Il Terzo del Vescovo
 

Archivio di Stato di Grosseto. Uffizio dei Fossi, b.34, c.674.

"Pianta topografica della Dogana di Monte Orgiali di moggia 1527, compreso il Terzo del Vescovo, che è moggia 300, appartendosi la fida d'inverno ai Paschi, denotando il giro rosso la Dogana, il cenerino il terzo, il verde i Confini Ristretti, il giallo la Bandita di Colle Pagiano, il turchino la Bandita di Murci, il giallo scuro la Bandita di San Giorgio colla Villa di Pancole, fatta l'anno 1745". E' segnato il confine con la 'Dogana di Istia'.


Archivio di Stato di Siena. Quattro Conservatori n.1732, c.130. Secolo XVII. Confine fra le comunità di Istia e Montorgiali.

Nel 1311 il vescovo di Grosseto Ristoro concede in locazione agli uomini di Istia i diritti del vescovato sul castello e corte e distretto di Castelnuovo situato fra il castello di Istia e il castello di Montorgiali. Il territorio chiamato "Terzo del Vescovo" nella pianta del 1745 è, evidentemente, quello stesso cui si riferisce la carta del XIV secolo, e dunque quello sul quale sono riconosciuti diritti signorili del vescovo grossetano in territorio di Montorgiali, in diocesi di Sovana, nel 1188. L'area del "Terzo del Vescovo" è di estremo interesse per lo studio dell'assetto territoriale maremmano altomedievale: la presenza, qui, di una ricchissima toponomastica di formazione in età longobarda consente di individuare l'importante ruolo dell'area stessa nel sistema degli insediamenti e delle comunicazioni nel territorio compreso fra il corso dell'Ombrone e le colline dell'Albegna. (cfr.G.PRISCO '94, pp.338-348).