Il "centro pesca"
 

Archivio di Stato di Firenze, Appendice di Gabinetto, 230, ins. 13, ‘Pianta dimostrativa di quella parte del Padule di Castiglioni della Pescaia dove esistono tutti i lavori fattici eseguire dal Capitano Francesco Martini Impresario dall’Ottobre 1781 fino a tutto il 24 Marzo 1784 all’oggetto di ridurre il detto Padule o laguna d’acqua salsa, ed a pesca all’uso delle Valli di Comacchio’, di A.Capretti, 1784, particolare

«Dal lago, oltre le sue cateratte e "risciacquatoi" che permettono il deflusso delle acque, emerge solo la Badiola. Questa è una penisola attaccata alla terraferma da "una lingua rinserrata" o striscia di terra sulla quale passa la strada omonima ed è "del Principe di Piombino quanto alla giurisdizione, ma le abitazioni sono di S.A.S.". Qui risiedono in un palazzo con dieci vani e loggetta lastricata sostenuta da quattro pilastri, eretto appositamente per loro dal granduca, i pescatori e gli affittuari della pesca del lago. "Il distretto o recinto non è altro che una platea in mezzo alla quale è posto detto palazzo, chiamato volgarmente l'Abbadia. Detta platea e distretto sono circondati e cinti in più parti da muraglie vecchie dell'antica Abbadia Cistercense, da Capanne dei pescatori e da alcuni poggetti e vi è il suo Portone per dove vanno e vengono i vetturali a caricare le some di pesce per Siena e per Firenze e da altri luoghi è circondata dal lago e da altri dallo Stallone o capannone per rimessa dei cavalli e dall'osteria per ricovero dei vetturali e di altri che vanno a comprare pesce". Accanto a questo "Palazzo rurale in luogo paduloso e selvaggio", c'è una "Chiesa anch'essa rurale" dedicata a Santa Libertesca. Questa "platea, che non si può dire piazza pubblica per non essere luogo di passo, ma solo un reservo per comodo del Palazzo e del negozio del pesce e per trattenimento dei cavalli" era il vero cuore del lago. Qui veniva infatti portato il pesce raccolto dai pescatori dipendenti dall'affittuario e qui arrivavano sia i vetturini per portarlo nelle principali città toscane per conto del medesimo, come "i trattaioli [piccoli rivenditori in proprio]


Archivio di Stato di Firenze, Piante Miscellanea, Scaf. G, palc. 2, 15, seconda metà sec.XVIII, ‘Piante e Spaccato della Casa della Badiola’

che vengono a caricar pesce per andarlo a vendere nei circumvicini luoghi". Alla Badiola, vero mercato ittico, confluisce anche il pesce di mare. Infatti a Castiglione "la pesca è fecondissima e vi si piglia gran quantità di cefali e spigole, che vengono dal mare ed inoltre molti lucci e tinche e scarpite e anguille in grandissima quantità et in particulare delle anguille piccole, le quali si salano nell'edificio apposito presso la Fossa Vecchia, detto Friggitoria e se ne manda fuori a vendere molti e molti barili"» (D.Barsanti, Castiglione della Pescaia. Storia di una comunità dal XVI al XIX secolo, Firenze 1984, pp.52-53, che si avvale dei seguenti documenti: "ASF, Possessioni, 6944, lettera Veltroni 17 maggio 1705. Per la descrizione delle strutture edilizie della Badiola, ASF, Possessioni, 3522, ins. 1 cit. L'osteria era composta di quattro stanze con forno e pollaio. Lo stallone era lastricato e dotato di

Archivio di Stato di Firenze, Piante Miscellanea, Scaf. G, palc. 2, 15, seconda metà sec.XVIII, ‘Pianta e Spaccato della Stalla e Fienile della Badiola’

nove mangiatoie e quattro finestre, con sopra un fienile a tetto impagliato. La chiesa presentava alcune sepolture in mezzo al pavimento ammattonato).