Il Secolo XIX
 

A.ZUCCAGNI ORLANDINI, Atlante geografico fisico e storico del Granducato di Toscana, Firenze 1832. Tavola XVIII: "Tavola Geografica, Fisica e Storica della Valle Inferiore d'Ombrone e delle valli minori ad essa adiacenti". Particolare dell'area circostante il tratto finale dell'Ombrone. Il "Canale Diversivo" porta le acque torbide dell'Ombrone al Padule, scorrendo a nord della città

Nel particolare, qui riprodotto, dell'area circostante Grosseto nella Tavola dell'Atlante dello Zuccagni Orlandini del 1832, è rilevato il Canale Diversivo che collega il fiume Ombrone al Padule di Castiglioni. Questa grande opera, realizzata in soli 160 giorni nell'inverno 1829-1830 per l'immissione delle acque torbide del fiume nel Padule per la sua "colmata", è in effetti anche l'opera-simbolo di un'epoca di grande fervore per la città di Grosseto, quella di Leopoldo II di Lorena. Dopo il Congresso di Vienna che sancisce la fine dell'occupazione francese, tornata con Ferdinando III, sotto la dinastia lorenese, la Toscana fu poi governata dal granduca Leopoldo II dal 1824 al 1839, che ebbe nel grande impegno nella bonifica del territorio grossetano un elemento caratterizzante il suo regno, tanto da lasciare una traccia profonda nella storia e nella tradizione maremmana, per la quale è affettuosamente conosciuto come "Canapone", dal colore dei suoi capelli. Durante l'occupazione francese i problemi urbanistici di Grosseto non furono oggetto di grande attenzione: «La documentazione conferma tale supposizione non registrando nessun intervento di carattere straordinario sull'assetto urbano se non restauri ad edifici pubblici di vitale importanza per la nuova amministrazione, come il Palazzo Pretorio e le carceri, oppure ristrutturazioni dovute a situazioni di emergenza, come all'incendio della sede dell'Uffizio dei Fossi. Pur non venendo completamente trascurati perché sollecitati in alcuni casi dalle lamentele dei cittadini, anche i lavori di manutenzione delle strade interne non furono frequenti... Il governo francese si impegnò su altri fronti, soprattutto in campo fiscale censendo tutti i beni immobili dei cittadini con una operazione iniziata nel 1801 e
terminata con l'estimo del 1803... Le fonti relative all'età napoleonica, quando Grosseto divenne una Sottoprefettura del Dipartimento d'Ombrone tornando ad unire le sue sorti con quelle di Siena, segnalano il primo intervento importante per la città: l'inizio della costruzione del Teatro nel 1813» (E.VELLATI '96, p.104). Nel 1828 Leopoldo II dà avvio alla bonifica idraulica di tutta la Maremma pisana e grossetana, ed avendo aderito con entusiasmo all'idea di Vittorio Fossombroni, ordinò la colmata
generale dell'invaso del Lago, affidando la direzione tecnica dell'opera ad Alessandro Manetti. Le conseguenze sulla città della grande impresa voluta dal sovrano sono immediate, e già nel 1832 l'abate Pifferi ed il geografo Zuccagni Orlandini possono constatare il grande miglioramento delle sue condizioni urbanistiche e demografiche rispetto a quelle della fine del secolo XVIII. Negli anni della bonifica di "Canapone", dunque, seppure la città continua ad avere lo stesso patrimonio edilizio del 1823 - e, dunque, sostanzialmente quello rappresentato nel 1749 nella pianta dell'Atlante Warren -, nondimeno si determinano in essa, con il notevole incremento demografico, le premesse di un grande sviluppo urbanistico. Questo, alla metà del secolo, allorché la città intraprende anche un importante intervento di restauro della cattedrale, si attua con l'utilizzazione a fine edilizio delle grandi aree, già destinate ad uso agricolo, che rappresentavano più del 70% dello spazio delimitato dalle mura, per poi subire un rallentamento con l'annessione al Regno d'Italia del 1860, in conseguenza dell'interruzione dei lavori di bonifica che determina quella dello sviluppo demografico. La realizzazione della ferrovia (1864) ed il conferimento del ruolo di capoluogo di provincia, consentono comunque alla città di continuare a rafforzare la sua funzione di unica area di servizi della Maremma. Sono in effetti questi i fattori che determinano la ripresa dello sviluppo attorno agli anni '70, con la costruzione del nuovo palazzo comunale dal 1867 e con l'inizio della formazione di sobborghi a ridosso delle due porte cittadine. Significativo, riguardo al rinnovato interesse a conferire alla città un aspetto sempre più decoroso, è il completamento nel 1897 del portale della facciata meridionale del duomo.

Nella fotografia Piazza Duomo attorno alla metà del XIX secolo. Non è stato ancora costruito il nuovo palazzo del comune, che verrà realizzato a partire dal 1867 nello spazio occupato dalla chiesa di S.Giovanni Decollato, la chiesa della confraternita della Misericordia, e da edifici già dell'ospedale costruito nel 1309 da Carmignano di Feo. Dai colonnini con le catene e dalle panchine di pietra è attestato che la fotografia è successiva al 1846, anno in cui la Piazza Grande muta il suo aspetto per accogliere il monumento a Leopoldo II.

 
Piazza Umberto I (oggi Piazza Rosselli - "Piazza della vasca") in una foto di fine Ottocento. In primo piano, il monumento ai Caduti nelle battaglie risorgimentali, progettato dagli ingegnieri Ippolito e Giovanni Luciani ed innaugurato, insieme al primo acquedotto del Monte Amiata, l'11 giugno 1896. L'obelisco, alto 12 metri, realizzato col travertino donato da Maria Annunziata e Carlo Ponticelli, che possedevano una cava a Roselle, fu trasferito nel 1928 sul Baluardo della Rimembranza. Poggia su di un dado in pietra, con quattro leoni in marmo agli angoli, sulle cui facce erano applicate lapidi commemorative in bronzo, oggi non più esistenti, così come l'aquila sulla sommità dell'obelisco. L'unico edificio che si affaccia sulla piazza - a sinistra nella foto - è quello della drogheria Lansel Stoppani, esistente dal 1874, sulla cui area verrà costruito, a partire dal 1931, il nuovo Palazzo delle Poste (da E.- M.INNOCENTI '93, Vol.2, p.266. Foto Collezione Collura).