Gli edifici dell'area nord del foro
 
Fra le due colline, a poca distanza dai resti di un tempio etrusco, al di sotto della colmata del fondo valle sulla quale è realizzato il foro, è venuta alla luce una costruzione del VII secolo a.C. con strutture in mattoni di argilla cruda, essiccati al sole e con pavimenti di argilla battuta. Si tratta di una casa inserita in un vasto recinto, collocata su un piano di roccia tagliata per una breve altezza e poi livellato sul quale fu impostata una vasta piattaforma in argilla pressata. La casa e il recinto conservano tracce dell'incendio che li distrusse. Al secolo successivo appartengono i due ampi vani rettangolari incassati nella roccia, di un edifìcio con muri di pietre e argilla, pavimento di argilla battuta e tetto di laterizi.

«La casa, conservata solo parzialmente, doveva avere all'esterno una forma quasi quadrata (m 5 x 5), mentre all'interno si presentava presso a poco ovale, con una larga apertura dal lato est, sottolineata da una fila di pietre che dovevano costituire quasi una soglia. Un braccio di muro unisce nel lato nord la casa al recinto antistante con cui forma un tutto organico. Al recinto anteriore se ne salda un altro posteriore, che potrebbe costituire anche un ampliamento successivo: presenta verso nord un'apertura che poteva essere chiusa da una porta lignea. Non si sa se il recinto anteriore fosse aperto o meno sulla fronte ricalcando lo schema di quello retrostante alla casa, dal momento che è interrotto da una costruzione di età successiva. La tecnica di costruzione di questo complesso è chiara: i filari di mattoni poggiano direttamente sul piano di argilla e sono uniti gli uni agli altri con argilla depurata, usata come malta. Le pareti che si alzavano attorno ai recinti e alla casa erano ricoperte da "intonaco". L'abitazione doveva avere un tetto di frasche e legname, i cortili erano invece a cielo aperto, anche se il muro perimetrale del recinto poteva essere protetto dalle intemperie mediante una leggera tettoia in pendenza che faceva defluire le acque in un canale, scoperto nel lato esterno del recinto e provvisto di una inclinazione verso ovest, presso il limite del fondo valle. La maggior parte del materiale, trovato nel recinto retrostante alla casa, sotto il crollo dei muri di argilla, consiste oltre che in ossa di animali domestici ed in pesi da telaio, in vasi di uso domestico d’impasto (orci ed olle, piatti carenati su alto piede a tromba), d'impasto buccheroide e di bucchero baccellati o
decorati con cordonature impresse. La ceramica depurata consiste in frammenti italo-geometrici e in un frammento di kotyle protocorinzia. L'insieme del materiale riporta all'orientalizzante maturo e trova confronti con pezzi coevi soprattutto di ambito vetuloniese e dell'area vulcente. La vita nell'ambiente in questione deve essersi svolta approssimativamente dal secondo all'ul-
timo quarto del VII secolo a.C. Questa è l'unica casa di quest'epoca di cui si sia potuto finora ricavare almeno una pianta parziale; nelle immediate vicinanze continua lo strato di argilla bruciata relativa all'incendio e lo scavo potrebbe riportare alla luce vani consimili; muri di argilla affiorano anche sotto l'edificio di età romana alle pendici della collina nord, indicando una considerevole estensione dell'abitato del VII secolo a.C.. Il complesso ora esaminato è stato tagliato ad est da una costruzione successiva, profondamente incassata nella roccia, con i muri perimetrali addossati alla roccia stessa su due lati, fatti di pietre collegate fra loro con argilla e rivestiti all'interno di "intonaco". La casa è costituita da due ampi vani rettangolari, divisi da un muro in mattoni crudi, con il pavimento di terra battuta, a quote diverse nei due ambienti. Gli accessi sono solo esterni e situati ad est. Il tetto doveva essere formato da tegoli e coppi trovati in gran numero sul pavimento. Nel materiale recuperato all'interno sembra peculiare il bucchero liscio, trovato in notevoli quantità, che fa pensare ad una datazione agl'inizi del VI secolo a.C.» (BOCCI ’81, pp.118-119).

«Sulla terrazza occidentale, le operazioni di scavo degli anni Ottanta hanno evidenziato parte del perimetro di un edificio templare, con imponenti blocchi rettangolari di trachite esternamente modanati, che poggiano su un piano d'argilla, contraffortati in corrispondenza del limite sud-occidentale, dove si accentua il dislivello esterno...All'interno della struttura a grossi blocchi, sullo stesso piano d'argilla, un muro a secco, costituito da due file di pietre irregolari, ne segue l'andamento e si conserva anche in alcuni tratti, dove i blocchi di trachite sono stati asportati, pur restando visibile il loro originario piano di posa...I saggi strarigrafici effettuati all'interno dell'area templare hanno restituito materiale riferibile a un arco cronologico molto ampio, dal VII secolo a.C. all'età romano-imperiale; l'attestazione più antica sembra essere una cavità circolare tagliata nella roccia, identificabile come il foro per il grande trave centrale di una capanna di età orientalizzante, sulla quale è stato costruito il primo edificio monumentale di forma quadrangolare, intorno al 540-530 a.C., come sembrano indicare i numerosi materiali recuperati nell'area e il primo deposito votivo, mentre si hanno frammenti più antichi negli strati pertinenti alla fondazione. In un momento successivo, l'edificio si amplia ulteriormente in corrispondenza dell'ingresso, come indicano i tre contrafforti, che hanno notevolmente allungato la struttura originaria, divenuta rettangolare, per accogliere con probabilità un avancorpo porticato e una più vasta rampa d'accesso. La fortuna dell'edificio è documentata dalla grande quantità e varietà di terrecotte architettoniche, pertinenti alla decorazione templare, tra cui frammenti di un altorilievo frontonale di età ellenistica con figure in forte movimento» (P.BOCCI PACINI, in F.NICOSIA-G.POGGESI '98, p.92).