Il Museo d'arte Sacra della Diocesi di Grosseto
 

Da COMUNE DI GROSSETO - UFFICIO COMUNICAZIONE - DIREZIONE MUSEO, Museo Archeologico e d'Arte della Maremma. Museo Diocesano d'Arte Sacra.
24) La collezione Cappelli 25) La collezione Cappelli 26) La collezione Cappelli - Opere dal XIII al XVI secolo 27) Museo Diocesano d'Arie Sacra 28) Museo Diocesano d'Arte Sacra 29) Opere dal XVI al XIX secolo 30) La collezione Cappelli 31) Oreficerie e arredi liturgici 32) Oreficerie e arredi liturgici 33) I corali della cattedrale 34) Le ceramiche
«II Museo Diocesano è a tutti gli effetti un museo nel museo: lasciata l'archeologia che occupa integralmente i primi due piani del Palazzo, ci si ritrova infatti immersi in una atmosfera del tutto diversa fra le opere d'arte sacra. Il Museo Diocesano è unito al Museo Archeologico dal 1975 a seguito di un accordo fra il Vescovo e il Comune. L'esposizione è ordinata cronologicamente ed è introdotta dalla collezione del fondatore del museo, monsignor A. Cappelli, formata da opere che vennero acquistate per lo più a Siena e nel Senese. Tra queste si segnalano molti pezzi di qualità, fra cui i due santi, superstiti di un polittico, attribuiti a Sano di Pietro e al Maestro dell'Osservanza (metà sec.XV), e la Santa Cecilia di Berardino Mei. Di grande valore è la collezione delle opere provenienti dalle chiese della Diocesi, attribuibili in massima parte ad artisti senesi operanti per il centro maremmano. Si ricordano il Giudizio Finale del XIII secolo già nella chiesa di San Leonardo e attribuito a Guido da Siena o alla sua scuola, il Cristo in Pietà di Pietro di Domenico (fine sec. XV), la Madonna di Girolamo di Benvenuto (inizio sec.XVI), la Madonna delle Ciliege del Sassetta (metà sec. XV) proveniente dalla Cattedrale di San Lorenzo, ma anche i frammenti della decorazione scultorea esterna della stessa Cattedrale (Agostino di Giovanni, XIV sec.) e gli angeli di marmo (G.A. e B. Mazzuoli, 1708) in origine posti a decorare I'altare della Madonna delle Grazie, smontato nel corso dei restauri del Duomo alla fine dell'800. Da altri altari non più esistenti proviene la grande pala della Madonna del Carmine del pistoiese Giacinto Gimignani (1648) e la Madonna col Bambino e i quattro santi protettori di Grosseto di Ilario Casolani (1630), con una veduta della città entro le mura medicee. Il Museo Diocesano raccoglie anche oggetti liturgici, parati, codici miniati, testimonianze del culto popolare» (COMUNE DI GROSSETO - UFFICIO COMUNICAZIONE - DIREZIONE MUSEO, Museo Archeologico e d'Arte della Maremma. Museo Diocesano d'Arte Sacra, cfr. M.G.CELUZZA '98, EADEM '99).

«Il Museo ospita la raccolta Diocesana d'Arte Sacra con pregevoli opere d'arte provenienti dal Duomo e da altre chiese cittadine. Naturalmente, considerate le vicende storiche della Maremma, si tratta soprattutto di opere di scuola senese rappresentata da pitture sin della sua prima origine. E’ il caso del Giudizio Universale, tempera su tavola con cornice originale proveniente dalla chiesa della Misericordia e tradizionalmente attribuita a Guido da Siena, prima personalità storica della pittura senese, attiva nella seconda metà del XIII secolo. L'interessante iconografia di questa tavola databile intorno al 1280, sembra essere d'ispirazione francescana: al centro è il Cristo Giudice nella "mandorla" con ai lati gli angeli che suonano le trombe del Giudizio. In basso a sinistra, la resurrezione dei morti e i beati accompagnati da San Francesco verso la porta del Paradiso. In basso a destra, i dannati gettati nelle fiamme dell'inferno. Gli stilemi di Guido, ancora bizantini, troveranno in Duccio, per la tradizione suo allievo, un nuovo linguaggio, dando vita alla scuola pittorica senese medioevale. La tradizione duccesca è qui rappresentata dal nipote, Segna di Bonaventura (not. dal 1298 al 1327) cui è attribuita un'elegante e composta Madonna con il Bambino, tempera su tavola proveniente dalla chiesa della Misericordia. Ancora duccesco è l'elegante San Michele Arcangelo che uccide il Drago, tempera su tavola, cuspide superstite di un polittico disperso, inserita nella cerchia di Ugolino di Nerio (not. dal 1317 al 1327). La piccola tavola cuspidata con la Madonna con il Bambino, attribuita al cosiddetto "Maestro della Madonna Strauss", ci introduce nella raffinata eleganza gotica di Simone Martini e della sua bottega, mentre la Madonna con il Bambino, nota come la Madonna delle Ciliegie, di Stefano di Giovanni detto "il Sassetta" (circa 1400-1450) illustra emblematicamente gli sviluppi quattrocenteschi dell'arte senese e i suoi contatti con quella contemporanea fiorentina e nordica. Frammento di una più vasta composizione, questo capolavoro del Sassetta, è un'elegante e rigorosa sintesi di forme assimilate a solidi geometrici, resa deliziosa di un tema, il Bambino che si porta delle ciliegie alla bocca, ripreso da Masaccio.

Sano di Pietro (1406-1481), contemporaneo del Sassetta e per certi aspetti affine, pittore dalla produzione copiosissima, è qui rappresentato dai due Santi Girolamo e Antonio abate, laterali di un polittico disperso provenienti dal Duomo. Ancora del Quattrocento sono lo stucco policromo di alta qualità raffigurante la Madonna con il Bambino, due Santi e cinque Cherubini, di Neroccio di Bartolomeo (1447-1500); la Madonna con il Bambino e i Santi Sebastiano e Bernardino da Siena, tavola dipinta da Benvenuto di Giovanni (1436-1518 circa), e il Cristo Passo e i Santi Crescenzio e Rocco, lunetta tradizionalmente attribuita a Pietro di Domenico (1457-1502); ma forse più vicina ai modi di Girolamo di Benvenuto. Un Cinquecento non ancora controriformato è testimoniato da Bartolomeo Neroni detto 'il Riccio" con le quattro testate di bara provenienti dalla chiesa della Misericordia - Cristo morto, la Madonna, San Francesco d'Assisi, il Beato Gherardo da Villamagna - datate verso il 1550. Di Alessandro Casolani, protagonista dell'ultima scuola senese in senso stretto, è la tela con Cristo crocifisso, la Madonna e i Santi Andrea, Bartolomeo, Francesco d'Assisi (?) e il committente. Il dipinto del 1583, proviene dal Palazzo Piccolomini in via di

La prima sede del Museo diocesano in un disegno che raffigura l'antico edificio - oggi non più esistente - della canonica presso la cattedrale. L'inaugurazione del Museo Diocesano avvenne il 9 agosto 1933.

Città a Siena. Particolarmente importante per Grosseto è la Madonna in gloria e i Santi Lorenzo, Cipriano, Sebastiano e Rocco, olio su tela firmato e datato 1631, del figlio di Alessandro Casolani, Ilario. In basso, vi è raffigurata una veduta a volo d'uccello del capoluogo maremmano, in parte forse idealizzata, ma comunque significativa per un'idea della situazione urbanistica a quella data. Il luminismo caravaggesco diffuso a Siena grazie a Rutilio Manetti è un punto di partenza della pittura del figlio Domenico (1609-1663), qui presente con una Sacra Famiglia e una Madonna con il Bambino e un angelo. Oltre al forte nucleo di pitture senesi, sono conservate tele di diversa origine tra cui si segnala la bella tela attribuita a Giovanni Battista Paggi (Genova 1554-1627) con le Nozze mistiche di Santa Caterina d'Alessandria; la Coppa di Beniamino attribuita al Borzone e altri dipinti di scuola romana e fiorentina. Del patrimonio scultoreo si ricordano due frammenti trecenteschi provenienti dalla facciata del Duomo, bassorilievi raffiguranti due Santi, della bottega di Agostino di Giovanni e una graziosa statuina d'arte pisana dei XIV secolo raffigurante la Madonna con il Bambino. Notevole infine il patrimonio tra cui spicca un Evangelario amarico del XII secolo, e il patrimonio in maiolica, materiale in parte proveniente da scavi eseguiti al cassero cittadino» (B.SANTI ’95, pp.129-132).