La cappella di S.Antonio
 

Dal coro, a destra, si accede alla cappella dedicata a S.Antonio da Padova, costruita nel 1641 (F.ANICHINI, Storia ecclesiastica cit., c. 174: «Il 1641 fu fatta la fabbrica della cappella di S. Antonio»). In S.Francesco già esisteva un altare dedicato al santo patavino, ma evidentemente tanta era la devozione che a questi avevano i grossetani, che numerosi cittadini assunsero l'iniziativa dell'edificazione della cappella. Indubbiamente ciò ha comportato una evidente compromissione alle linee medievali dell'esterno della chiesa. Coperta con volta a botte dipinta a fresco, è suddivisa in cinque scompartimenti, con varie lunette pitturate nelle pareti.

 

 

 
L’interessante ciclo di affreschi raffigura, con particolare eleganza e freschezza pittorica, episodi della vita di S.Antonio, attorniati da una decorazione a fogliami, putti e allegorie delle virtù. La raffigurazione dei miracoli del santo nella lunetta e l’ovato centrale della volta sono opera di Antonio Nasini, compiuta nel 1679 su commissione di Violante Biagi, priora della Compagnia di S. Antonio. Le altre pitture della volta e delle due lunette di prospetto all'altare sono state eseguite nel 1683 da Francesco Nasini, padre di Antonio.
 

Archivio di Stato di Siena. Conventi 491, "Cabreo ò vero Descrizione e Piante delli Beni et Effetti spettanti al Convento dei P.P. Minori Conventuali di S.Francesco nella Città di Grosseto. Fatto nell'anno del Sig.re MDCCXXIII dall' Ing.re Dio/ Mazz.", c.29. Anno 1723. "Pianta delle Terre del Turini addette all'Altare di S.Antonio".

F.ANICHINI, Storia ecclesiastica cit., c.172: « Il 1687 fu lasciato all’altare di S. Antonio da Padova di detta Chiesa un tenimento di terre di moggi 5 in corte di Istia in luogo detto La "Marruca" dal Sig. Bernardino Turini senza obbligo alcuno e la camerlenga dell’altare dicesi ne debba avere la copia del legato - libro entrata e uscita di detto altare nell’Archivio del convento del 1655. f°4 e 5».

Ivi, c.173: « Il 1687 il Sig. Bernardino del q. Giovanni Paolo di Casamaggiore perugino nel suo testamento rogato da Ser Fabio Bonaventura S... notaro pubblico lasciò al convento scudi 400 da impiegarsi e col frutto di esso celebrarsi dal PP. all’altare di S. Antonio da Padova messe 140 l’anno. Questi denari passarono in diverse mani e per ultimo furono fondati in una vigna del Sig. Silvestro Faneschi posta per la Via di Istia , e confina vigna dei Sigg. Bianchi, monache di S.Chiara, Anton Francesco Mazzuoli e via pubblica e se altri. La quale possessione dal Faneschi fu donata all’eredi Sulli a quali fu evitta dai PP come morosi nei pagamenti del canone nell’anni scorsi ed ora appartiene allo stesso convento costumandosi così da detta religione che ogni sopravanzo di entrata che resta da detto stabile detratta l’elemosina pelle messe 140 vada a benefizio del convento. Campione A f° 58.65.6gt. 72. Campione B f° 96.138. Filo affari n° 42».

 

 

 

 

 

 

 

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