Il territorio
 


Archivio di Stato di Siena, Conventi 161, c.166v-167. 1321 Novembre 23
Restauro vescovo di Grosseto, col consenso dei canonici della chiesa Maggiore di Grosseto e Stefano di Ghezo monaco sindaco e procuratore di Martino abate di S.Galgano concedono agli uomini di Istia la quarta parte del reddito dei molini di Istia posti nel fiume Ombrone in luogo detto Vigna Vecchia, confinante con beni dell'ospedale di Istia e la via pubblica.
Atto in Istia nel palazzo del vescovo di Grosseto in presenta di Blasio pievano di Moscona.

La prima attestazione dell' «hospitalis de Ischia» è contenuta in una carta - riprodotta qui a fianco - della prima parte del "Caleffo di S.Galgano", ovvero della raccolta di documenti del monastero cistercense edificato presso Chiusdino, che per secoli ha grandi proprietà nel grossetano, con centro amministrativo nella grancia di S.Andrea. L'ospedale «viene nominato lo "Spedaletto dei Battenti" di Istia in un atto di vendita del 1498. Nel 1572 contava 8 stanze (visita Rasi), nel 1676 (visita Gherardini) aveva necessità di restauri, mentre nel 1783 lo si dichiara chiuso da tempo. Si propone l'identificazione con l'edificio di forma allungata con parte della muratura a scarpa che occupa il lato nord-ovest di Piazza Ombrone. Sul retro dell'edificio i resti di un affresco inserito in un arco potrebbero essere riferiti alla cappella dell'ospedale dedicata forse a S.M. Maddalena. Attiguo all'ospedale è un corpo di fabbrica, forse una torre, con un contrafforte a scarpa simmetrico a quello dell'ospedale» (COMUNE DI GROSSETO '86, p.35). «Attigua all'antico Ospedale era una cappel-

letta, ultimo resto della quale potrebbe essere un archetto in laterizio inserito nelle mura esterne, conservato oggi in un orto. All'interno dell'archetto sono appena leggibili i resti di un affresco che rappresenta una Madonna in trono con Bambino fra un Arcangelo che reca in mano una bilancia a due piatti su uno dei quali è un giudicando e tracce di una figura non identificabile.

È possibile che la cappella fosse dedicata a S.M. Maddalena. In un atto di vendita del 1498 viene infatti nominata una chiesa di S.M. Maddalena insieme con l'Ospedale dei Battenti. Un documento molto più antico (1228) cita la chiesa di S.M. Maddalena di Istia come proprietà del Convento degli Agostiniani di Siena. Manca però qualsiasi indizio che permetta di affermare che si tratti della stessa chiesa» (IVI, p.31).