro della commenda Concini, ora romitorio. Non vi ha dubbio che fino a di nostri la chiesa di S. Giovanni era molto più grande di quello sia al presente, mentre nel solo recinto della medesima e coi solo materiale della stessa, senza quello che fu venduto e che andò male nella rovina, furono fabbricate le stanze d'abitazione del romito, tirata su una muraglia divisoria da una parte della chiesina , che ora vi si vede e fatto il portico d'avanti oltre il rifacimento delle stanze laterali che servivano già per ricovero ai lavorieri delle terre che vi ha all'intorno, di maniera che dove prima era il solo coro della chiesa fatto in volta, ora è la cappella ed ogni restante della chiesa antica, comparendo presentemente le stanze nuove del Romitorio e l'orto murato all'intorno che sono le stesse mura della medesima sbassate a proporzione del bisogno. Allorquando seguì la rovina di una buona parte dei tetto alla mentovata chiesa, proceduta dalla poca cura nel far riconoscere e rivedere le necessità che gli sovrastavano, fu messo a sacco ogni sorta dell'( ... ) servibile da chiunque avesse occasione di valersene ed il legname bruciato tutto dalla gente di campagna nel tempo del verno non risparmiando al fuoco neppure la porta di essa, portando via fino i ferram. Ed ogn'altro e riducendo la medesima asilo di bestiame e cantina e immondezza di maniera che non potendo ciò soffrire Mons.Bernardino Pecci vescovo di Grosseto, al tempo del quale il ( ... ) accadde, non mancò di farla chiudere più volte mosso dal suo connaturale zelo nell'amore di Dio e della sua Chiesa e di avanzare i più pressanti ricorsi alla Corte e ai Presidenti della Religione di S.Stefano perché fosse riparato a tal rovina e rimediato a tutto il male passato e futuro, sebbene non se ne vedesse esecuzione veruna se non al tempo del suo successore che fu spalcata la poca rimastavi nel primiero stato e ridotta nella maniera che ritrovami per la minore spesa del procuratore della Commenda ( ... ) ".