Il centro storico
 

«La Porta Grossetana (XIII secolo) dà ancora oggi accesso al centro storico. E' una porta-torre merlata in laterizi. Le si addossa un palazzo che riutilizza un tratto delle mura, con il cammino di ronda trasformato in loggiato, come facciata posteriore. In questo palazzo va forse riconosciuto il Palazzo Pretorio del XV secolo citato da alcuni documenti» (M.G. CELUZZA '93, p.144).

Nel castello di Istia sono individuabili due cerchie di mura. Quella esterna racchiude l'intero centro storico, all'interno di un perimetro a forma trapezoidale, della lunghezza di circa 600 metri, con muraglie costruite in piccoli blocchi sbozzati di arenaria e calcare con inserzioni di laterizi a formare dei corsi abbastanza regolari legati con malta grigio giallastra con piccoli inclusi. Mentre questa cinta è chiaramente riconoscibile e ben conservata in alcuni tratti, dell'altra, quella interna e più antica relativa all'area sommitale, non rimangono che pochi resti, e ne è intuibile il perimetro dall'allineamento delle costruzioni che ne ricalcano il tracciato. Due sono le porte nel circuito esterno: ad ovest la Porta Grossetana, ben conservata, che fa parte del circuito esterno delle mura, aperta in una torre merlata a mattoni, con coronamento ad archetti pensili e caditoia centrale; ad est la Portaccia, ridotta ormai ad un suggestivo rudere di ingresso ad arco ribassato sormontato da un arcone all interno, e ad arco a tutto sesto all'esterno. Al lato della Porta Grossetana è il grande edificio probabilmente identificabile col Palazzo Pretorio; un vicolo di fronte alla porta conduce nella piazza della chiesa parrocchiale di S.Salvatore . L'area a sinistra della chiesa è, appunto, l'area sommitale della collinetta su cui sorge Istia, l'area del nucleo originario del castello col palazzo del Vescovo che ne occupa buona parte. L'edificio con base a scarpa all'inizio della rampa di scale che immette in Via del Forbicio corrisponde probabilmente all'antico Cassero e le costruzioni che lo seguono affacciandosi sulla Via di Mezzo sono forse costruiti sulle

più antiche mura di Istia, probabilmente  quelle che l'Ademollo (A.ADEMOLLO '894, p.131) ritiene distrutte da Arrigo, Duca di Baviera nel 1137. In piazza Ombrone è un edificio di forma allungata, con parte della muratura a scarpa, da idendificarsi probabilmente con l'Ospedale medievale del castello, documentato per la prima volta da una carta del 1321. Alla fine della Via di Mezzo, presso resti dell cinta muraria esterna, è la porta orientale della cinta esterna, la cosiddetta Portaccia.
 
«Istia deve la sua origine in primo luogo alla necessità di controllare uno dei più importanti punti di guado sul fiume Ombrone. Il guado naturale (si ricorda a questo proposito che il nome Istia, significa isola). utilizzabile essenzialmente d'estate quando il fiume era in secca, era affiancato da una barca di cui si hanno notizie dal 1572 (visita Rasi), ma che esisteva probabilmente in età precedente. L'uso del traghetto era regolamentato da un paragrafo degli statuti della Comunità redatti a partire dal 1588: «Providero ancora li savj statutarj, che se alcuno comprarà il passo della barca, gli sia lecito passar tutti quelli della terra, scioi garzoni, operanti, di tutti i tempi, senza farli pagare cosa alcuna, e slmilmente abitatori, artigiani, prezzajoli, e al tempo che s'abbi e a voltare e mettere in acqua detta barca ci devi andare ognuno, alla pena di lire una per ciascuno, che contraffacesse, e che detto Barcajolo debba passare tutti quelli che venissero nel nostro Castello a nozze, a messe novelle, a' mortorj o alla nostra festa, della gloriosissima S. Alba nostra avvocata, senza fargli pagare cosa alcuna caso che mancasse preterissero le faccende de' massari, tanto di bestie come di persone caschino in pena di lire due per ciascuno e per ciascuna volta». (Statuti di Istia d'Ombrone, VI distinzione, paragrafo VII, f. LX r/v - copia sec. XVII - Biblioteca Comunale Chelliana di Grosseto). La barca rimase in uso fino alla costruzione del primo ponte nel 1872 del quale rimangono i piloni in muratura. La struttura in ferro (piano stradale ed acquedotto) fu danneggiata durante l'ultima guerra. Da quel momento per alcuni anni fu rimessa in uso la barca. Ancora visibile sulla riva destra dell'Ombrone sotto le mura di contenimento del centro storico è la «casetta del barcaiolo» da cui partiva il traghetto, registrata anche nella mappa del Catasto lorenese» (COMUNE DI GROSSETO '86, p.38).
 

Palazzo del Vescovo. Nella foto del 1910 i resti, oggi scomparsi, della torre che faceva parte del complesso.

Chiesa parrocchiale di S.Salvatore. Frammento di polittico dipinto da Giovanni di Paolo del Grazia

Fuori Porta Grossetana, sorge la chiesa di San Sebastiano, già di Santo Stefano, oggi chiusa al culto per il suo stato di abbandono.

Territorio di Istia. ASG, Uffizio dei Fossi , b.34 c.674. "Pianta topografica della Dogana di Monte Orgiali di moggia 1527, compreso il Terzo del Vescovo"