La facciata
 
I restauri della chiesa hanno rivelato come la struttura muraria delle sue pareti longitudinali sia a bozze di pietrame squadrate fino all'altezza di 4 metri e mezzo circa, e poi in muratura mista di pietrame irregolare e mattoni (cfr.B.SANTI '95, p.125). Nell'intervento del 1911, ricordato da una lapide posta all'interno della chiesa, la facciata ed il fianco sinistro sono intonacati a finte bozze e coronati da una gronda con modanatura e lunette di cemento (cfr.G.MARRUCCHI '98, pp.158-159). Nel restauro del 1986 il ripristino dell'aspetto conferito alla chiesa con quello precedente avviene soltanto in parte: nella facciata, infatti, sono lasciare a vista solo le parti in travertino ben lavorato, appartenenti al paramento originale, che si trovano nella parte inferiore della facciata, ed è ricoperto con un intonaco di colore simile il resto. Dopo questo restauro, dunque, è rimasta la bifora a tutto sesto, divisa da una colonnina dal fusto liscio con semplice capitello fogliato, sovrastante il portale, realizzata nel 1911, al posto della finestrella che già nel 1773 - probabilmente - aveva sostituito l'«oculus» attestato esservi dal visitatore Bossi nel 1576. La finestrella è visibile in una foto di fine '800, che mostra anche l'edificio dell'antico ospedale. Semplicissimo è il portale, ornato da due lesene con capitello in travertino, ed assai interessanti sono le quattro pietre scolpite a bassorilievo, collocate in facciata probabilmente nel 1773, secondo quanto ipotizza l'Ademollo.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ripuliti nel restauro del 1986, ma lasciati nella collocazione precedente, sono i quattro bassorilievi della facciata, che l'Ademollo (A:ADEMOLLO '894, p.103) ipotizza vi siano stati collocati durante i restauri del 1773: «frammenti scultorei erratici: alto-medievali, romanici e gotici, raffiguranti elementi vegetali, animali e umani...Una formella decorata con la palma feliciter e rosette stilizzate richiama i modelli bizantini, mentre le altre rimandano alle allegorie animali dei bestiari del medioevo, dove l'aquila associata al serpente è simbolo del trionfo dello spirito sulla bestialità, così come l'altro animale dal significato apotropaico con le fauci spalancate, il corpo e la coda contorti in posizione innaturale. Fra queste lastre si distingue il bassorilievo di recupero decorato da una figura a mezzo busto, in cui è riconoscibile sia per la tonsura e l'abito monacale, che per le catene che cadono dal braccio San Leonardo protettore dei carcerati. Questa figura, inquadrata entro una cornice dalle forme leggermente stondate ai margini, induce a pensare ad un unico ciclo scultoreo appartenente ad un arco di portale scomparso ed i cui frammenti superstiti sono murati disordinatamente anche nel lato settentrionale della Cattedrale di San Lorenzo» (V.MAZZINI '99, pp.38-39).