Le terme
 
L'edificazione dell'impianto termale è databile attorno al 120 d.C., ovvero dovrebbe risalire al periodo del regno dell'imperatore Adriano (117-138 d.C.), forse promotore egli stesso dell'opera, secondo quanto certamente avviene in molti altri casi in Etruria e altrove, nell'intento di dotare la città di un edificio pubblico che sia, assieme, un beneficio per la cittadinanza ed una manifestazione del potere e della magnificenza dello Stato.

«Le terme sulle pendici della collina nord di Roselle riprendono i canoni caratteristici di questo genere di architettura, con qualche variante, dovuta probabilmente all'esigenza di adattare il modello teorico alle condizioni specifiche del terreno da edificare e del contesto delle risorse idriche presenti in loco. L'ingresso principale probabilmente era posto al termine di una strada che saliva dal foro, il cosiddetto decumano; nella facciata a sud-ovest dell'edificio, quindi, doveva trovarsi il portone d'ingresso. Appena oltrepassato questo, ci si trovava nella palestra, bordata da un porticato con colonne, pavimentato a mosaico bianco, che delimitava uno spazio centrale lasciato forse a prato o forse in terra battuta, come noto in altri esempi. Qui i frequentatori delle terme potevano dedicarsi alle attività ginniche (corsa, atletica, gioco della palla eccetera), prima di entrare negli ambienti termali veri e propri. L'attività sportiva, oltre che essere praticata a scopo salutare, dava inizio al procedimento del bagno, che in epoca romana si basava principalmente sull'effetto della sudorazione e del calore, come ancora oggi si può sperimentare nei bagni turchi, lontani eredi di quelli romani. Attraversando un corridoio, dalla palestra si poteva accedere alla sala centrale delle terme, anch'essa dotata di un porticato con colonne, nel mezzo della quale si trovava una piscina , profonda oltre due metri, di dimensioni non ampie ma comunque adatta a praticare il nuoto. Su tre lati della sala centrale si aprivano le porte di altri ambienti, dando ai bagnanti più possibilità di accedere a diversi settori. Subito accanto al corridoio era collocata la stanza che probabilmente veniva usata come spogliatoio e deposito per il vestiario; a fianco a questa un'altra, forse accessibile anche dalla palestra,
fungeva da ingresso secondario o da sala di passaggio per gli sportivi che volevano detergersi grossolanamente il corpo prima di fare il bagno. Sul lato opposto della sala centrale, si aprivano tre piccoli ambienti: una latrina e due stanze forse dedicate alle attività accessorie del bagno che potevano comprendere massaggi, unzioni con olii prorumati, depilazioni e altre simili cure estetiche. L'ultimo percorso possibile dalla sala centrale portava alle sale per il bagno.

Queste sono disposte in serie, in modo tale che i bagnanti le percorressero secondo una sequenza stabilita, per graduare il calore cui il corpo veniva sottoposto. A Roselle la sequenza è di tipo assai semplice e prevedeva un percorso rettilineo, lo stesso per entrare come per uscire. La prima sala non era riscaldata, perciò veniva chiamata frigidario, frigidarìum, ed era dotata di una piccola vasca per il bagno a immersione in acqua fredda. Vi si trovava, inoltre, una fontana, labrum, sistemata dentro una nicchia rettangolare, per piccole abluzioni. Entrando, i bagnanti non si soffermavano nel frigidario ma passavano direttamente nella sala successiva che era moderatamente riscaldata, il tepidarium, dove restavano seduti per qualche tempo, a seconda delle esigenze o dei gusti, per incominciare a sudare; questo passaggio poteva essere evitato da chi aveva già sudato in palestra. Quindi passavano in una sala ancora più riscaldata (laconicum) in cui il calore secco poteva raggiungere anche temperature molto elevate, provocando una forte sudorazione. La serie delle sale riscaldate si chiudeva con il caldario, caldarium, in cui pure il calore era molto forte, ma risultava mitigato dal vapore acqueo che si produceva per la presenza di due vasche per il bagno a immersione, alimentate con acqua anch'essa riscaldata. Anche nel caldario c'era una fontana, posta nella nicchia semicircolare al centro della parete di fronte all'ingresso. Dopo avere fatto il bagno caldo, i frequentatori delle terme ritornavano sui loro passi e percorrevano le sale in ordine inverso, finché rientravano nel frigidario e concludevano il loro itinerario immergendosi nell'acqua fredda della vasca di questa sala, oppure passavano nella sala centrale per tuffarsi nella piscina. I costruttori romani avevano sviluppato una notevole tecnologia ne! perfezionare gli impianti termali: articolari ambienti di servizio esclusi dai percorsi dei bagnanti, reti idriche per l'adduzione e il deflusso delle acque erano incorporati nel progetto. Il forte calore necessario per riscaldare le sale era prodotto bruciando legna o carbone in appositi e particolari forni, posti in comunicazione con le intercapedini ricavate al di sotto dei pavimenti e dietro le pareti. L'acqua veniva addotta in condutture dall'acquedotto, riscaldata in appositi bollitori e incanalata nelle tubature che alimentavano le vasche; una volta usata, veniva riciclata nelle fogne per il funzionamento della latrina. A Roselle soltanto alcuni di questi elementi rimangono visibili, come la grande fogna per il deflusso delle acque che attraversa gli ambienti 4 (frigidarium) e 7 (sala centrale) e alimenta la latrina; un ambiente di servizio era invece alle spalle delle sale riscaldate, mentre i forni e le caldaie, di cui non c'è più traccia, perché gli elementi di metallo saranno stati riutilizzati successivamente, erano lungo i muri esterni delle sale stesse» (M.G.CELUZZA, L'area alle pendici della collina nord. La frequentazione etrusca, il quartiere repubblicano, le terme imperiali, in F.NICOSIA-G.POGGESI '98, pp.151-152).

Ambienti dell'edificio termale di Roselle secondo il plastico realizzato a cura del Museo Archeologico.

I ritrovamenti effettuati grazie allo scavo archeologico consentono di avere un'idea abbastanza precisa anche della decorazione dei vari ambienti delle terme rosellane. Le pareti erano rivestite di mar-
mi di vari colori, ed i pavimenti erano a mosaici bianchi e neri con animali marini fantastici, nello stile dei mosaici delle terme ostiensi del tempo. Nella seconda metà del IV secolo d.C. le terme vengono sostituite dalle nuove costruite da Arzygio fuori della porta orientale della città, e dunque l'edificio di

Frammento di decorazione della chiesa di Roselle murato nella facciata del Podere Serpaio.

età adrianea è abbandonato e va in rovina. Una parte di esso, nel V secolo, viene utilizzata nella costruzione di una chiesa paleocristiana: si tratta verosimilmente del primo impianto della Plebs de Civita, ovvero della pieve rosellana ( o di Maschona) documentata nel medioevo con la dedicazione a S.Maria