La visita Pasqui
(22 marzo 1908) «Trent'anni fa il Ministero della Pubblica Istruzione mi affidò l'incarico di esplorare e studiare alcune costruzioni antichissime e di uso inesplicabile che lo Stillman, corrispondente romano del Times, aveva riconosciuto sulla sommità di Monteleone nel territorio grossetano. Fu appunto in quell'occasione, che dopo lo studio della località indicata e dopo le informazioni raccolte durante la mia breve permanenza a Monte Orsaio, io visitai la località della Moscona contigua ed emergente sulle alture dell'etrusca Rusellae. La visita era motivata da notizie che costruzioni antichissime, identiche a quelle di Monteleone, si trovavano ancora in quest'ultima altura; era quindi necessario di stabilire i relativi confronti e possibilmente le analogie che correvano tra le due località. Non mancai di riferire allora su quanto avevo osservato, ma non vidi mai resa di pubblica ragione, nelle pubblicazioni ufficiali del Ministero, la mia relazione. Non dovrei nemmeno occuparmi del perché, ma conviene che dichiari subito che le mie conclusioni non vennero accettate, perché dimostravano cose nuove e quindi non avevano riscontro con quanto fino allora erasi osservato e pubblicato a riguardo della topografia delle antichissime stazioni italiche. In questo breve sunto, che mi è imposto dall'obbligo dell'ufficio, e più ancora dalla mia missione nel territorio rosellano, accennerò per termine di confronto solamente quello che riguarda Monteleone. Parlerò dunque unicamente di Moscona, a cui

Il "Castellare Italico" del Pasqui, da A.MAZZOLAI '61, p.84, che specifica: «la disposizione dei fondi di capanna è approssimativa».

sono rivolte le nostre indagini per la concessione fatta dalla società italiana dei Beni Rustici, e le cui opere artificiali ho trovato di poco cambiate, anzi in parte rese più visibili dall'epoca della mia prima visita. Essendo appunto aiutato da opere di scavo ho potuto distinguere sotto le costruzioni di un fortilizio del basso medioevo tutti gli avanzi di una fortezza del periodo italico, che viene identificata non solo dalla struttura delle difese corrispondenti appunto colle fortificazioni di Monteleone, ma dai numerosi frammenti del vasellame d'uso domestico del periodo villanoviano, sparsi entro e fuori del fortilizio. Le opere del basso medioevo, che utilizzò quell'altura del resto non abbandonata nemmeno nel periodo romano, e gli avanzi delle mura molto più antiche si distinguono non solo per la forma e per la tecnica, ma ancora per lo scopo a cui vennero adibite, costituendo le prime un semplice cassero o ridotto circolare con muri a calce e qualche ripostiglio coperto a volta e pure a calce, e i secondi un avanzo di torrione ugualmente circolare, che era un poco più grande di quello più moderno e che appunto deve avere suggerito l'idea e fornito il materiale della torre rotonda, e un primo recinto che formava una fortezza ed un secondo di mura colossali che difendevano in giro l'abitato. Su, nella fortezza il torrione d'età italica non era perfettamente chiuso ma dopo tre quarti di cerchio si raccordava a grandi ali di mura che si aprivano a ventaglio ed erano chiuse sul dinanzi da mura in linea spezzata e secondante l'altura. Analoga costruzione riscontrasi a Monteleone. Tutte queste opere sono fatte con sassi informi, nei quali non riscontrasi alcun lavoro del martello e nemmeno l'uso della calce, ma evidentemente quello di una specie di malta o terra rossiccia sabbionosa e tenace e coerente negli interstizi dei sassi. I muri variano di spessore da m.l,90
a m.l,35. Sono internamente tramezzati da altri muri che formavano vani irregolari, e che oggi sono rasi al suolo per le opere medievali, ma dovranno risultare all'evidenza quando le opere di scavo in sussidio di una pianta, che dovrebbesi rilevare, potranno ivi portarsi. I lavori di esplorazione da noi eseguiti attorno a questo fabbricato hanno avuto lo scopo di assicurare che nelle terre circostanti si trovavano i segni di un 'alta antichità...Ma una vera fortezza di così remota antichità e che coi suoi recinti abbraccia tutta la cima del monte si può supporre lasci isolata, senza cioè un rapporto con abitato vicino? Questo problema, come altri che si possono affacciare, doveva avere la sua soluzione e infatti dopo non facili ricerche sul limite della spianata nord contigua a detta fortezza scoprimmo un muro di difesa largo m.2 e conservato per un 'altezza media di m.l,5, il quale tende a circuire la spianata medesima. Dentro questa spianata, in mezzo ai massi che affiorano, sono state rese visibili dalle nostre esplorazioni numerose costruzioni, che in parte, fino a che non vi porterò il piccone, sono indecifrabili, perchè poi adottate e restaurate nel tempo romano e medioevale. Consistono generalmente in aree rettangolari chiuse da muri uguali a quelli delle difese del fortilizio, con una sola apertura in un lato minore, larghe in media da 6 a 8 m., lunghe da 12 a 15 m. Altre costruzioni d'uso incerto consistono in grandissimi recinti rettangolari su tre lati e chiusi da un muro semicircolare in un lato minore. Due di queste aree visibilissime occupano due terrazze adiacenti alla fortezza. Altre molte e diverse costruzioni appariscono sulla spianata sottostante al punto più eccelso del monte in modo che ivi devesi riconoscere la località abitata, che quindi sta ad immediato colle opere di difesa dell'arce. Dove seppellivano gli abitanti di questo monte? Per ora i saggi praticati escludono ogni traccia di sepolcreto per tutto il giro da est a ovest fino quasi alla base del monte. Ma appunto attorno al luogo dove siamo giunti e dove abbiamo scoperto l'abitato dovranno portarsi le nostre ricerche. Ci siamo finora impegnati a rintracciare le abitazioni e le difese non solo per raccogliere le testimonianze della vita che in esse si svolse, ma anche per aiutare i rilievi topografici, che nell'insieme riusciranno d'interesse sommo. Siamo dinanzi ad un esempio, forse più caratteristico di una stazione italica sulla cima di un monte. Esso ci spiegherà ancora di più le fortificazioni di Monteleone, che gli stanno di fronte al di là del lago Aprile e quelle di molte altre località che per la lunga peregrinazione sono a me note...Bagno di Roselle, 22 marzo 1908» (A. PASQUl, Relazione...1909).