Nel medioevo
 

 

 
Nel medioevo
 

Archivio di Stato di Firenze. Mediceo 2029, 8. Prima metà del XVII secolo. Nel particolare qui riportato della pianta della pianura grossetana sono registrate - come in quella del 1748 - le due vie che da Grosseto si indirizzano verso Istia della cui esistenza informa la documentazione medievale, chiamando quella più vivina all'Ombrone "via nuova". Quella che nella pianta si indirizza verso «Sterpeto» è la «la via cupa» , ed il fatto che sia da identificare col «viale vecchio» , citato nell'inventario dei beni della Casa della Misericordia (c.32), conforta l'ipotesi che col nome «via cupa» si indichi un'antica strada romana, sulla quale sarebbe la villa individuata presso il podere Sterpeto, che probabilmente giungeva alla riva del Lago Prile al Querciolo, passando per il sito in cui sorgerà la città di Grosseto, cui giunge secondo il tracciato dell'odierna via Adda. Forse la «via cupa» apparteneva al reticolo delle strade della centuriazione della pianura sottostante Roselle.

Nel 1309, a c.4v del "Catasto della Grancia di Grosseto" (Archivio di Stato di Siena. Ospedale di S.Maria della Scala, n.1406, cc.4-6), è registrata la proprietà di un pezzo di terra presso la «via vecchia che va a Istia dalla via cupa e nelle Sterpeta». Poiché ambedue le vie citate nel documento collegano Grosseto ed Istia, è evidente che la zona in questione è quella odierna di Sterpeto, fra il cimitero ed il podere dallo stesso nome. Stante il toponimo, il luogo attraversato dalle due vie sembra sia stato a lungo caratterizzato dall'esser incolto ed invaso da sterpi, ma certamente tale non doveva essere in epoca romana, visto quali sono le testimonianze archeologiche che ha fornite, che anzi fanno ritenere la zona allora intensamente coltivata. E poiché dalla documentazione tale neppure appare essere nel medioevo, è probabile che in effetti "sterpeto" lo sia stata nell'altomedioevo, e che dunque il toponimo si sia formato in conseguenza dello spopolamento della campagna rosellana nel tardo antico, col decadimento della città. La terra in «Sterpeta» che compare nel Catasto del 1309 è probabilmente appartenente al patrimonio dell'Ospedale di S.Giovanni, fondato in quell'anno in Grosseto da Carmignano di Feo, e dunque da un personaggio che opera attivamente per potenziare le risorse economiche della istituzione cui ha dato vita, e questo in un periodo di particolare sviluppo economico per la città di Grosseto, in cui è rilevante l'azione di recupero di terre incolte nella pianura, addirittura anche di quelle acquitrinose nell'area di Lago Boccio. È ragionevole supporre, pertanto, che nel quadro di quell'azione intrapresa a partire da prima della metà del XIII secolo anche le caratteristiche del luogo «Sterpeta» mutino: è certo che la terra acquistata in questo luogo dal comune di Siena da quello di Pisa nel 1353 (Archivio di Stato di Siena. Capitoli 3, "Caleffo Nero", c.271. 1353 Aprile 19), è "terra vignata". Ciò sta a significare che al luogo è rimasto il nome attribuitogli nei secoli precedenti, ma che in effetti - sicuramente almeno per una parte di esso - gli sterpi che lo infestavano sono stati estirpati per l'impianto di vigne. Queste continuano ad essere coltivate nel '400, cosicché nell'inventario dei beni dell'Ospedale di S.Maria della Scala in Grosseto (1430) l'elenco delle vigne possedute si apre proprio con la registrazione di «una vinea posita in districtu grosseti in loco dicto lesterpeta».
 
Non è soltanto l'ospedale che ha terre vignate in questo luogo, acquisendone anche dalla Casa della Misericordia di Grosseto nel 1466,
ma ne posseggono anche privati: nel 1459 un "calzettaio", Antonio di Cristofano compra da Agostino di Giovanni una vigna in corte di Grosseto «detta la Sterpeta» (Archivio di Stato di Siena. Diplomatico. Archivio Generale. 1459 Giugno 2). Altri privati possessori di terre in Sterpeta figurano nelle confinazioni delle terre acquistate dall'Ospedale di S.Maria della Scala nel 1466, e figura anche l'Opera della Cattedrale di Grosseto.

Archivio di Stato di Siena. Ospedale di S.Maria della Scala, n.1406. Inventario dei beni dell'Ospedale di S.Maria della Scala,c.28. 1430

Archivio di Stato di Siena. Ospedale di S.Maria della Scala, n.1406. Inventario dei beni della Casa della Misericordia, c.32. 1466