Lo sviluppo
 
«Risale al 1823 la prima mappa catastale della città redatta dal geometra Gaetano Becherucci . Si tratta di un documento attendibile frutto di effettive misurazioni sul terreno e per questo ricco di informazioni: sono indicati attraverso i colori le zone edificate (rosa), gli spazi verdi intorno alle mura, gli orti (verde), le cisterne, i pozzi, i fossi (azzurro). La pianta è poi accompagnata da Tavole indicative in cui sono annotati per ogni particella catastale il nome del proprietario, la destinazione d'uso e la superficie in braccia quadrate. Rispetto alla Pianta del Warren del 1749 non si rilevano importanti cambiamenti ma l'indicazione precisa delle differenti particelle patrimoniali riduce molto le approssimazioni. La città è interamente circondata dalle mura esagonali nel cui perimetro si tagliano due porte: Porta Nuova a nord e Porta Vecchia nella zona settentrionale della città. Nei fossati confluiscono numerosi fossi di scolo; la Via degli Spalti ripete la forma esagonale delle mura e da essa si dipartono le strade che conducono alle località vicine come ad esempio la Via per Montepescali. Entrando da Porta Nuova si accede alla Via Colonnella (attuale Corso Carducci) che attraversa la città dividendola in due parti... Si affacciano sulla Via Colonnella la maggior parte degli edifici specialistici della città: la Chiesa di San Pietro, il Commissariato nell'area occupata oggi dal Genio Civile; il Tribunale nel luogo in cui si trova attualmente l'Archivio di Stato, la Curia Vescovile, in prossimità della Cattedrale. Risulta evidente il

Archivio di Stato di Grosseto. Comunità di Grosseto, Sezione H. Foglio Unico, Città, Anno 1823, Scala 1:1250.

frazionamento della proprietà. La maggior parte delle particelle edificate, prospicienti la strada, hanno una destinazione abitativa, soltanto un piccolo numero è destinato ad usi commerciali. Via Colonnella conduce alla piazza principale della città sede del potere politico e religioso. In essa si affacciano infatti il Palazzo del Comune e il Duomo. Strettamente collegata è la Piazza Grande, di forma trapezoidale, circondata da un portico su due lati, e sugli altri da colonninini e da catene; all'interno è presente un pozzo. È questa la zona della città dove si concentrano il maggior numero di botteghe, una accanto all'altra e di ridotte dimensioni: sotto le logge i commercianti dispongono i loro banchi e vi appendono la merce in vendita. Da questa piazza attraverso Via del Ghetto si giunge in Piazza d'Armi...» (V.MAZZINI '96, pp.25-26).

 
«A partire dalla seconda metà del XIX secolo Grosseto fu interessata da un progressivo sviluppo urbanistico che si accompagnò ad un generale processo di rinnovamento edilizio e che interessò soprattutto la trasformazione del centro storico. I maggiori interventi si registrano infatti lungo l'asse principale che da porta Vecchia giunge fino alla piazza Dante e da questa, attraverso il corso Carducci fino alla porta Nuova, per poi estendersi all'esterno delle mura con la creazione dei sobborghi di porta Vecchia e di porta Nuova. Quest'ultima fu abbattuta nel 1866 dall'ingegnere Lansini e fu creata, sul prolungamento del corso, l'arteria del viale della Barriera che collega con il piazzale circolare Umberto I poi chiamato dei Fratelli Rosselli. Attorno a quest'ultimo, all'inizio del Novecento, furono realizzati i viali disposti a raggiera dei nuovi quartieri di urbanizzazione compresi tra la stazione ferroviaria, inaugurata nel 1864, e la porta Vecchia sul lato opposto della città. Già nella prima metà del XIX secolo il governo lorenese, nell'ambito del radicale mutamento del ruolo strutturale della città elevata a polo amministrativo e a centro economico di una provincia a vocazione eminentemente agricola, intraprese una serie di trasformazioni delle preesistenze architettoniche e urbanistiche quali la riduzione dei bastioni medicei a pubblico passeggio e la trasformazione della piazza Grande (ora Piazza Dante)...Il processo di rinnovamento della città così avviato ebbe, nella seconda metà del secolo, all'indomani dell'unità d'Italia, un largo sviluppo che andò di pari passo con la ripresa dell'economia e con la conseguente affermazione di una borghesia imprenditoriale ed agraria. Esso si concretizzò nella nuova organizzazione politico-amministrativa realizzata attraverso la costruzione di innumerevoli edifici e strutture di pubblica utilità e nella intensa attività di restauro finalizzata alla ricerca di un "decoro" cittadino... Nel 1867 venne costruito il Palazzo Comunale, a fianco della Cattedrale, su progetto dell'architetto Giovanni Clive, caratterizzato da una facciata in stile neorinascimentale con profilo a capanna e porticato a pian terreno scandito da robusti pilastri ed archi a tutto sesto. All'interno nella sala delle adunanze, decorata a stucchi e recante gli stemmi dipinti dei venti comuni che costituivano la provincia grossetana, si conservano due grandi cartoni dei dipinti eseguiti da Pietro Aldi per il Palazzo Pubblico di Siena, un monumento a Manetti di Tito Sarrocchi e i medaglioni di personaggi illustri scolpiti dallo stesso Tito Sarrocchi e da Giovanni Duprè. Al periodo post-unitario si riferisce anche la costruzione del carcere nel 1884 in via Aurelio Saffi e la ricostruzione del teatro degli Industri ...Nell'ultimo decennio del secolo furono inoltre costruiti il palazzo delle Scuole ad opera di Giuseppe Luciani in via Mazzini nel 1892, con la facciata interamente a bugnato liscio, scompartita da una cornice marcadavanzale e da finestre ad arco al primo piano e architravate a piano terra, che ricorda edifici del primo rinascimento fiorentino e il palazzo delle Poste in piazza Socci nel 1896,

Archivio di Stato di Grosseto. Comune di Grosseto, cat, b.2. "Planimetria generale" dell'area di Porta Nuova nel progetto di costruzione della "Barriera" redatto dall'ing. Bernardo Santini nel 1866. «In essa sono raffigurati le mura com- prese tra i Baluardi delle Monache e di So Francesco, la Porta Nuova con gli edifici daziari, il viadotto costruito sul canale di S. Giovanni e l'"antiporta" progettata nell'attuale Piazza della Vasca. Qui confluiscono la "Via Emilia", la "Strada Circondariale" e la "Strada da sistemarsi per la Stazione ferroviaria". All'esterno delle mura sono indicati vari tipi di terreni: l' "Ortivo", la "Prateria" e quelli "Coltivati ". A lato del disegno, nella parte inferiore di sinistra, appare un "Tratto della strada l b con marciapiedi allargati e piantati d'alberi."» (E.M.BERANGER '87, pp.50-51). Già nel 1831 era stata individuato questo assetto.

attualmente sede dell'Archivio di Stato e che, in seguito a vari interventi, tra i quali quello documentato nel 1908, ha perso le caratteristiche originarie. Questo fu progettato dall'ingegnere capo della Provincia di Grosseto, Gherardo Gherardi e l'interno fu decorato da V.Carboni di Siena. La facciata era caratterizzata da un stile neorinascimentale suddivisa in due piani da una cornice marcapiano e da ordini simmetrici di finestre che al primo piano presentavano timpani curvilinei e triangolari alternati. All'interno era un bel salone decorato a riquadri e motivi geometrici coperto con volta a padiglione...Tra i maggiori rappresentanti della cultura eclettica tardo ottocentesca va ricordato Giuseppe Luciani, attivo dal 1876 al 1910, eletto sindaco della città nel 1898 e autore di innumerevoli fabbricati, dislocati nel centro storico e improntati allo stile neorinascimentale di stampo accademico, stile al quale si uniformarono quasi tutti gli interventi di ristrutturazione degli edifici situati lungo il corso Carducci eseguiti negli ultimi decenni dell'Ottocento. Soltanto nella sua ultima attività aderì allo stile liberty realizzando nel 1910 il bel palazzo Tognetti nel corso Carducci. Al 1890 risale il progetto di ristrutturazione del palazzo situato tra via Garibaldi e via Vinzaglio destinato a sede del grande albergo ristorante 'Stella d'Italia" di proprietà di Giuseppe Cosimini già esistente, fin dal
1871, in piazza Socci e che fu venduto alla Banca d'Italia nel 1896. Il restauro di questo albergo che divenne il più prestigioso ed elegante della città, interessò la "regolarizzazione della facciata" e la completa ristrutturazione dell'interno. Attualmente conserva soltanto i prospetti esterni mentre l'interno è stato alterato nel corso degli anni e specificamente durante un intervento eseguito nel 1934, per conto di Teresina Civimini dall'ingegner Ganelli. La facciata, a bugnato liscio a pian terreno e ad intonaco nei piani superiori, è scompartita da lesene e da cornici marcadavanzali sulle quali sono allineate nove finestre per piano. Il portale di accesso ad arco, posto sull'asse centrale, è sormontato da balcone e reca negli specchi della porta in legno, l'ippogrifo, emblema del Comune di Grosseto. Gli stessi caratteri si rilevano anche negli altri progetti di Luciani come il già ricordato palazzo
delle Scuole o il palazzo Berti, situato tra il corso Carducci e via Bertani, del 1894, a quattro piani (rialzato in epoca successiva) con paramento a bugnato al piano terra, suddiviso da cornici marcapiani e lesene angolari con tre finestre architravate per piano. Il palazzo Cappelli posto di fronte, è caratterizzato da una più mossa articolazione ottenuta mediante l'uso di cornici differenziate nelle aperture a timpani curvilinei e architravi al centro di quali è inserita una conchiglia a rilievo. Del palazzo Combini progettato da Luciani nel 1898 in piazza Rosselli destinato ad abitazione e stabilimento tipografico oggi non resta traccia come pure non è traccia dei diversi edifici progettati per la stessa piazza all'inizio del secolo. Al Luciani va riferita, con ogni probabilità, anche la villa Mazzoncini, situata in via Mazzini risalente alla fine del secolo scorso, che presenta anologie stilistiche con il palazzo Gambini. Circondata da un muro di cinta in cui si apre un bel cancello liberty, ha la facciata a bugnato liscio a pian terreno e ad intonaco nei piani superiori, scandita da fascia marcapiano e da lesene. Al centro si apre il portale ad arco a sesto ribassato, inquadrato da piatte lesene e fiancheggiato da finestre architravate cui corrispondono, al piano superiore, il balcone al centro e due finestre ad arco con architrave. La facciata è inoltre conclusa da un alto cornicione intervallato da specchiature e da finestrelle ovali che danno luce al sottotetto» (F.ROTUNDO in L.FRANCHINA (a cura di) s.d., pp.83-131).