La localizzazione
 

Osservatorio Ximeniano di Firenze, "Collezione delle Piante, e Prospetti delle Fortificazioni situate lungo il Littorale Toscano che si conosce volgarmente sotto la denominazione di Littoral Grossetano per quanto si estende trà il Confine dei Regj Presidj di Napoli, e l'altro del Principato di Piombino". Di Pietro Conti, c.1."Pianta di una parte del Littorale Toscano dependente dalla Fortezza di Grosseto compreso trà lo Stato de' Regi Presidj, e il Principato di Piombino". Anno 1793. Particolare dell'area di Bocca d'Ombrone.

Dove fosse esattamente la "Foce di Grosseto" ricordata dalla documentazione medievale lo indica chiaramente la toponomastica riportata dalle moderne carte topografiche e dal Catasto Leopoldino: è "La Foce", (REGIONE TOSCANA - C.T.R., Quadrante 128-III) l'area dei Chiari "Grande" e "del Porciatti" sul litorale a nord del delta dell'Ombrone, così come è "La Foce" nel Catasto Leopoldino (Archivio di Stato di Grosseto. Comunità di Grosseto, Sez. N, F.3, anno 1823) l'area presso il grande chiaro, fra la spiaggia e la zona ove erano le saline della Trappola, che dal 1823 si è considerevolmente ridotto e frazionato nei chiari riportati nell'odierna cartografia. Non deve trarre in inganno la "Pianta" del 1793 di Pietro Conti, dove è registrato il "Fosso della Foce", ovvero il fossato che metteva in comunicazione il mare con le saline della Trappola, ormai abbandonate da tempo, dopo la costruzione di quelle presso il 'Forte delle Marze'. Il toponimo La Foce è documentato dal XIII secolo, e dunque ben prima della realizzazione delle saline: il fosso che le alimentava di acqua salata ha preso il nome dal luogo in cui giungeva al mare, e non già questo dal fatto che vi sfociava il fosso. Verosimilmente 'La Foce' è nome originato dal fatto che nel luogo vi è stata un'antica sfociatura dell'Ombrone, quella stessa che ha determinato la formazione della piccola laguna costiera, di cui oggi rimangono soltanto i Chiari "Grande" e "del Porciatti". Che nel medioevo il toponimo fosse associato ad una
situazione del genere, ovvero che designasse uno specchio d'acqua comunicante col mare, lo suggerisce anche la connessione fra quanto riferiscono una carta senese del XV secolo e la documentazione del XIII che attesta come navi genovesi effettuassero il loro carico alla «Foce di Grosseto».
 
In una discussione tenutasi in Consiglio Generale a Siena nel 1468 a proposito delle forti spese sostenute per approvvigionare di pesce la città dal Lago di Bolsena, la Foce di Grosseto veniva indicato luogo pescosissimo, come il Lago di Alberese, lo stagno di Grosseto, il lago d'Istia (Lago Bernardo), il lago dell'Accesa (Archivio di Stato di Siena. Consiglio Generale 232, c. 82v, a.1468). Essendo tutti gli altri toponimi relativi a specchi d'acqua in cui facilmente poteva esercitarsi la pesca, pare ragionevole che anche la Foce di Grosseto avesse le stesse caratteristiche, e cioè che con quel nome si indicasse una piccola laguna prossima alla foce dell'Ombrone, la cui pescosità già era nota anche ai marinai genovesi del XIII secolo. I contratti per le fomiture via mare di sale a Pisa del 1259, sono rogati, infatti, nel porto della Foce di Grosseto presso la «clepa», ovvero il mercato del pesce, essendo la clepa appunto la pietra sulla quale il pescato veniva esposto ai compratori.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Archivio di Stato di Grosseto. Comunità di Grosseto, Sez. N, F.3, anno 1823. Trascrizione su carta topografica al 25.000.