La "barriera" di Porta Nuova
 

Porta Nuova. Epigrafe commemorativa dei restauri effettuati nel 1823 dal granduca Ferdinando III di Lorena, sul lato sinistro della porta.

Nel 1794 il comune di Grosseto delibera che sia posta una «Catena presso la porta Nuova per impedire il continuo transito dei barrocci, carri e carichi di Carbone, doghe, e legni da Costruzione...». Questo gran traffico attesta che ormai la porta è divenuta più importante di Porta Vecchia, e per questo nel biennio 1822-1823 vengono effettuati importanti lavori che ne trasformano l'aspetto: «La porta, preceduta dal ponte che superava il fosso di S. Giovanni, presenta una copertura architravata sormontata da un attico scandito da tre riquadri rettangolari e delimitato da un parapetto. Caratteristica è, poi, la presenza lungo la cinta muraria di garitte munite di campanella per dare l'allarme in caso di pericolo. I lavori, dei quali fu incaricato l'ing. Lorenzo Corsi, rìguardano l'abbattimento della "Torretta o Casa" posta sopra di essa, la creazione di una nuova porta che, con le sue linee
architettoniche non fosse in contrasto con quelle delle mura e garantisse "il diporto di una terrazza scoperta di dove gettare un colpo d'occhio sulla sottoposta ed estesa pianura grossetana". La facciata esterna doveva essere in laterizio e presentare un'ìscrizione marmorea ricordante l'avvenimento, mentre all'interno "un bugnato liscio di buona superficie di mattoni coperta de

Archivio di Stato di Grosseto. Comune di Grosseto, cat. X, busta 2. 1866. Progetto, non realizzato, dell'ingegnere Bernardo Santini per la costruzione di una barriera a Porta Nuova

l colore che potrà convenirgli, come nel disegno; in due pilastri in aggetto costruiti come sopra, e che rappresentano la forza di resistenza contro la pinta dell'arco coperto alla sommità da un capitello su cui posa un cippo quadrato al quale sì riporta la ringhiera di ferro da quella parte della terrazza; in due tronchi infine dì colonnette a terra che aggettano sopra i Pilastri, e che ne fingono la difesa a guisa di pioli". La costruzione, in conclusione, non più coperta all'ìnterno da travi lignee ma da una volta sormontata da una terrazza panoramica, viene ribassata di circa 3 metri rispetto alla precedente munita all'esterno da una specie di "frontone di forma ellittica assai rozza, [...] forse [...] creato per impedire le dìserzioni dei Militari dalla sommità delle mura, senza del quale con facilità sì sarebbe potuto scendere sul parapetto del sottoposto Ponte distante d'appiombo da detta cima sole B: (racci)a 8 1/2. All'oggetto per tanto di conservare in linea di
militar disciplina questa sìcurezza contro le diserzionì, la sommità dei merli del nuovo progetto, unico punto, su cui potrebbe basarsi il piede d'uomo - per tentare una dìscesa, è alta sopra detto parapetto B:(raccì)a 13"» (E.M.BERANGER '87,pp.3-4). Dal 1830 numerosi sono i progetti proposti per la sistemazione della zona fuori Porta Nuova, e fra questianche il "Progetto di

La barriera di Porta Nuova alla fine dell'800

Apertura nella cinta di Grosseto" di cui è autore nel 1839 lo stesso Alessandro Manetti, impegnato nella bonifica della pianura grossetana. Con questo progetto, non realizzato, si inizia a considerare la necessità di ampliare lo spazio antistante la porta ed a rilevare come in effetti non vi sia più quella «di chiudere la cinta in tempo di notte». In effetti soltanto nel 1860 viene riconosciuta dal comune «la necessità di esonerare le Guardie Municipali dal Servizio delle Porte della Città in tempo di notte», e quella di adeguare l'accesso settentrionale alla città al traffico, ribadita nel 1848 dall'ingegnere Lamberto Neri, trova soluzione solo nel 1864: in previsione della realizzazione della stazione ferroviaria, il 2 marzo la Comunità di Grosseto delibera di ampliare l'ingresso alla Porta Nuova mediante l'apertura di una barriera e l'allargamento del ponte che precede la porta stessa. Si decide inoltre di creare un
viale alberato che dalla stazione conduca direttamente alla città e di incaricare della redazione del progetto l'ingegnere Bernardo Santini. «È proprio in questo periodo che si perdono definitivamente le tracce della vecchia Porta Nuova, nonché della cortina muraria risalente all'antica Porta San Pietro.
Nel 1920, a seguito del nuovo Regolamento Edilizio, viene riempito il fossato antistante la Porta ed interrato il ponte e nel 1923 viene eliminata la barriera. L' intervento sicuramente più grave risale al 1939, quando fu deciso l'abbattimento di un lungo tratto di mura a sinistra di Porta Nuova nella zona antistante il Palazzo del Popolo (oggi sede della Guardia di Finanza). In quell'occasione furono demoliti ben 37 metri di cortina muraria lasciando, tra Porta Nuova (o la Barriera) e la demolizione attuata, una piccola porzione di mura lunga circa 20 metri oggi ancora visibile» (F.SARETTA ' 99, pp.72-73).
 

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