La riapertura di Porta Murata
 
Allegati ad una relazione del 5 luglio 1753, intitolata "Sentimento del Colonnello Warren sopra il Progetto di aprire la Porta Murata di Grosseto" sono tre disegni ad acquarello che illustrano i lavori che dovranno esser eseguiti per la riapertura dell Porta Murata, e dunque che daranno a Grosseto la Porta Nuova.

Archivio di Stato di Firenze. Regie Fabbriche f. 550, c. non num. 1754, Gennaio 22. Disegni allegati alla relazione del 5 luglio 1753. Il Disegno n.1 è relativo alla "Pianta del Lavoro, che si considera di fare per aprire la Porta Murata della Città di Grosseto"; il n.2 al "Profilo preso dalla lettera A fino alla lettera E della suddetta Pianta". Accanto a questo disegno è la legenda: A. Apertura nel Glacis, dove si pensa fare una Bariera di legno sostenuta da due colonne simili, e palizzate, che serrino il Cammin coperto da ambi le parte. B. Terreno da ricrescersi fino alla testa del Ponte fisso, e mettervi un Caval di Frisia. C. Ponte levatoio messo nell'apertura della Muraglia da farsi avanti l'ingresso della Porta. D. Ridotto frà la Muraglia, e la Porta al presente scoperto, e che si pensa coprir con Tettoia. E. Corpo di guardia con Stanza sopra, dove al presente dormono i Soldati, che armano detto Posto. F. Stanza al presente ripiena di terra, che si pensa vuotare, e renderla abitabile per i soldati della Guardia. G. Casette, che si considera di fare per l'Ufiziale di Guardia, quando non si giudicasse proprio ridurre per il medesimo la stanza che è adesso sopra la Porta.

 
I disegni illustrano «la sistemazione prevista per l'apertura della Porta Murata, già Porta di San Pietro, chiusa all'epoca dell'intervento mediceo. Tra il Bastione di San Francesco (con le piazze basse), ed il Bastione delle Monache (le piazze basse risultano mancanti), i due ponti, uno in muratura di mattoni su tre arcate, l'altro un ponte levatoio in legno, collegano lo spalto esterno ("Glacis") con il cammino coperto, al Corpo di Guardia della Porta. La sezione mostra il torrione di Porta San Pietro; inoltre, le palizzate prima del ponte, ed il fossato con la cunetta. Sono rappresentate le tre strade che giungono alla porta: la strada della Marina, quella di Montepescali e la strada da Siena. La pianta ed il profilo del Corpo di Guardia, ne mostrano l'articolazione interna» (M.FORLANI CONTI (a cura di) '89, p.86). La riapertura della porta è fortemente voluta dai cittadini grossetani, che in proposito rivolgono istanze al granduca nel 1753 (Archivio di Stato di Grosseto. Comune Preunitario. Memorie M, 377, cc.243-245). «La periferia dovette essere più frequentata e meglio sfruttata a partire dal 1755 ... La zona era destinata ad uso agricolo e dunque caratterizzata da una forte presenza di granai, magazzini e fienili. Circondata da campi incolti e vigne abbandonate era quasi disabitata, nonostante la posizione privilegiata, elevata e salubre. Dal documento sembra che i cittadini preferissero l'apertura della Porta Nuova al restauro di Porta Vecchia poiché era spesso allagata dalle piene dell'Ombrone e dalle frequenti piogge, soggetta a forti venti e al passaggio di due fogne con conseguente pericolo per la salute pubblica...(M.S.Fommei ' 96, p.103). I due edifici militari nei pressi di Porta Nova, il "Casone" e il "Casonicino", costruiti «in luogo appartato e poco frequentato, ma dotato di un'ottima cisterna, nel 1784 vennero destinate a dimora dei lavoranti della campagna. In mancanza di altri luoghi convenienti il Casone in un primo momento sarebbe dovuto divenire una locanda per i forestieri. Nello stabile rimasto invenduto invece le sedici stanze abitabili vennero divise in sette appartamenti ed affittate ad altrettante famiglie. Anche l'altro quartiere detto il "Casoncino" di fronte al Casone, bruciato e del tutto rovinato, nel 1784 fu richiesto dalla comunità per divenire "un magazzino di grano e biade e abitazione per comodo delle famiglie fiorentine che vengono a stabilirsi nella città"» (Ibidem).