Il "Poggio della Canonica" ed il Castello del Vescovo
 

La foto aerea di Poggio Mosconcino: evidenti i terrazzamenti e le tracce delle muraglie sulla sommità.

Il toponimo Poggio Mosconcino è piuttosto recente: ai tempi delle rilevazioni per il Catasto Leopoldino la collinetta era chiamata 'La Canonica' (Archivio di Stato di Grosseto. Comunità di Grosseto. Sez.E, F.2, 1823) e 'Campi della Canonica' (Ivi. Sez. B, F.3, 1822) i terreni ad ovest della collinetta stessa, al di là della 'Via Maestra Senese'. L'odierno Mosconcino è detto 'Poggio della Canonica' anche dal Santi (G.SANTI 1806, p.33); ed è, ancora, 'Canonica' nella pianta del 1748 che illustra la pianura di Grosseto (Archivio di Stato di Siena.Quattro Conservatori 3052-30. "Pianta di tutta la pianura di Grosseto colle sue adiacente per discorrere dei bisogni di quella nel 1748"). In una copia di un documento scritto il 26 Aprile 1307 dal notaio Raniero di Tolomeo (Archivio di Stato di Siena. Ospedale S.Maria della Scala n.1410, c.25), è detta segnare il confine tra il territorio di Grosseto e quello di Montepescali una «via sive stradella que venit a Castro de Rosellis, et vadit usque ad foveas sive fossas Montepescalenses, que dicuntur fosse calvellane». Si tratta, evidentemente, di una strada che segue sostanzialmente il tracciato dell'odierna "Provinciale dello Sbirro", che dai piedi del Poggio Mosconcino al sito del castello del Calvello, e dunque la carta attesta sul poggio la localizzazione del medievale ‘Castello del Vescovo di Roselle’. L’osservazione della fotografia aerea consente di individuare quale fosse l'area occupata dal fortilizio, e come questa sia racchiusa da un muro circolare, impostato su un precedente muro ottagonale (cfr.G.PRISCO '89, p.45), come hanno confermato i saggi di scavo. Nel secolo XIII nel castello è eretta la chiesa di S.Lucia, alla quale appartengono terre nella pianura sottostante ed un ospedale, di cui si ha memoria in un documento del 1298. Una piccola strada (se ne vedono ancora le tracce che si perdono sul ciglio del grande scavo della cava abbandonata) collega il castello del vescovo al Bagno di Roselle, scendendo per il ripido versante meridionale del Mosconcino ed incrociandosi con la strata - che origina il nome di Vallonepretreta - registrata dall'Estimo di Montecurliano " . Questa stessa strata dovrebbe esser incrociata anche dalla via che collega la canonica con l'antica città, con un tracciato diagonale attraverso i campi ai lati della Salica e che - costeggiate le pendici nord-orientali dell'attuale Poggio di Moscona, per raggiungere la sella che divide questo poggio dalla collina sud di Roselle - si congiunge con quella che porta in città dopo aver attraversato il luogo detto La fonte a la valle. Ovvero l'antica via che, passando per la località chiamata ancor oggi 'Campo della Fonte', congiunge la città con la zona delle 'Casette di Mota'.
 

Il rudere di uno degli edifici dell'antica canonica, accanto ai resti della chiesa romanica, su uno dei terrazzamenti del poggio.

 

 

La fotografia aerea evidenzia anche la contestualità progettuale che associa l'area del castello ai terrazzamenti del versante nord orientale della collina, quello meno acclive, e dunque meno dotato di difese naturali. Questa contestualità appare confermata dagli scavi archeologici condotti sul poggio nel 1988 e 1990, che peraltro, col ritrovamento dei resti della grande chiesa romanica hanno anche confortato la tesi che sia il Mosconcino il luogo in cui risiedeva il vescovo di Roselle al momento della traslazione della sua sede in Grosseto. La conferma data dai ritrovamenti archeologici a quanto ipotizzabile con l'osservazione della foto aerea in riferimento all'insediamento esistente in Poggio Mosconcino nel pieno medioevo, ne mette altresì in risalto caratteristiche che ricordano in maniera suggestiva quelle del sistema di difesa integrata fra cinta muraria, terrazzamenti e strapiombo naturale (versante ovest del poggio) del

tipo ‘Monte Barro’, fra quelli dei castra tardo antichi (secoli IV - metà VI) classificati da Gian Piero Brogiolo. Questo assetto, di cui fa parte la costruzione del muro ottagonale su cui successivamente viene impostato quello circolare del Castello del Vescovo, potrebbe essere conferito al poggio fin dall’età gota, attorno ad una domus episcopi extramuraria, sulla spinta teodoriciana per cui alle antiche città deve essere restituito decoro e sicurezza con appropriate fortificazioni. E questo antico assetto favorirà, fra la fine dell’XI secolo e gli inizi del XII, la realizzazione della ‘Canonica di Roselle’ e del ‘Castello del Vescovo’, in posizione certo più felice di quella dell’antica Roselle rispetto alla pianura, nella quale, vera e propria antagonista, Grosseto sta divenendo città ( su questo cfr. G.PRISCO '98, pp.47-48).

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