La realizzazione della Platea Communis
 
A fine secolo XIII, nel quadro programma complessivo di ristrutturazione dell'area della nuova cattedrale, ecco che si vuol sottolineare la rottura col passato, caratterizzato da un rapporto di sudditanza con gli Aldobrandeschi, anche con la realizzazione di una nuova grande piazza, che con la configurazione stessa ad essa conferita cancelli il primato di quella sulla quale si affaccia il palazzo dei conti, la piazza che nel 1301 (Archivio di Stato di Siena. Capitoli 2, "Caleffo dell'Assunta", c.35, 1301 Agosto 8) è detta «piazza del mercato di Grosseto» (dal 1345 la piazza del 'Cassero del sale'». Questa volontà fa sì che in Grosseto si vada oltre alla mera applicazione del modello formale che ispira anche la progettazione della Piazza del Campo di Siena, poiché infatti nella città maremmana si attua un criterio innovativo, quello della concentrazione dei principali edifici cittadini nella Piazza del Comune, adottato altrove, in quel periodo, soltanto a Massa Marittima.
Già nel 1222 è documentata una ‘piazza del Comune di Grosseto’, costituita da uno spazio certo prossimo alla chiesa maggiore, e sul
quale si affaccia anche il nucleo originario del palazzo del Comune. La sua superficie dovrebbe coprire solo una piccola parte di quella che avrà la nuova grande piazza, ma la sua esatta individuazione è impedita dalla mancanza di dati archeologici che
consentano di individuare perfettamente la collocazione della chiesa, e dunque la sua posizione rispetto al palazzo comunale. Forse buona parte dell'area della piazza era costituita dallo spazio poi occupato dalla nuova ‘Curia del Comune di Grosseto’, documentata nel 1293, l’anno prima dell’inizio della edificazione della cattedrale. I progettisti della ristrutturazione dell’area circostante la nuova chiesa maggiore di Grosseto si adoperarono per conferirle una dignità pari alla funzione assegnatale, togliendole quella di mera zona di transito verso la piazza del mercato (la piazza degli Aldobrandeschi) quale dovette essere prima della ristrutturazione. A questo criterio si attiene, dunque, la progettazione dell'ospedale di S. Giovanni Battista, fondato nel 1309 su una superficie occupata oggi soltanto in parte dal palazzo del Municipio realizzato fra il 1867 ed il 1870, e dell'edificio adibito a palazzo dei Priori. E' da osservare come la posizione dei due edifìci valga a far sì che il palazzo dei Priori sbarri, e devii sul retro, la via che altrimenti transiterebbe proprio davanti alla nuova cattedrale. Con ciò fu creata per la chiesa una piazza propria, di dimensioni tali da imporne una visione che ne esalti la mole e che si affianchi degnamente alla assai più vasta piazza del Comune. L'accesso principale a quest'ultima era al centro del lato che fronteggiava il palazzo comunale, mediante la via poi chiusa con la costruzione dei magazzini dell'Abbondanza. L'estensione dell'area oggetto della ristrutturazione iniziata alla fine del XIII secolo è facilmente riconoscibile osservando la pianta del centro storico, ove è evidente che soltanto gli edifici prossimi al Duomo hanno l’orientamento della chiesa,

Archivio di Stato di Siena. Archivio Notarile, Antecosimiano 50, c.49. 1338 Febbraio 17. L'imbreviatura di Francesco di Niccolino da Siena si riferisce alla vendita della baratteria di Grosseto, ed attesta come la presenza di logge nella piazza principale della città risalga almeno al XIV. Vengono stabiliti i luoghi ove è concesso possa tenersi il gioco, e fra questi «in logia que est in platea publica Comunis Grosseti».

mentre tutto il resto della città entro le mura ne ha uno diverso, derivante dallo sviluppo del suo nucleo originario su direttrici ben precise, costituite da tratti di vie antiche. La ragione di questa diversità di orientamento fra vecchio e nuovo risiede nelle caratteristiche scenografiche da conferire alla piazza. Ispirandosi al modello senese della Piazza del Campo, i progettisti disegnarono obliquo rispetto all'asse longitudinale della città quello della cattedrale, affinchè il suo lato meridionale costituisse il limite opportunamente orientato di un grande spazio a ventaglio. Questo a sua volta è contenuto nell'area trapezoidale in cui si trovavano gli edifici pubblici della città. E facile osservare come la linea cui appartiene la diagonale del transetto del Duomo prosegua ad unire gli angoli della facciata del palazzo oggi della Provincia, e come quella linea sia in realtà l'asse delle vie a nord e a sud dei due edifici — le odierne vie Vinzaglio e Ricasoli—, che evidentemente costituivano originariamente un'unica strada. Come il palazzo dei Priori, così anche la cattedrale stessa impediva, dunque, che una direttrice longitudinale attraversasse l'area della grande piazza del comune (cfr. G.PRISCO '89, pp.73-77, M.ASCHERI-G.PRISCO ’96,pp.101-104). Con il completo assoggettamento a Siena, i rappresentanti di quella città in Grosseto risiedono nella piazza principale: quando, nel 1386, viene dichiarato che le acque del Lago di Castiglioni non sono più in grado di fornire sale, l'importante documento è «Actum in civitate Grosseti in domo habitationis et residentie offitialium paschuorum pro comuni Senarum posita in dicta civitate Grosseti cui ab uno platea comunis, ab altero dpmus sive palatium habitationis et residentie domini Capitanei mariptime comuni Senarum...».

Archivio di Stato di Firenze. Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche Granducali. Filza 550, inserto n.4. "Lavori nella Piazza Principale di Grosseto". Relazioni, lettere e disegni di Francesco Amari Fineschi, Capo Mastro delle Strade di Siena, e dal Cavaliere Attilio Fabreschi, Provveditore della Fortezza di Grosseto, incaricati di seguire i lavori di pavimentazione della piazza principale della città.

Nel 1430 il comune di Siena possiede numerose botteghe che si affacciano sulla piazza di Grosseto, delle quali due unite in un solo ambiente adattato a magazzino del sale. In piazza sono anche la casa in cui ha sede «lofitio de paschi», che confina con un «palaço con una torretta...nel quale palaço stava el capitano digroseto et ora nuovamente e acconcio per la comunità digroseto». Un altro palazzo è posto sulla piazza di Grosseto, «dove alpresente habita elpodesta et tiensi la corte al quale dinançi e lachiesa catedrale et dadue lati e lavia delcomuno. Nelquale chasamento e uno ponte e sotto aesso ponte vipassa lavia delcomuno e confina colacasa de priori digroseto...». Il 9 febbraio del 1465 «la Repubblica di Siena decretò la spesa annua di fiorini 100, per la costruzione di una cisterna a Grosseto, della tenuta di 2.OOO moggia di acqua e ciò perché il fiume Ombrone erasi tanto discostato dalla città da rendere malagevole l'attingervela. Di questo cisternone si è perduta ogni traccia, ma probabilmente dovea essere nel centro della maggior piazza» (A. ADEMOLLO 1894, p.125).Il "cisternone" è così descritto dal Boldrini nel 1760 (J. BOLDRINI, Relazione... in V. PETRONI, s.i.a., p.179): «Attorno la gola della Cisterna di Piazza vi sono la Balzana e il Leone e le Arme Benassai e Gabrielli», e la sua localizzazione era diversa da quella ipotizzata dall'Ademollo. Lo dimostra con chiarezza la pianta del 1744 allegata alle relazioni relative ai "Lavori nella Piazza Principale di Grosseto", nella quale la cisterna è rilevata presso l'angolo della piazza ove giunge la Via del Ghetto, l'odierna via Ricasoli, ovvero ove è trasferito il "tempietto" in ghisa già del pozzo scavato al centro della piazza, allorchè qui è posto il monumento a Leopoldo II.

 

 

 

 

 

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