I ruderi della chiesa
 

 

 

 
I ruderi della chiesa
 
«La struttura è formata da una chiesa ad aula di impianto romanico (sec.XII) con volta a botte, e da un cortile-chiostro su cui si affacciano i pochi locali del convento, rispecchiando la tipica pianta dei monasteri benedettini di Maremma» (G.MARRUCCHI '00, p.32). «Le murature sono state realizzate con tecnica piuttosto grossolana, mentre pietre lavorate con maggiore cura si dispongono lungo gli spigoli e profilano le aperture: se un semplice architrave monolitico sormonta le due porte laterali, nel porta-

« La facciata presenta un portale con architrave in pietra sormontato da un arco a tutto sesto; ai lati della porta si trovano due finestre, ridotte ormai a due aperture informi. Sul fianco sinistro è presente un accesso secondario; sulla parete di fondo si apre una piccola monofora strombata. La muratura della chiesa realizzata in pietrame locale con bozze squadrate è da collocarsi nel periodo romanico; coevo è probabilmente un muro, oggi rasato fino al piano di calpestio, che sembra formare un recinto. Gli edifici che sono addossati sul fianco destro presentano invece una tecnica costruttiva posteriore» (V. Mazzini '97).

le d'ingresso questo appare sormontato da un arco a tutto sesto, che conferisce slancio ed eleganza all'edificio. Questo si presenta oggi in rovina, privo della parte sommitale delle pareti e delle falde del tetto» (M.S.FOMMEI '99, p.142). «Nell'interno, vicino alla zona presbiteriale, due piccole porte architravate in asse e due mensole sagomate sporgenti dalle pareti laterali; nella parete di fondo piccola monofora strombata. Strutture laterali addossate sembrano riferibili ad una fase successiva, mentre tre scalini ancora conservati, fanno supporre l'esistenza di piani rialzati.

 

Sul retro è visibile una piccola cisterna con volta a botte. I ruderi del convento sono disseminati nell'ampio pianoro e in  parte nascosti  dalla vegeta-

vegetazione. Se non si provvederà ad un intervento conservativo, fra poco tempo della chiesa e del monastero non rimarranno tracce.» (O.BARBETTI '96, p.186)