Le "visite"
 

Biblioteca Comunale di Grosseto
Bartolomeo Gherardini, Auditore Generale in Siena.
Visita fatta nell'anno 1676 alle città castella dello Stato della Città di Siena per S.A.S. Cosimo llI dei Medici Granduca VI di Toscana . Tomo IV cc.174-220. "Città di Grosseto". C.174

 
1608
Visita fatta a più Comunità di Maremma da Ottavio Salvetti Provveditore dei Conservatori per S.A.S. . Grosseto, cc. 79-84. Archivio di Stato di Siena. Quattro Conservatori n.1703

c.81v. I forni in Grosseto sono due, due sono le osterie: l'Osteria delle Donzelle e l'Osteria Nuova, che si vendevano a pubblico incanto con contratto di durata da uno a tre anni, come tutte le altre botteghe appartenenti alla Comunità.
Nel Palazzo dei Priori è una stanza adibita ad Archivio pubblico, che però è in pessime condizioni
c.84r. Le anime della città di Grosseto nel 1608 sono circa duemila, distribuite in cinquecento fuochi.

1615
Visita fatta da Carlo Corbinelli, Provveditore dei Conservatori. Grosseto cc.71-77. Archivio di Stato di Siena. Quattro Conservatori n.1705

c.71r La città di Grosseto, "la metropoli e la madre di tutta la Maremma di Siena . Nella città "vi sono belle strade e larghe e tutte lastricate e tenute nette e pulite dall'immondizie e per essere in piano ci si usa diligenza di stare delicatamente più che si può" . "l'Aria è ragionevole perché ha la marina lontano dieci miglia, tutta in piano e quei venti di mezzogiorno danno aura e dolce respiro alla state in quei gran caldi"
c.71v : "vi sono nella città osterie e butteghe di più traffici e mercantie che vengono di Napoli et altri luoghi lontani forestieri e chi vuole attendere a lavori ha modo dì farli e tentare fortuna di avere da sé della robba e arricchirsi perché così favorisce questo paese ma non bisogna infingardirsi ma trafficare" . Nel 1615 il Canale era arrivato a tre miglia da Grosseto. Era navigabile "per bastimenti capaci di trenta moggia e più'
c.72r In città c'erano "sopra duemila anime da comunione, che in questa quantità e fuochi ci si comprendono i presidi e soldati e tutti i forestieri che vi abitano e tanto che si fa disceria che ci sieno fuochi seicento, anime tremila e l'inverno ci saranno cinquecento abitatori forestieri e la state ce ne restano pochi se non li cittadini accasati" "vi sono seicento case tutte abitate tanto che non vi sono tante case quante se ne possi dare a forestieri che vengono ad abitarci", e quindi proponeva la ristrutturazione di "cinquanta casaloni in siti che se si risarcissero si potrebbero habitare" .
c.75v "hanno cinque cisterne pubbliche, che l'acqua è buona, ma l'estate manca e ne patiscono anco che ci sia de particolari che abbiano cisterne".

1622
Visita fatta dal Guidini, Provveditore dei Conservatori.

Nella città di Grosseto erano compresi seicento fuochi per un totale di duemilacinquecento persone.

1640
Biblioteca Comunale di Siena . Cod.A.IV.20, f.101
Rapporto dello stato nel quale si trova la città di Siena e suo dominio nell'anno 1640.

La popolazione della città di Grosseto ammonta a novecentosessantuno anime, e considerando anche le persone residenti all'Alberese si arriva ad un totale di mìlletrecentoquaranta.

1676
Biblioteca Comunale di Grosseto. Bartolomeo Gherardini, Auditore Generale in Siena. Visita fatta nell'anno 1676 alle città castella dello Stato della Città di Siena per S.A.S. Cosimo llI dei Medici Granduca VI di Toscana . Tomo IV cc.174-220. "Città di Grosseto".

c.174 "Le strade della città sono tutte piane e le principali sono anche mattonate. La piazza principale è assai larga e lunga e due parti con loggiati coperti che rendono la larghezza e comodità insieme. Vi sono molte abitazioni di particolari" Cisterne in Grosseto: "una nella piazza principale, l'altra in quella di San Leonardo una nel primo chiostro dei Frati Minori di San Francesco, altra nella strada dello Spedale, altra a quartieri della porta di Sopra et oltre a queste ve ne sono in casa de Particolari ventisette. Vi sono anche due altri pozzi di acqua per abbeverare i cavalli uno nella piazza di San Leonardo e l'altro in quella di San Pietro e fuori della città vi è un'altra cisterna pubblica con due pile grandi per lavare i panni". Nel Palazzo dei Priori vi è anche "il salone delle Commedie, il quartiere per i famigli di Campagna, la stanza per il macello della malacarne e un'osteria detta di Mezzo".
c.184 I Bombardieri di Grosseto riscuotevano uno stipendio di cinque scudi al mese ed erano in tutto quattordici, dei quali sei stavano "nella città con il Presidio, sei nella Fortezza e due in una Torre detta Trappola".
cc.191 I macelli della città sono tre "due della buona e uno della malacarne, si vendono a pubblico incanto et il provento attiene alla Comunità. Deve il macello vendere la carne di vitello e d'ogni altra sorte tanto selvatica che domestica, secondo i prezzi che gli danno i tre Grascieri. Ma quanto a quelli del castrato e agnello si fanno nell'atto dell'incanto. Il Macello della malacarne si deve aprire quando è piovuto e ben rinfrescato nel mese di agosto, ma il solito è che si apri agli otto di settembre. Questo si esercita in stanza della Comunità, gl'altri due in quelle de particolari" Le osterie della città sono tre :"una degli Eredi del g.Mario Rampini e l'altra dell'Opera della Città e l'altra dell'Eredità di essa. Anticamente i proventi di queste osterie attenevano alla Comunità, ma oggi appartengono a S.A. che ne paga scudi quattro cento all'anno al Capitano di Giustizia a conto de sui salari.
Si vendono a pubblico incanto con l'assistenza dei rappresentanti con gli ordini però del Ministro dt S.A. a Grosseto, quale da anco la licenza per il calo se occorre et attiene ad esso l'approvazione della sicurtà de compratori per il pago a suo tempo...sono inoltre più bettole nella città di Grosseto e ve ne possono essere tante quante ve ne fussero fatte purché non taccino che mescere il vino. Queste non pagano dazio alcuno e tanto essi che gli osti sono obbligati vendere il vino al prezzo dei grascieri". C'era inoltre l'osteria per i soldati del Presidio e fuori della città c'erano altre due osterie "una detta la Rispescia dello Spedale della Scala di Siena et è dì là dal fiume, l'altra nella strada grossetana verso la città et è dell'Opera della Cattedrale. Questa è stata alienata fino dell'anno 1642 al G.Vincenzo Buonsarti et oggi la gode Girolamo suo discendente... E’ lecito a qualunque in Grosseto far pane da vendere senza pagar dazio alcuno non essendovi sopra a ciò provento. Devesi però ricevere il prezzo e lo scandaglio da tre Grascieri. Presentemente ve ne sono cinque che vendono detto pane e due che lo cuociono, sono di particolari i forni e sì tanto il pane bianco che il nero, il bianco si vende secondo lo spiano et a peso et il nero a peso et a libbre...Sono nella città di Grosseto l'infraste Arti e Botteghe: due spezierie ben provviste, cinque di fabbri, due di carri, due di archibusai; tre di legnaioli, quattro calzolerie, quattro pizzicherie, due salsari, due chiavari, un'arrotino, cinque merciari ben provvisti, cinque botteghe di ebrei, due fondachi, due botteghe di pettinari, tre sartori, due barbieri, due bestiari e più telai di panno fino sinora esercitati dalle donne"
c.193 "a Grosseto si fa una fiera lìbera che inizia il 25 aprile fino al IO maggio, non vi si fanno mercati ma è sempre abbondante la piazza di tutto quello fa di bisogno per il vitto et il vestire"
cc.195-198 Duomo di Grosseto: "tempio grande di bella architettura a tre navate con la facciata di pietra verso il palazzo de Priori e verso la Piazza pubblica, ma non è interamente perfezionata; è lunga sessantasette passi e larga ventotto, con nove altari compreso il Maggiore, tutto di marmo fino e alabastro fatto a spese dell'Opera di tremila scudi, più due cappelle una di qua una di là dall'altare Maggiore, dietro all'altare il coro della stessa larghezza della navata di mezzo et è lungo passi quattordici. E' anco ornata di un bel organo et assai magnifico sì per il lavoro sì per l'indoratura fatto a spese dell'Opera che lo mantiene sonante, pagando all'organista che si elegge dall'Operaio scudi quarantadue l'anno". Notizie sul Capitolo della Cattedrale: "Sono in questa chiesa otto Canonicati e una dignità che ha titolo di Prepositura e si conferisce dalla Dataria. Consistono l'entrate di questa Prepositura in terratici e pigioni di case et ascendono a scudi duecentosessanta e più o meno secondo il prezzo dei grani, che sono il miglior capitale et entrata di esso.…Elegge i nuovi canonici il Capitolo non havendovi ius alcuno il Vescovo. Godono promiscuamente terreni e case e in capo all'anno si ve de a qua! somma ascende il frutto e tra loro equalmente si ripartisse il frutto. Procedono per anzianità". La loro entrata si aggirava sui trentacinque scudi circa " secondo il prezzo del grano…Si doveranno erìgere nella Cattedrale due canonicati il patronato de quali atterrà alla Comunità di Grosseto. Questi furono istituiti per testamento rogato da Carlo Galli nel 1657 dal g. Francesco Crespi per dover haver luogo e istituzione dopo la morte di Violante Biagi sua consorte lasciata usufruttuaria dell'eredità. Fruttaranno circa scudi cento l'uno e parte de loro capitali è nel Monte de Paschi di Siena".
c..201 Nel Convento dei Frati minori di San Francesco ci sono soltanto quattro sacerdoti e due laici con una entrata di trecento scudi fra pigioni di case e magazzini "et alcune terre in piano ma poco sementate".
c.205 La città è composta "di duecentosessantatre fuochi e milleduecentotrentasei anime dei quali settecentonove maschi, e da comunione novecentosette e vi si comprendevano preti frati e monache. Nella Corte di Grosseto, cioè alle Capanne (Alberese) vi sono ventitre fuochi e settantatre anime con trentacinque maschi, e da comunione quarantanove e per servizio della campagna e Corte di Grosseto tanto per i lavori che per i bestiami vi sono sempre impiegate cento persone almeno, gente che va e viene, muta spesso ma è necessaria. Vi sono quattordici soldati a cavallo e centotredici pedestri fuori di quelli del Presidio, preti, sacerdoti sedici e otto clerici. Nella Torre della Trappola e nelle due torri di Cala di Forno e di Collelungo vi sono ventiquattro anime con diciannove maschi e venti da comunione, con sei fuochi".
c. 210 Il Fosso Navigante, realizzato per esser navigabile "per bastimenti capaci di trenta moggia e più", nel 1635 era "ripieno". I grossetani rivolgono suppliche al Granduca perché sia rimesso in funzione poiché che era "di sicurezza a mercanti de granì ricoverando le loro barche sotto la rocca di Castìglione, e minor spesa del trasporto de grani agli abitatori di Grosseto".
c.211 "i Grossetani si dolgono di dover pagare sempre l'aumento della Tratta. Adesso i mercanti arrivano con le barche alla Trappola vicino alla quale circa un miglio il Magistrato dei Fossi ha fatto fabbricare un lungo capannone alle sponde del mare che serve di ricovero al grano, altri imboccano l'entrata del fiume Ombrone e si portano più avanti un miglio sotto la Torre Trappola. Quelli che si fermano al capannone corrono il pericolo della spiaggia che ha poco fondo e sono costretti andare a Castiglione o a Cala di Forno con il carico del grano. Quelli che imboccano il fiume corrono il pericolo alla bocca di sotterrare perché spesso muta corrente e porta gran rena, in più ci sono per entrambe le rapine dei corsarì".
c. 217 dato che il corso del fiume distava dalla città un solo miglio ed in ogni caso era navigabile almeno fino all'altezza dì Grosseto, c'era sempre una barca per trasportare i passeggieri che dalla città avessero dovuto raggiungere il mare. Chi voleva essere trasportato doveva pagare un pedaggio; i grossetani erano esenti "dal pago del passaggio ad essa e i monteanesi ancora, giacché i grossetani possono far legna nei beni della Comunità di Monteano" . Il prezzo per chi voleva essere trasportato fu fissato nel 1676 a "due cratie per testa ad acqua chiara e quattro ad acqua torba"