Un oratorio armonico e decoroso
 

La definizione di «Oratorio di semplice architettura, ma armonico e decoroso», data dal Cappelli, sembra appropriata per la chiesa della Confratenita della Misericordia di Grosseto.

Il tempio, realizzato dal 1844 in forme neoclassiche, presenta un basamento in bozze di travertino in cui sono forse riconoscibili tracce rimaste dell'antica chiesa di S.Leonardo, che in precedenza occupava lo stesso spazio. Le superfici delle facciate sono ripartite da lesene in travertino e marcapiani, con una sorta di doppio frontone ad interrompere la verticalità del prospetto principale. «La piccola torre campanaria, posta sull'angolo posteriore di sinistra ed a sezione quadrata, presenta una monofora per ciascun lato. All'interno della chiesa si notano lapidi ottocentesche, mentre il balcone per l'organo, all'interno della facciata, reca una curiosa epigrafe per la quale, nel 1905, il Re Vittorio Emanuele III era nominato "Capoguardia onorario della Misericordia". La porta d'ingresso, finemente ornata da bassorilievi in legno, è opera del senese Antonio Rossi (1856)» (G.GUERRINI '96, p.38).
 

Guido da Siena, «Il Giudizio finale » (fine secolo XIII), già nella chiesa di S.Giovanni Battista della Miseri-cordia, conservata oggi presso il Museo Diocesano d'Arte Sacra.

All'interno della chiesa nel 1894 l'Ademollo non rileva la presenza del dipinto raffigurante il Giudizio Universale, forse allora in cattedrale, qui rimasto dopo esservi stato custodito durante la costruzione dell'edificio, e riferisce che: «Questa Congregazione possiede una vecchia bara mortuaria, la cui testiera e pedana sono fregiate squisitamente di pitture, che credonsi del pennello di Gio. Antonio d'Iacomo Razzi di Siena, detto il Sodoma, o per lo meno della sua scuola. Nell'interno sonovi alcune iscrizioni di recente data, alla memoria di fratelli morti sul campo di battaglia nelle campagne 1848-59. La prima a destra entrando è dedicata ad Ottavio Pizzetti, l'altra a sinistra in faccia a questa è dedicata ad Egisto Scapecchi, morto il primo a Curtatone, nel glorioso combattimento del 29 maggio 1848; morto il secondo a Vinzaglio nel 30 maggio 1859» (A.ADEMOLLO 1894, pp.106-1O7).