Il Palazzo del Vescovo
 


La costruzione si presenta come una scatola di muratura priva della copertura, con i Iati più lunghi alti circa sette metri, mentre i due setti trasversali sono in parte crollati.
Lo spessore della muratura più antica, verso l'abitato, è di circa due metri nella parte inferiore (fino a quota 3.50) e di 60 centimetri in quella della sopraelevazione successiva, mentre il muro rivolto verso la valle, di costruzionepiù recente, probabilmente risalente al secolo XIII, presenta spessori più ridotti (90 e 45 centimetri). Le dimensioni della pianta della struttura a terra sono di 20,50 metri per 7,50.

La sommità della collina è cinta dalla cerchia muraria più antica del castello, formata dalle mura del vescovado e da quelle alle quali si sono verosimilmente sovrapposti gli edifici che si affacciano sulla Via di Mezzo, come sembra indicare l'andamento curvilineo della schiera in cui sono disposti. Il primo insediamento, dunque, a sinistra della parrocchiale di S.Salvatore, si compone di due parti distinte all'interno di un perimetro difensivo di circa 215 metri: l'area signorile, col 'Palazzo del Vescovo' e le sue pertinenze, recinta da proprie mura, ed il borgo, anch'esso protetto da una cinta muraria e dotato di un cassero. Questo pare riconoscibile nell'edificio con base a scarpa fra la rampa del Vicolo del Forbicio e la Via di Mezzo. La distinzione fra palazzo residenza del vescovo e cassero è attestata da una carta del 1311 , allorché palazzo e cassero sono concessi in locazione dal vescovo Ristoro al comune di Istia. «Questo dovette essere l'aspetto del castello fino alla fine del XIII secolo, quando, probabilmente sotto il dominio senese, il borgo fu ampliato e furono costruite le mura più esterne» (COMUNE DI GROSSETO '86, p.21).

«Oggi sono ben visibili le mura perimetrali del Palazzo che è occupato per circa un terzo da costruzioni precarie addossate ai muri antichi. Sono riconoscibili almeno tre fasi costruttive databili, a nostro parere, fra XI e XIV secolo. La prima fase è caratterizzata da una muratura del tipo 1 (muratura in grossi blocchi di calcare ed arenaria compatta rozzamente sbozzati, legati da una malta grigiastra friabile, con grossi inclusi) conservata solo sul lato nord-ovest, dove predominano i blocchi di arenaria. Nella seconda fase si riscontrano murature di tipo 2 (muratura in piccoli blocchi sbozzati di arenaria e calcare con inserzioni di laterizi a formare dei corsi abbastanza regolari legati con malta grigio-giallastra con piccoli inclusi) sovrapposte a quelle più antiche. A questa fase sono riferibili due coppie di finestre rettangolari nel muro sud-est successivamente tamponate. Alla terza fase appartengono delle imponenti merlature sempre di tipo 2. Si avanza l'ipotesi che le fasi 2 e 3 vadano riferite ai restauri delle fortificazioni realizzati nel periodo della dominazione senese» (COMUNE DI GROSSETO '86, p.33).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella fotografia del 1910 i resti, oggi completamente scomparsi, di una delle torri delle mura erette a protezione dell'area del Palazzo del Vescovo.