L'interno
 

L'altare maggiore prima degli interventi del 1996. A seguito di questi è stato collocato sopra l'altare il grande Crocifisso ligneo, tornato a Montepescali dopo esser stato nella controfacciata del duomo di Grosseto, ove adesso è una copia. «Dietro l'altare è inserito in una cornice di conci di pietra un piccolo tabernacolo di marmo a forma di tempietto classico con due lesene riccamente decorate da candelabri di gusto antico. Datato MDCXIV reca l'iscrizione RELIQUIAR(UM) LOCUS. Nella parte centrale due angeli reggicortina contornano il calice con l'ostia, a sua volta coronato da due cherubini. Nel timpano un Cristo nel sepolcro conclude la decorazione, mentre in basso due cornucopie incor-

niciano la data, ai loro estremi esterni sono posizionate le iniziali C. V. Il rilievo in origine, finemente inciso e modulato, era arricchito da una cromia in gran parte scomparsa. Al di sopra dell'altare campeggia il grandioso Crocifisso ligneo proveniente dalla controfacciata del Duomo di Grosseto. La sua figura ci appare intensamente espressionista soprattutto nella forte sofferenza anatomica, accentuata dalla tensione tendinea delle braccia e dalla marcata curva delle ossute anche. Il perizoma, decorato da motivi geometrici blu e oro, ripropone l'idea della rosetta che orna le tabelle laterali della croce» (M.S.FOMMEI '99, p.138).

 

L'interno è ad unica navata con copertura a capriate lignee a vista. Le prime notizie sul suo aspetto sono del 1576, contenute nella Visita Bossi , ovvero nella relazione del visitatore apostolico Francesco Bossi, vescovo di Perugia, che ha modo di costatare una situazione di notevole degrado. L'aula della chiesa, «oblonga, et ubi conditum est altare maius latior quam in reliquis partibus» (c.50v) ha pareti umide, con numerosi fori nel rivestimento; il pavimento, sotto il quale sono sepolture, è lesionato in molti punti; una finestra è priva di vetri ed una delle due porte è
priva di chiusura a chiave. Addirittura, riferisce il visitatore, «Nulla adest sacristia, quia diruta fuit tempore belli Senensis» (c.52). Oltre all'altare maggiore «amplum in forma...cum Icona vetusta, predellam habens in forma, ad quod ascenditur per gradum lapideum», e dietro il quale «inuenit etiam construi ad presens cup-

pam, sub qua altare maius ponetur», alle pareti, il cui malandato rivestimento nasconde al visitatore gli affreschi del secolo XIV, sono addossati altri sei altari. Sono l'«altare Crucifixi» (c.50v-51, l'«Altare Assumptionis...ab aliis altaribus differens», «aliud altare conditum, et ornatum in forma, cum Icona pulcra...In dicto altari, reperitur sodalitium Mulierum Rosarii», «altare, sub titulo Conceptionis, a sinistris ingressus ecclesiae» (c.51), l'«Altare Sancti Sebastiani, a dextris aditus ecclesiae.... Iconam habens pulcram» (verosimilmente la Madonna in trono di Matteo di Giovanni), «altare Sancti Bernardini... cum Icona decenti» (c.51v). In un angolo della chiesa è il fonte battesimale «lateritium non piramidatum, sed ad formam Altaris factum» (c.52). Il Gherardini nel 1676, monsignor Giacomo Falconetti del 1704 e l'Anichini nel 1752
ricordano lo stesso numero di altari, ma non con le stesse dedicazioni: nel secondo volume della sua Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto (Archivio Vescovile di Grosseto. Ms. 1723. Vol.II, 1752), trattando della "Pieve di S.Niccolò" (cc.114v-121v), Francesco Anichini cita, infatti gli altari con le dedicazioni al Nome di Gesù, a S.Antonio, a S.Lorenzo, a S.Sebastiano, alla Santissima Concezione, al Santissimo Rosario.

L'interno della chiesa, verso la porta. Gli ultimi restauri sono del 1996; al 1985 risalgono quelli degli altari e del pavimento.


Il ciclo di affreschi che riveste dall'interno le pareti dell'edificio testimonia la presenza in S.Nicola di maestranze di ambito senese, appartenenti e alla seconda metà del Trecento, che ripetono con stile arcaicizzante gli schemi narrativi codificati dai grandi maestri della prima metà del secolo.

 

 

 

Di questi altari ora non rimangono che quelli dedicati a S.Lorenzo ed al Santissimo Rosario, ovvero gli stessi che un documento del 23 ottobre 1770 attesta essere i soli rimasti nella chiesa (Archivio di Stato di Grosseto. Uffitio dei Fossi 80, c.612: cfr.V.MAZZINI '97, p.60). Evidentemente in quell'anno l'altare di S.Sebastiano, con la sua «Iconam pulcram» già è stato trasferito nella chiesa dei SS.Stefano e Lorenzo, dalla quale tornerà definitivamente in S.Nicola assai più tardi. Degli affreschi messi in luce dai restauri novecenteschi i più notevoli sono quelli che narrano le Storie di Cristo e della Vergine sulla parete di sinistra dell'ingresso, ma anche i frammenti disseminati lungo le altre pareti della chiesa testimoniano di una decorazione assai pregevole di tutto l'edificio, che certo ha l'opera d'arte più preziosa nella pala d'altare attribuita a Matteo di Giovanni, raffigurante la Madonna in trono con Bambino e i Santi Guglielmo, Sebastiano, Maria Maddalena e Lucia.