S. Michele nelle "Visite"
 

Archivio Segreto Vaticano. Congr. Vescovi e regolatori. Visite Ap.60 (già Congr. Concilii, Visite Ap. Vol.119), c.23v

Il più antico resoconto pervenutoci di una "Visita" alla chiesa di S.Michele a Grosseto è quello del 14 febbraio del 1576 del visitatore apostolico Francesco Bossi, vescovo di Perugia (Archivio Segreto Vaticano. Congr. Vescovi e regolatori. Visite Ap.60 [già Congr. Concilii, Visite Ap. Vol.119], c.23v-27v). Il visitatore riferisce che la chiesa è dotata di quattro altari: il maggiore, in laterizio e sovrastato da una «Icona pulcra» - forse il grande polittico di cui era cuspide la tavola raffigurante S.Michele, oggi nel Museo Diocesano - , due sulla parete destra e, un altro sulla parete sinistra, presso la porta, dedicato a Maria. Quest'ultimo «Vallatum est cancellis ligneis, et duae columnae summam tecti partem testudinatam, qua altare predictum tegitur, substinent. Icona est pulcra, et plura uota, quae ex parietibus pendent, magnae esse deuotionis ac uenerationis indicant». Probabilmente apparteneva ad una delle colonne di cui riferisce il visitatore quella base che, conservata nell'ingresso del palazzo che è sorto dove era la chiesa, ne costituisce l'unico tangibile ricordo ancora rimasto. Sulle condizioni generali della chiesa il vescovo Bossi rileva (c.24): «... Ecclesiae tectum partim tegulis, partim ex asseribus confectum, et multis in locis aqua in ecclesiam deriuat. Parietes sunt incrustati, magnaque ex parte perforati... In parte cornu Epistolae adest locus quidam, qui pro sacristia deseruit, et est indecens, cum una tantum capsula ad seruanda paramenta ...». Antonio Cappelli
(A.CAPPELLI '10, p.14) fa una sintesi delle notizie che si hanno di S.Michele dopo la visita del 1576: «Dalle relazioni manoscritte delle visite pastorali esistenti nell'Archivio Vescovile di Grosseto deducesi come monsignor Clemente Politi nel 1592 ordinasse che questa chiesa deficiente di pavimento, si mattonasse, e che essendovi nell’orto annesso un lavatoio pubblico, fosse proibito alle donne di passare per andarvi dalla casa del curato. Nel 1604 la chiesa minacciando rovina fu ordinato ripararvisi e di più si ultimasse lo spino del pavimento a mattoni nella medesima e nella sagrestia.... "Nel 1617 a tempo di don Panfilo Clementi priore ed in occasione di far restaurare l'altare maggiore di questa chiesa fu ritrovato in esso un vaso di terra assai antico, coperto, con un lastrone di piombo intorno al qual erano scritte l'infrascritte parole S. Michaelis Arcangeli, S.Bartolomei Apostoli: dentro al qual vaso furono ritrovati numero settanta frammenti d'ossa e tre pietre credute dei monte Garsano e fu ordinato dover farsi fare dal Parroco un'urna per collocarvele ed intanto furono sigillate dal cancelliere vescovile e riposte sotto l'altare, nè si è mai sentito dire nulla di più intorno alle medesime né se più vi siano " (F.ANICHINI, Storia ecclesiastica..., I, c.164 ). Eravi in questa chiesa un altare con una immagine della Vergine sotto il titolo della Visitazione, dipinta in affresco, assai venerata dal popolo di Grosseto, come afferma l'Anichini. Era stata eretta in questa chiesa e a detto altare un'antica congregazione di donne le quali verso la fine dei secolo XVI ottennero dal vescovo Borghesi i propri regolamenti o costituzioni.... La cura di S. Michele era conosciuta anche col nome di cura della Fortezza, perchè come dicemmo, alla parrocchia di S. Lucia spettava il servizio spirituale del presidio militare e quindi, soppressa questa chiesa, tale mansione rimase al parroco di S. Michele. Difatti nella visita fatta nell'anno 1676 per lo Stato Senese, in cui si comprendeva Grosseto, dall' auditor generale Bartolomeo Gherardini per ordine di Cosimo III de' Medici, Granduca di Toscana, è citata la chiesa di S. Michele con cura d'anime ma però con poca giurisdizione e la maggiore è quella della Fortezza della città. Nella Curia Vescovile di Grosseto è l’inventario o catasto dei beni che possedeva questa cura di S. Michele come pure quello dei beni. Della soppressa chiesa parrocchiale di S. Lucia e del benefizio della Visitazione. La chiesa di S. Michele era di libera collazione cioè il parroco veniva nominato dalla sola autorità ecclesiastica: si riconosce ancora il nome dei parroci che si sono succeduti nel governo di detta prioria, ed esso procede senza interruzioni fino dal 1558. L'ultimo parroco economo fu certo Francesco Coscia che lasciò un libro di ammininistrazione da lui incominciato il 31 marzo 1781».
 

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