La piazza del Cassero
 

La torre ebbe il suo primo orologio nel '400. Si trattava di «un orologio meccanico a ruote, cui era abbinata una campana del peso di circa otto quintali, composta per la maggior parte di metalli preziosi, quali oro, bronzo e argento, fatta fondere dai conti Tolomei di Siena, che qui avevano la loro dimora, nell'attuale via Corsi Sal- viati, davanti al Palazzo Guicciardini Corsi Salviati. I Tolomei donarono questa campana in memoria della loro parente, la dantesca Pia che, secondo la leggenda, finģ i suoi giorni nel Castel di Pietra, nei territori di Giuncarico. La campana aveva un collegamento con l'unico quadrante dell'orologio che era posto sul fronte nord della torre. Ancora oggi, all'interno delle mura della torre, in corrispondenza del luogo in cui si trovava l'orologio originale, si puņ vedere il quadrante con le ore, inci- so nel muro, che serviva per rimettere dall'interno l'ora esatta sull'orologio posto all'esterno. Questi due oggetti rari, anche se in epoche diverse, furono sfortunatamente trafugati» (B.SANTI [ a cura di] '95, pp.136-137).

Nella Piazza del Cassero, verosimilmente il sito del nucleo originario del castello, la «pinna» ricordata nel documento del 1147, sono tre edifici medievali. Si tratta del complesso composto dal Cassero e dalla Torre dell'Orologio e dal Palazzo dei Priori. Probabilmente il Cassero divenne una chiesa dedicata a Santa Cecilia, appartenente al monastero femminile senese di Montecellesi, della quale la Torre dell'Orologio era una torre campanaria. Nel XIII secolo, (dopo il 1244, anno dell'ultima attestazione di S.Cecilia, se effettivamente qui era la chiesa) il Cassero ha una nuova utilizzazione: «fu adibito a Palazzo del Tribunale e molti secoli dopo, nell'800, divenne una residenza privata. La torre campanaria fu trasformata in punto di avvistamento. Dotata nel XV secolo di un orologio, che perse durante la guerra contro Firenze, ne ebbe uno nuovo solo nel 1874 proveniente da una fabbrica della provincia pisana. Oggi forse avremmo dimenticato l'antico orologio se un appassionato studioso di storia locale non si fosse messo sulle sue tracce. Giotto Minucci nel 1977 lo ha rintracciato a Ginevra nel Museo d'Arte e Storia dove rimane conservato» (M.S.FOMMEI '99, p.139).
 

 

 

 

 
Una bellissima bifora romanica, richiusa e ristuccata in cemento fin quasi a farla scomparire č sulla facciata del Palazzo dei Priori. Č probabilmente in questo edificio che nel 1304 gli uomini di Montepescali nominano un procuratore per sottomettere il loro comune al comune di Siena: «Pateat omnibus evidenter quod discretus et prudens vir ser Meus Baldi notarius, potestas et rector castri, comunis et hominum de Montepeschali et Rugerius Guillielmi camerarius dicti comunis et hominum dicti loci, in presentia, consilio et consensu Vannis Pregaisanti, Vannis Bacharini, Vannis Neri, Gioii Buonacursi et Peschalini Venture consiliariorum spetialis consilii comunis dicti castri et Ture Buonincontri et Britii Britii priorum duodecim consiliariorum generalis consilii dicti comunis et eorumdem consiliariorum generalis consilii diete terre, videlicet Bini Turinghi, Guidi Buonadote, Mei Ugolini, lohannis Perini, Ranerii Rachie, Vivoli Guerrerii, Vannis Cianfarde, Chole Salvucii, Nigii lohannis et Tudini Paltonis, qui sunt et faciunt universum consilium dicte terre et ipsi idem consiliarii una cum dictis potestate seu rectore et camerario et de eorum consensu, voluntate et auctoritate, unanimiter et concorditer, congregati in palatio comunis dicti castri ad sonum campane et voce preconis de mandato dicti potestatis seu rectoris ut moris est, nomine et vice dictorum comunis et hominum et pro evidenti utilitate dictorum comunis et hominum de Montepeschali, fecerunt, constituerunt, ordinaverunt et creaverunt Ghezum olim Uberti de dicto castro, licet absentem, eorum et dicti comunis et hominum de Montepeschali sindicum, procuratorem, actorem, factorem et nuntium spetialem ad representandum se, sindicatus et procuratorio nomine pro ipsis comuni et hominibus, coram domino Karulo olim domini Manentis de Spoleto honorabili potestate Senensi et discretis et sapientibus viris dominis Novem gubernatoribus et defensoribus comunis et populi civitatis Senensis et ad subiciendum, submittendum et supponendum dictum comune et homines de

Montepeschali eiusque curiam, fortiam, iurisdictionem et districtum dictis domino potestati et priori dictorum dominorum Novem et cuiusque eorum, recipientibus nomine et vice comunis Senensis et prņ ipso comuni Senensi et ipsimet comuni Senensi. Et ad recongnoscendum, asserendum et confitendum quod dictum castrum, eius curia et districtus ipsiusque castri et comune et homines rius subsunt et subesse volunt dicto comuni Senensi et esse et se facere et dictum castrum eiusque curiam, districtum et iurisdictionem de districtu, iurisdictione et comitatu Senensi...Actum in Montepescali, in palatio comunis eiusdem castri...» (Archivio di Stato di Siena, Capitoli 1, cc.826t-827, "Caleffo Vecchio", Vol.IV, ed. M.ASCHERI [a cura di], n. 1054. 1304 Febbraio 16).