I ritrovamenti archeologici medievali
 

Le strutture constano di un doppio paramento a filari orizzontali, con conci di travertino regolarmente squadrati e riempimento centrale a sacco, costituito da pietrame cementato con malta biancastra; spesso il semplice nucleo della muratura o - nel caso di parte del transetto sinistro - la sola preparazione del piano di roccia naturale mediante un livellamento di laterizi e malta, sono gli unici elementi che ancora ci permettono di tentare una definizione planimetrica dell'edificio, assai spoliato nel corso dei secoli. Le dimensioni totali dell'edificio - quali si possono ricostruire dalle attuali emergenze - sono di 53 m di lunghezza, per una larghezza di 20 m, che raggiunge 33 m all'altezza del transetto. Il muro perimetrale sinistro - maggiormente leggibile - è costituito da un primo filare di blocchi tagliati verticalmente, cui si sovrappone un secondo filare sagomato, con una breve parte verticale e una obliqua verso l'interno, a costituire un semplice basa- mento; da questa modanatura architettonica si eleva l'alzato a blocchi verticali, di dimensioni minori e sporadicamente conservati. Il braccio sinistro del transetto è immediatamente preceduto da una soglia d'ingresso secondario, conservante le cavità naturali per l'alloggiamento dei cardini della porta; tale ingresso, cui si accede da un basso gradino, doveva essere incorniciato da blocchi di travertino modanati, simili a quelli che sembrano ricorrere a intervalli regolari lungo il fianco occidentale della chiesa. L'abside, canonicamente orientata a est, , è scandita da semicolonne, probabilmente sei, a distanza di 2,50 m circa l'una dall'altra, delle quali resta in due casi il piano di malta predisposto per l'alloggio. Al braccio destro del transetto, meno sviluppato del corrispondente, è annessa la torre campanaria, della quale si conserva un vano finestrato con solaio voltato a botte; la struttura, accuratamente spoliata del rivestimento esterno, conserva come ultimo testimone un unico blocco regolare di travertino, ancora in posto sulla sommità del fianco occidentale. L'ingresso principale, perfettamente in asse rispetto al centro dell'abside, conserva esclusivamente l'impronta dei blocchi della soglia sul riempimento a sacco della muratura.

«A occidente della città antica di Roselle, fra Poggio Moscona e la "via di Paganico", è ben visibile Poggio Mosconcino, un rilievo alto 96 m s.l.m., dove - fra il 1988 e il 1990 - si sono svolte indagini da parte della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, nell'ambito del programma di tutela, conservazione e ricerca nel territorio rosellano, inteso come studio della realtà urbana e delle problematiche esterne alla cinta muraria della città. Il poggio, attualmente coltivato a olivi e adibito a pascolo, era noto nella letteratura archeologica, in quanto utilizzato come necropoli in età etrusca e frequentato poi in età romana, pur non essendo visibili, al momento attuale, chiare emergenze relative a tali periodi storici, con probabilità anche a causa dell'intervento distruttivo dovuto a una cava, rimasta in uso fino a tempi recenti; sono invece conservate le testimonianze di età medievale, situate rispettivamente sulla sommità del colle e su un terrazzamento posto a mezza costa, lungo le sue pendici occidentali. Sul pianoro appena citato sorge una chiesa a croce latina con unica abside semicircolare, della quale sono attualmente visibili il muro perimetrale sinistro con il relativo transetto, l'abside e il braccio destro del transetto, a cui è annessa la torre campanaria.

 

...Non si devono peraltro sottovalutare le numerose fonti che la ricordano come cattedrale - si tratta infatti della più grande chiesa romanica della Toscana dopo il duomo di Pisa - e che lasciano ipotizzare sul poggio l'esistenza del Palazzo vescovile e delle strutture a esso connesse, convincentemente riconoscibili negli imponenti edifici di Poggio Mosconcino. A tale proposito, le ricerche svolte sulla sommità del colle hanno portato all'identificazione di una serie di strutture che - pur se finora indagate in minima parte - giustificano l'ipotesi di un insediamento, urbanisticamente organizzato, non scindibile dalla realtà rappresentata dalla vicina chiesa romanica. Sono stati effettuati quattro saggi di dimensioni limitate, posizionati sulla mappa catastale, ove appaiono distinti numericamente. Il primo saggio ha interessato la zona marginale del pianoro, ove - nel settore meridionale, a pochi metri dalla cava - emergeva parzialmente la cresta di un muro, tagliato in un tratto dal probabile  passaggio di un

mezzo meccanico; qui è emerso un settore di una cinta muraria che sembra delimitare tutto il pianoro e che appare più volte modificata e tuttora utilizzata come muro di terrazzamento per gli olivi. Nel tratto indagato, sono evidenti almeno due fasi di costruzione: il primo tratto è costi- tuito da due paramenti a blocchi piuttosto regolari e riempimento a sacco, con pietrame e malta di buona qualità; gli si affianca un secondo tratto, più irregolare, ove il primo filare, impostato sulla roccia, conserva lo stesso andamento del tratto precedente, mentre i filari successivi rientrano leggermente verso l'interno, a co- stituire un angolo ottuso nel punto di attacco. Il centro del pianoro sembra completamente occupato da strutture insediative, di cui è stato indagato un piccolo settore nell'area sud occidentale; qui è emerso un muro perimetrale - relativo a un grande edificio - di andamento est/ovest e di notevole spessore, in connessione ortogonale con una serie di  strutture minori, delimitanti con proba-

Lo spazio interno appare suddiviso in tre navate, rispettivamente di 10m di larghezza quella centrale, corrispondente all'apertura dell'abside, e di 5 m le laterali; a questo proposito è fondamentale l'identificazione di una base di colonna in situ - conservante il plinto di fondazione e costituita da un doppio toro separato da scozia e listello - poggiante su un elemento quadrato; tale base, facente parte del presumibile colonnato della navata destra, a 5 m di distanza dalla struttura che delimita l'area presbiteriale, suggerisce la presenza di otto spartizioni, con un intercolumnio di 5 m circa, misura peraltro corrispondente alla luce delle navate laterali e ricorrente in multipli e sottomultipli nel progetto architettonico della chiesa. Parte di una struttura che, partendo dal plinto di questa colonna, si dirige verso l'area presbiteriale, potrebbe essere il sostegno di fondazione di un elemento che separa la prima parte della navata destra, giustificando la presenza di una soglia fra transetto destro e navata corrispondente. Una seconda base, posta in corrispondenza dell'incontro fra la proiezione dell' estremità sinistra dell'abside e quella dell'asse centrale del braccio sinistro del transetto, accoglie con probabilità una colonnina di granito ed è funzionale alla copertura dell'area presbiteriale. Il piano pavimentale, del quale non è finora emerso alcun elemento in situ, poteva essere costituito da basse lastre quadrangolari di travertino, che appaiono riutilizzate in fasi successive. L'indagine del monumento è parziale e - di conseguenza - non fornisce una pianta esaustiva; resta dubbia, ad esempio, la presenza o meno di un chiostro, da ipotizzare eventualmente lungo il fianco meridionale della chiesa.

probabilità picco- li ambienti e una canalizzazione fognaria. Gli strati scavati sembrano documentare una frequentazione intensa dal XIII al XV secolo. In corrispondenza del terrazzamento lungo il margine occidentale del pianoro, è stata scavata una cisterna di forma quadrangolare (dimensioni max. 5 x 3 m), delimitata da doppi muri - eccetto che sul lato a monte, dove la struttura si addossa direttamente alla roccia naturale della collina -, con volta a botte e accesso da una rampa ricavata nella roccia, posta sul lato corto di occidente; la superficie interna dei muri è intonacata e il pavimento è in cocciopesto. Al di sopra della struttura, è conservata una cunetta per la raccolta dell'acqua, delimitata a monte da un semplice muro di contenimento intonacato in corrispondenza dell'imposta sulla cunetta; il pavimento di mattoni, posti in opera in modo da creare la necessaria concavità della cunetta, termina esattamente dove comincia a ergersi la volta della cisterna; nel medesimo punto, si conserva l'impronta di un coppo posto obliquamente, onde permettere l'immissione dell'acqua dalla cunetta fino alla cisterna. L'ultimo saggio ha interessato una struttura - da collegarsi con probabilità ad attività di pascolo presumibilmente recenti e a un eventuale ricovero per il bestiame -, posta all'esterno della cinta muraria sopra citata, in prossimità del margine della cava; si conservano tre lati di un vano, costituito con materiale di recupero estremamente disomogeneo; alcune buche per palo, poste per lo più vicino alle strutture stesse, potevano servire a sorreggere una modesta copertura» (G.POGGESI, in F.NICOSIA-G.POGGESI '98, pp.178-182).