La collina sud
 
«La sommità della collina sud, compresa entro le mura di Roselle, conserva le testimonianze di un'occupazione stabile dall'età fardo-arcaica e classica (fine VI-inizio IV secolo a.C.) a quella ellenistica (II secolo a.C.). Tracce di una frequentazione più antica sono testimoniate da alcuni frammenti di età villanoviana, per ora non riconducibili a strutture. In seguito, l'area non sembra essere abitata organicamente e intensamente, anche se la frequentazione continua in età romano-imperiale; risale a questo periodo la grande cisterna in muratura, localizzabile presso la casa colonica, che si compone di un vasto ambiente, quasi tutto sotterraneo, a pianta rettangolare, suddiviso in due navate da un sostegno intermedio, con passaggi ad arco e con massiccia volta di copertura, ora lacunosa; una fodera impermeabile di cocciopesto rosato riveste il fondo e le pareti. Poco distante è possibile da qualche tempo identificare le tracce di un'imboccatura circolare di pozzo (diametro 1,00 m), compresa entro una struttura quadrata (lato 2,00 m), forse in connessione alla cisterna, con la quale è in asse. Il quartiere arcaico-ellenistico - fino a ora il ritrovamento più consistente - mostra una complessa stratificazione di fasi edilizie; evidente è l'impianto di età ellenistica, costruito forse dopo la conquista romana, sistemato su piani artificiali terrazzati da muri e disposto sul due
versanti nord e sud, ai lati di una strada acciottolata, che percorre longitudinalmente la collina lungo la dorsale. Le strutture si sovrappongono, in parte, all'insediamento arcaico, distribuito seguendo l'andamento del declivio. Lo stanziamento ha una prima

L.XIMENES, Esame...cit., p.57: «Vi si osserva pure un'Antica Torre con due esteriori ricinti, de' quali rilevasi tutta la Pianta, che ci dà una particolare idea delle Antiche fortificazioni Etrusche. E tal Torre con doppio ricinto è collocata precisamente dal Fianco più debole verso Mota, essendo il restante ben fortificato per la natura del luogo». In realtà il rudere osservato dallo Ximenes, ed ancora esistente sulla sommità orientale della collina, appartiene ad una torre medievale, detta "il pulpito". La costruzione è realizzata anche con materiale recuperato da edifici di età romana, e non ne è stata ancora chiarita funzione. Forse la sua posizione potrebbe suggerire quella di controllo sulla strada che porta ad Istia ed al fiume Ombrone, assegnata allorché l'area dell'antica città entra a far parte del territorio del castello di Montecurliano.

fase, tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C., periodo in cui a Roselle - che gode di una certa prosperità - giungono ceramiche di importazione; continua nel IV secolo, per giungere a un ampliamento e riorganizzazione dell'area tra il III e la fine del II secolo a.C., e concludersi, probabilmente, agli inizi del I secolo a.C., momento di distruzioni nell'intera città, confermato dai materiali recuperati all'interno delle cisterne.

I muri ellenistici, costruiti a secco con prevalenza di pietre d'alberese, conservano parte dell'elevato nelle zone più basse del pendio, mentre sul crinale, ai lati della strada, rimangono in fondazione o al massimo nell'altezza di un solo filare. Gli ambienti, rivestiri alle pareti da intonaco dipinto, con pavimenti in cocciopesto e in opus signinum, sono contigui e formano un tessuto omogeneo con i potenti muri di terrazzamento; il fatto che le strutture non sempre siano ortogonali fra loro suggerisce il riadattamento a muri preesistenti....La strada, larga fino a 5 metri e messa in luce per 166 m di lunghezza, è stata posta in opera tagliando la roccia e sottofondata con una massicciata...» (L.PAGNINI, in F.NICOSIA-G.POGGESI '98, pp.138-139).