Il 20 settembre del 1223 il priore Martino, giudice nella causa vertente, per questioni di decime, tra l'abate di S.Lorenzo dell'Ardenghesca e il pievano di Ancaiano (nel territorio oggi del comune di Civitella Paganico), stabilisce che il procuratore di S.Lorenzo, il monaco Dietisalvi, sia immesso nel possesso di due parti di tutte le decime del luogo detto «Palonbaia» perché il pievano non si è presentato. In particolare l'abbazia è riconosciuto il possesso di «...duarum partium totius decimationis positarum in loco qui vocatur Palonbaia qui sic terminatur: de super strata qua itur Grossetum et eadem strata intrat in valle de Rusella iuxta Ripam Renalem et ipsa strata intrat in Rinbutaia et intrat fossatellum de Gorgis et fossatus Gorge intrat fossatellum de Sale et fossatus de Sale intrat flumen Unbronis et per flumen Unbronis revertitur ad eundem vadum de Rosella...» (Archivio di Stato di Siena. Patrimonio Resti Ecclesiastici. S.Spirito. 1223 Settembre 20). L'area di cui tratta il documento è l'odierno Pian Colombaio, sull'Ombrone a nord-est di Paganico, e dunque è attestato che agli inizi del XIII secolo qui transita una «strata», ovvero una via selciata cui è riconosciuta la funzione di condurre a Grosseto da un luogo prossimo a quello della confluenza dell'Orcia con l'Ombrone. Ciò fa emergere come Grosseto medievale sia collegata, mediante una «strata» che segue il corso dell'Ombrone, verosimilmente già utilizzata fin dall'antichità, ad un sito da cui si diramano direttrici importantissime verso l'entroterra, ed in cui per questo sono presenti "ospedali" a servizio dei viaggiatori. Sulla riva opposta dell'Ombrone, rispetto a «Palonbaia», è documentato nel 1140 l'«Hospitale de Pignese» (Ivi. Diplomatico. Riformagioni. 1140 Aprile 18), ed è questo un punto di sosta di una strada che proviene dalla Val d'Orcia che alla confluenza dei due fiumi s'innesta nella «strata qua itur Grossetum». Si tratta della «strada Montalcinense», così documentata nel 1280 (Archivio di Stato di Siena. Diplomatico. S.Maria Angioli. 1280 Novembre 13) riguardo ad un confine: questo va «usque ad stradam senensem et grossetanam et secundum quod trait et venit dicta strada usque ad stradam montalcinensem». La strada che, incontrando quella «montalcinensem» consente a chi proviene da Grosseto di accedere alla Val d'Orcia, dal nome «senensem et grossetanam» riferito nella carta del 1280 è attestata essere la via che collega la città maremmana a Siena, e sul suo percorso, appena oltre la confluenza fra Orcia ed Ombrone è un altro «hospitale», quello di Marcianello documentato nel 1211 (Ivi. Diplomatico. S.Spirito. 1211Maggio 6), ovvero ad un punto di assistenza ai viandanti presso l'attuale Monte Antico, sulla direttrice che lungo l'Ombrone conduce verso la confluenza del Merse. Ancora un «hospitale» testimonia quanto siano importanti le relazioni dell'antica via che collega il sito di Grosseto all'entroterra: è quello del «Ponte de Saxo», documentato dal 1197 (Ivi. Diplomatico. Riformagioni. 1197 Ottobre 2), ovvero quello realizzato all'attraversamento del fiume a Sasso d'Ombrone che consente il collegamento, attraverso Cinigiano, col Monte Amiata. Da qui a Grosseto la «strata que itur Grossetum» prosegue lungo Ombrone e passa per Istia, col tratto finale detto «via cupa», essendo creata l'alternativa da Paganico a Batignano solo nel secolo XIV, allorché il Consiglio Generale di Siena (Ivi. Consiglio Generale 171, c.30r-v. 1364 Marzo 27) delibera la realizzazione di una strada - atta a consentire un più agevole trasporto del sale dalle saline del Querciolo fino a Paganico - che transiti per Batignano. Di un tentativo per una alternativa del genere, in realtà, si ha notizia già nel 1262: il Constituto Senese di quell'anno stabilisce, infatti, «quod via et strata a domibus de Sciano ultra usque ad Fercole usque ad Paganicum, et a Paganico usque ad Roselle debeat examplari et sgombarari de maschiis et arboribus et sepibus ex ultraque parte vie, per XX.brachia» (L. ZDEKAUER, II Consituto del Comune di Siena del 1262, Milano 1897, p. 315). Evidentemente si tratta di una via antica ed ormai non utilizzata da tempo; ma in realtà la disposizione non deve esser stata rispettata, o comunque non ha avuto l'esito sperato, se nel 1282 (Archivio di Stato di Siena. Capitoli 1, cc. 561-562t. 1282 Giugno 23) la «strata de Paghanico que venit et vadit ad Grossetum» transita ancora per Campagnatico, i cui abitanti riconoscono a Siena i diritti di pedaggio.

Archivio di Stato di Firenze. Capitani di parte Guelfa, Cartone XXI, n.7. "Diogesi di Grosseto", particolare dell'area da Grosseto al confine con la diocesi di Siena. Secolo XVIII. La via che da Grosseto, costeggiando il fiume, è rilevata fino oltre Campagnatico, cioè fino al Ponte di Sasso d'Ombrone, è l'antica «strata qua itur Grossetum»; quella che transita per Batignano è la via realizzata dopo la decisione del Consiglio Generale di Siena nel 1364.