Un documento del 1262 attesta, in prossimità di Bagno Roselle, la presenza di un sito dal nome estremamente interessante: «Castellare de Rachalete». Ovvero di un luogo in cui la prima parte che ne costituisce il nome, derivata da castellum, rivela dalla presenza di resti di antiche costruzioni, definiti castellare. È evidente come la localizzazione del sito abbia un notevole interesse dal punto di vista storico ed archeologico, in riferimento all'assetto territoriale non solo delle età etrusca e romana, ma anche tardoantica ed altomedievale dell'area sottostante la città estrusco-romana di Roselle. La carta, già dell'Archivio Vescovile di Grosseto, è andata purtroppo perduta, ma fortunatamente il suo contenuto del documento ci è noto, grazie alla trascrizione di

"Pianta dimostrativa delle due Tenute denominate Aiali e Bagno, e Laghi appartenenti alla Mensa Vescovile di Grosseto nella Comunità di Grosseto". Anno 1832.
Da G.AMANTE-M.INNOCENTI, Bagno di Roselle. Dalle origini alla fine della seconda guerra mondiale, Grosseto 2001.

Leonardo Ximenes pubblicata nel 1775 (L. XIMENES, Esame dell'esame di un libro sopra la Maremma Senese, Firenze 1775), e così è possibile conoscere la «Descriptio confinium Oppidorum Rosellarum et Ischiae Umbronis», effettuata nella «terminatione de confinibus, curia iurisdictione territorii et districtu castrorum Ischie et Rosellis et Castellare de Rachalete....quod Curia, Districtus et territorium de Ischia e de Rosellis, et de Castellare cum civitate Grossetana citra fluvium Umbronis». Un documento di poco posteriore ci informa dell'acquisto da parte di un tale Bindo del fu Ciaffone da Roselle di un pezzo di terra posta in Bracaleta da un altro abitante di Roselle. Ambedue i documenti, dunque, si riferiscono ad un'area in territorio di Roselle, e messa in relazione la descrizione dei confini della carta del 1262 con quella dell'area circostante l'Aiali, raffigurata nella "Pianta Dimostrativa" del 1832 riprodotta in questa pagina, appare evidente ritenere che Rachalete e Bracaleta siano lo stesso luogo, e che probabilmente la lettura del toponimo effettuata dallo Ximenes non sia stata corretta. Nella "Pianta" compaiono i toponimi Brancaleta e Brancaleta e Giuncaie a denominare un'area a cavallo del Fosso della Salica, fra i Casoni degli Ajali e la Strada Regia da Siena a Grosseto, nella quale sono il Molino di sopra ed il Molino di sotto, appartenenti alla Mensa Vescovile di Grosseto. La moderna cartografia, per il territorio cui si riferiva la "Pianta", non riporta il toponimo Brancaleta, ma un ricordo di questo rimane invece nella toponomastica stradale di Bagno Roselle, chiamandosi 'Via di Brancaleta' una stradina al limite occidentale della frazione. Rapportate, dunque, alle informazioni fornite dalla "Pianta", quelle del documento del 1262 confermano pienamente l'identificazione dell'area di Brancaleta con quella del Castellare de Rachalete.
Nella confinazione del XIII secolo il territorio del Castellare de Rachalete confina «cum civitate Grossetana» su una linea che va dal ponte sul fosso Molla «recto tramite ad molendinum predictorum Canonicorum Grossetanorum, et deinde vadit juxta Flumen Saricae recto itinere ad steccariam molendini de Sarica Canonicorum predictorum». Ovvero percorre il limite di Brancaleta verso Grosseto fino al fosso Salica, per risalire il corso del fosso fino al molino sottostante il poggio della Canonica (oggi Poggio Mosconcino), lasciando ad oriente le terre di Rachalete - quelle di Brancaleta nella "Pianta"- , ed infine indirizzarsi «per stratam

Archivio di Stato di Siena. Archivio Generale. 1277

publicam recto itinere ad Campum Biscontorum et d. Ascanii Calvelli», ovvero sul tracciato dell'odierna Provinciale dello Sbirro verso il Poggio del Calvello. La derivazione del toponimo Brancaleta è ipotizzabile sia dall'antico alto tedesco "brachon", «dissodare». In provincia di Grosseto sono numerosi - ancora esistenti o ricordati nella documentazione medievale - nomi di luogo identici (Brancaleta presso Montemerano), oppure simili (Brancolino in zona di Gorarella nella periferia di Grosseto, Bracalino presso Gavorrano, Brancalino presso Collecchio, Branculana nell'alta Valle d'Alma, Brancullino presso la Valentina). Una derivazione del genere sembra possibile in un'area in cui numerosi sono i toponimi di derivazione germanica, fra cui lo stesso fosso Molla, Brandana e Brandanella, Poggio Cazzola in Vallerotana, Pesciatino, Lago Boccio e Lago Bernardo... Pare confermare la derivazione da "brachon", che richiama il concetto del disboscamento per il dissodamento e la messa a coltura, quella di Aiali, il nome del luogo ai margini di Brancaleta: è dal latino arealis, area del nemus e della silva comunale disboscata e destinata talora a carbonaia.