L'esistenza dello scomparso 'Lago Boccio' è ricordato nella moderna cartografia dal toponimo 'Podere Lago Boccio', podere che si trova ad ovest del vecchio tracciato della SS. n.1 Aurelia, presso il Canale Diversivo, fra il territorio di 'Rugginosa' e quello di 'Barbanella'. Per quanto documentato solo dal secolo XIII , essendo toponimo antroponimico asuffissale (Boccio è nome di persona assai comune nel medioevo), ad esso è verosimilmente attribuibile una formazione in età altomedievale, al pari di 'Lago Bernardo', il piccolo specchio d'acqua documentato dal 1188 da cui nasce il 'Fosso Molla', che scorre poco distante - a nord - da Lago Boccio. Il piccolo "lago", prosciugato con la bonifica del secolo XIX, in effetti era poco più ad oriente del luogo che ancora ne porta il nome, ovvero verso il territorio di Poponaio. Si trovava, cioè, nel cuore del "Piano di Grosseto" che nel corso dei secoli ha visto più volte mutare le proprie condizioni ambientali, determinate dallo stato dei fossati che lo attraversavano per sfociare nel 'Lago di Castiglioni', in particolare del Fosso Molla. Nell'alto medioevo per oltrepassare l'area acquitrinosa del "Piano" ci si avvale

Archivio di Stato di Siena, Capitoli 3, "Caleffo Nero", c.270v. 1353 Aprile16. Fazio del fu Andrea, procuratore del Comune di Siena prende possesso di terra in distretto di Grosseto vendute dal Comune di Pisa. Si tratta di appezzamenti posti al Lago Boccio confinante col fossato e beni della chiesa di S.Pietro, nel luogo detto langhio confinante con lo stagno, presso Grosseto in contrada dellanave.

di due itinerari che l'aggirano iniziando ambedue là dove è il Lago Boccio. Uno orientale e costituito dalla «via que itur ad balneum calvellarum», documentata nel 1263 confinare una terra in «contrata laci boccii» e che dovrebbe sostanzialmente identificarsi col tracciato della via romana realizzata attorno al 200 a.C.. La via romana in questione, attraversato l'Ombrone nel luogo ove sorgerà Grosseto, doveva indirizzarsi a nord transitando dopo "Lago Boccio" fra gli odierni "Commendone" e "Poponaio", evitando la depressione in cui scorrono i tratti terminali del "Fosso Salica" (oggi "Molla", nel "Piano della Molla") e del "Fosso Molla" (oggi "Molla vecchia") e puntando poi verso "Calvello", passando fra i "Casoni del Terzo" ed il "Podere Pesciatino". L'altro occidentale che si avvale dei cardini della centuriazione romana, particolarmente di quello che è registrato come «via vecchia dell'Uncinosa» nel "Cabreo del Convento di

S.Francesco" di Grosseto del 1723 (Archivio di Stato di Siena. Conventi 491, "Cabreo o vero descrizione e piante delli beni et effetti spettanti al Convento dei P.P. Minori Conventuali di S.Francesco nella città di Grosseto. Fatto nell'anno del Signore 1723 dall'ingegnere Dionisio Mazzuoli", c. 18). La documentazione, dunque, attesta l'area di Lago Boccio attraversato da viabilità antica ed intensamente coltivata in età romana dai coloni cui furono assegnate le terre centuriate in età augustea, e nell'altomedioevo certo divenuta acquitrinosa tanto da costringere a variazioni di percorso di quella viabilità. Proprio avvalendosi del fosso di collegamento fra il Lago Boccio ed il Lago di Castiglioni, i grossetani nel secolo XIII effettuano la bonifica del piano, realizzando la Fossa del Comune. Essa raccoglie le acque di scolo delle terre concesse in premio a quanti facciano richiesta della cittadinanza grossetana, cosicché tutta l'area di Barbanella - Lago Boccio - Rugginosa - Marrucheto è messa in condizione di contribuire notevolmente al rifornimento alimentare della città che sta crescendo così demograficamente, come sotto il profilo urbanistico ed economico. Dalla seconda metà del secolo XIV il territorio attorno al Lago Boccio tornerà ad essere acquitrinoso,
con la compromissione di una situazione ambientale che, grazie all'impegno dei grossetani, consentiva addirittura una notevole coltivazione della vite: ormai, nella documentazione quattrocentesca, trattando delle terre di Lago Boccio, si dice «che una volta erano vigne». Con l'apertura del piano alla pastorizia, secondo quanto disposto da Siena con la riforma della Dogana dei Paschi, il sistema idraulico imperniato sulla Fossa del Comune viene sconvolto dal bestiame brado, e certo il grande calo demografico conseguente alla peste nera del 1348 non ne consente il risarcimento. Già una carta del 1353 contiene forse una indicazione di uno stato del genere: appezzamenti posti al Lago Boccio, confinanti col fossato, nel luogo detto «langhio» confinante con lo stagno, in «contrada dellanave». Il fossato è certo da identificarsi con la Fossa del Comune, ed il

Archivio di Stato di Firenze. Miscellanea di Piante 59. Secolo XVIII. Particolare dell'area fra Grosseto ed il Lago di Castiglioni al centro della quale si trova il Lago Boccio, indicato con la lettera D.

fatto che un luogo presso di essa sia detto «langhio» indica come vi siano ormai degli acquitrini proprio là dove la Fossa stessa era stata realizzata per eliminarli: «anghio» (presente come «anghioni» anche negli Statuti di Montepescali del 1427) è termine che derivando dal greco angheion, "vaso" - verosimilmente uno degli idronimi ricordo della dominazione bizantina -, indica indubbiamente un ristagno d'acqua. Il fatto, poi, che ancora presso Lago Boccio, in un'area che è attraversata da un'importante viabilità, vi sia una «contrada dellanave», fa supporre che anche i ponti che ne sono a servizio, magari proprio quello che è possibile consentisse di superare la Fossa, abbiano subito danni che non si è stati in grado di riparare, cosicché si è costretti a ricorre all'uso di un traghetto, ovvero di una «nave», secondo il nome che viene attribuito nel medioevo a quel mezzo.Sotto il governo mediceo, nell'intento di recuperare terre alla coltivazione del grano, anche per quelle di Lago Boccio si tenta la bonifica da parte del Magistrato de' Fossi, istituito dal granduca Ferdinando II nel 1592, con il riordino della antica Fossa, ormai "Fosso di Lago Boccio". La mancanza della necessaria manutenzione vanificherà questo intervento, e così sarà anche per quello realizzato dallo Ximenes nella bonifica lorenese del 1767. Solo nel 1829-1830, con la realizzazione del Canale Diversivo per la colmata del Lago di Castiglioni l'area ha una sostanziale bonifica, giungendo il Canale al Lago proprio mediante l'ultimo tratto del Fosso di Lago Boccio, quello che attraversava il Trogone di Barbanella.

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