I ritrovamenti archeologici
 
«Nei pressi di Ponte Tura, in una località detta Le Bucacce, dal caseggiato omonimo fino alla riva dell'Ombrone, in diversi momenti furono notate tombe alla cappuccina distrutte durante i lavori agricoli. Vennero anche in luce alcune buche riempite fino alla superficie di ossa umane. Presso la riva dell'Ombrone si notano cumuli di frammenti di anfore romane, di coppi e di tegoli; il terreno, su cui si notano tracce di alcuni ruderi di età tarda, sembra, in alcuni punti regolato artificialmente» (A.MAZZOLAI '60, p.119).
 
«Tombe di questo tipo» (a fossa) «furono osservate presso Ponte Tura, sull'estremo limite del Poggio Moscona dalla parte di Istia. Una di queste tombe era costituita da una fossa contenente il cadavere orientato a levante, e da altra minore in prossimità di questa, contenente la suppellettile di vasi d'impasto cotti a fuoco libero ed un'ascia (paalstab) rituale di lamina sottile di rame, molto espansa in cima e ornata da punzonature concentriche, analoga a quelle apparse a Vetulonia in tombe a fossa e a circolo e a Chiusi in tombe a ziro, ma con bordi più arricciati» (R.BIANCHI BANDINELLI '82, p.152). In proposito riferisce Aldo Mazzolai: «Pasqui dà notizia di una tomba a fossa scoperta a Ponte Tura, nel mezzo del canale Diversivo. La tomba, larga circa m. 1 e lunga m. 2,40, era interamente riempita con gli stessi detriti e con la stessa terra che era stata levata nel tagliarla ed era

La piramide commemorativa di Ponte Tura

orientata da est ad ovest. Ben composto vi in rinvenuto lo scheletro, senza alcun oggetto di ornamento. Ai piedi della tomba, dalla parte di levante, a circa 1 m. di distanza. in corrispondenza dei lati lunghi della fossa era stata tagliata una buca di pianta quadrata che conteneva una supellettile votiva, da cui mancavano oggetti che potevano riferirsi all' abbigliamento del defunto; ma sembrò indubbia l'appartenenza degli oggetti ritrovati al cadavere contenuto nella fossa. Anche questa buca era stata riempita con la terra levata nel tagliarla. Al fondo di essa furono raccolti: 1-3 tre vasetti di terracotta; 4) un vaso di bronzo; 5) un grande paalstab; 6) una fasciatura di bastone. Dei vasi di terracotta fu solo possibile recuperare i frammenti molto deteriorati, ina sufficienti ad indicarne la forma e le caratteristiche tecniche: uno era un semplice simpulum con corpo a calotta sferica e «con alta ansa assottigliata in cima»; il secondo aveva forma di un poculum cilindrico «con listello alla base e con il fondo esteriormente ornato con impressioni di cerchietti concentrici »; il terzo era più elegante ed aveva il corpo « a cono riverso solcato verticalmente da steccature, chiuso sopra da breve spalla decorata con doppio ordine di circoletti concentrici e compito da orlo alto e un poco aperto ed avente un piede conico traforato con piccoli triangoli alternati ». I vasi erano d'impasto terroso, cotto a fuoco libero, anneriti esternamente e lucidati a stecca. Vi si rinvenne poi la parte superiore di un'ansa di terracotta scura conformata a nastro, allargata verso 1'attaccatura inferiore e «solcata sopra in modo da formare due bordi salienti intaccati obliquamente con impressioni di una cordicella metallica »; il frammento era tutto rivestito da ossido di rame e presumibilmente faceva parte di un vaso non molto grande anche esso avente la forma di un simpulum. Vi furono poi trovati frammenti di una situla di bronzo del dm. di mm. 180. Del vaso rimanevano integri i due manici semicircolari « con estremità girevoli entro le maniglie di due orecchiette »; i manici erano fatti di grosso filo di bronzo solcato a cordicella ed assottigliato gradatamente verso le estremità ripiegate ad uncino. Le orecchiette erano ricavate da un filo di bronzo più sottile «ondulato in modo da formare due maglie montanti, e con estremità battute e arrotondate a disco forato per essere saldate a mezzo di chiodetti ribattuti sull' orlo stesso del vaso». L' oggetto più notevole della tomba fu un paalstab di bronzo; la sua lama, tirata a martello, era assottigliata in modo da avere lo spessore di appena un millimetro sia nel taglio che nella base, cosa che dimostra chiaramente la natura votiva dell'oggetto. La lama, partendo dalla base, ha bordi quasi paralleli, quindi si allarga e si apre a ventaglio; la fusione non ha ritoccature fino alla base della lama, esclusa questa. L' immanicatura è corta, con bordi arricciati e taglienti, svolti, alla base della lama, con due ricci arcuati e appuntiti; fino a due terzi dalla base la lama è ornata con motivi a «meandro triangolare» intramezzati con vari ordini di circoli concentrici. Anche i fianchi del-F immanicatura sono decorati con fasce di linee trasversali «tra cui corrono altri fasci di linee angolari sottilmente graffiti». Ultimo oggetto di bronzo fu una piccola fasciatura di filo di bronzo « compresso e sfondato sopra », girato a più spire attorno ad un bastoncello di legno del d. di mm. 16» (A.MAZZOLAI '60, pp.118-119).