Il SecoloXVIII
 
«Fatto un computo dei nati e dei morti in Grosseto dal 1750 a tutto il 1775, risulta che il numero dei nati è di 985 e quello dei morti di 3525, non compresi i militari e religiosi. Da questo calcolo... sono convinto che il grado d'insalubrità di questa città è così grande che la maggior parte dei nati muoiono sotto l'età dei sette anni e che quelli che restano (salvo pochissimi) non invecchiano, vale a dire che non superano gli anni cinquanta». Autore di questa impressionante statistica è il Dott. Giovanni

Archivio di Stato di Firenze. Segreteria di Gabinetto f. 695, c. 88. "Raccolta di piante delle principali città e fortezze del Granducato di Toscana, levate d'ordine di Sua Maestà Imperiale sotto la direzione del Signor Odoardo Warren, Colonnello del Battaglione di Artiglieria e Direttore Generale delle Fortificazioni in Toscana". Pianta della città di Grosseto disegnata dall'ingegnere Andrea Dolcini nel 1749. Si tratta della prima raffigurazione cartografica completa ed affidabile dell'impianto urbano di Grosseto nel XVIII secolo. Odoardo Warren, colonnello del Battaglione di Artiglieria e Direttore Generale delle Fortificazioni di S.M.I. in Toscana, ebbe l'incarico della sistemazione della città di Grosseto. Il colonnello, nella relazione scritta nell'occasione, riassume i lavori eseguiti nella Piazza Principale di Grosseto negli anni 1743/44, che assieme a quelli per la riapertura e la fortificazione della Porta Murata nel 1754 (da allora Porta Nuova) sono quelli più importanti eseguiti in città prima che questa, nel 1766, divenga la "capitale" della Provincia Inferiore Senese. Prima di questa nuova fase della vita, il patrimonio abitativo di Grosseto era assai modesto: nel 1761 il giudice Grazio Tolomei, nella sua Relazione sulla città e territorio di Grosseto, rileva in tutto 242 case, di cui 8 disabitate, 1 diruta, 3 derelitte, con una sola nuova casa costruita nel giro di venti anni. Nel 1701 venne completata la costruzione della Quarconia, ovvero un ricovero per poveri viandanti che conservò questa funzione fino al 1751, un edificio di forma ovale ubicato presso il bastione del Mulino a Vento, nel luogo dove sorge l'attuale Teatro degli Industri. L'anno precedente la comunità si era dotata di un teatro più ampio e meglio attrezzato rispetto alla sala che era stata concessa per le rappresentazioni nell'antico Palazzo dei Priori il secolo precedente: allo scopo fu adattato uno dei granai del convento di S.Francesco, preso in affitto col permesso del granduca (Archivio di Stato di Grosseto. Comune di Grosseto. Preunitario, n° 7, c. 203r, 23 giugno 1700).

Antonio Pizzetti, direttore dell'Ospedale della Misericordia negli ultimi decenni del secolo XVIII. Evidentemente, ancora oltre la metà del secolo, è già qualche anno dopo il passaggio del Granducato di Toscana dalla dinastia dei Medici a quella degli Asburgo-Lorena, Grosseto continua ad avvertire drammaticamente delle condizioni ambientali del suo territorio. Ovvero di ciò che costituisce l'effetto di cause che, nel suo Discorso sulla Maremma di Siena redatto nel 1737, Sallustio Bandini individua nella politica annonaria proibizionistica perseguita dai Medici e nell'arretratezza del loro apparato amministrativo, fattori negativi che nel periodo della Reggenza (1737-1765) non furono superati. Sintomatico della situazione in cui si trova la città negli anni venti è il modo in cui i suoi cittadini possono approvvigionarsi dei generi di prima necessità: i commerci sono monopolio di mercanti genovesi e napoletani che «tengono aperte le botteghe al più sei mesi all'anno in circa, poi le chiudono, vanno alle patrie, all'aria buona e resta il peso all'oratori di tener provveduta la città nelli tempi estivi, quando le provviste sono più difficili e l'aria più nociva» (Archivio di Stato di Grosseto. Comune Preunitario, Memorie M dal 1708 al 1784,377 c.30). Le istanze del Bandini «furono recepite dal primo Granduca lorenese, Pietro Leopoldo (1765-1790), il quale avviò una nuova serie di interventi di bonifica idraulica, inserendoli nel quadro più generale delle sue riforme economiche ed amministrative. Numerosi furono i provvedimenti tesi ad incentivare la piccola e media proprietà privata ed a favorire il commercio dei prodotti maremmani; anche il numero delle magistrature periferiche venne drastica-
mente diminuito e fu ridisegnato con criteri moderni l'assetto delle circoscrizioni territoriali. Con provvedimento del 18 marzo 1766 fu istituita la Provincia Inferiore Senese, mediante la divisione dello Stato di Siena in due tronconi: la Provincia Superiore e quella Inferiore, che sarebbe poi divenuta l'attuale Provincia di Grosseto. Mediante la cosiddetta "Riforma municipale" del 17 marzo 1783, nell'intento di un più generale ammodernamento dello Stato, il sovrano ridusse a 18 il numero dei comuni della Provincia Inferiore, riformò le magistrature periferiche ed abolì la vigenza degli statuti comunitativi, tra cui quello di Grosseto, cui si sostituiva la legislazione dello stato centrale (M.MORDINI '99, pp.18-19).
Di fondamentale importanza per l'attuazione dei programmi lorenesi per Grosseto e la Maremma fu il rinnovamento, col conferimento di più ampie competenze, dell'Uffìzio dei Fossi e Coltivazioni voluto nel 1592 da Ferdinando I dei Medici, il cui regolamento conferì poteri amplissimi al magistrato che ne aveva la direzione. L'impegno che caratterizzò la realizzazione della bonifica della pianura secondo i progetti di Leonardo Ximenes ebbe conseguenze anche per la città: una forte domanda di abitazioni fu la conseguenza al flusso di quanti venivano attirati dalle prospettive economiche e di lavoro allora offerte da Grosseto. Nonostante gli interventi di miglioramento delle condizioni della città - in particolare di quelle sanitarie col trasferimento fuori delle mura del cimitero, la ristrutturazione dell'ospedale, la realizzazione del "fosso circondario" per lo smaltimento delle acque dall'abitato - questa nel 1787 così si presenta a chi la visita: «La città di Grosseto, oltre ad essere di aria pessima, è anche tenuta estremamente sudicia, i fossi e le mura che la circondano sono piene di erbe che infradiciano, le case piene di conci e così le strade, il che produce cattivo odore e degli insetti e nonostante tutti gli ordini nessuno

Archivio di Stato di Siena.Conventi 491. "Cabreo di S.Francesco di Grosseto,1723.' Case di proprietà del Convento di S.Francesco in Grosseto

pensa a far pulire e spazzare, il che apparterrebbe alla comunità» (Relazione di S.A.R. del suo viaggio fatto nella Provincia inferiore e superiore di Siena, nell’aprile e maggio 1787, A.SALVESTRINI '74, Vol.III). In questo contesto, che i lavori eseguiti in città nei primi anni novanta migliorarono in qualche misura, a partire dal 1796 si attuò l'occupazione di Grosseto  da parte delle truppe francesi nel quadro di quella della Toscana, che dal 1808 fu annessa alla Francia di Napoleone Bonaparte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Regolamento da osservarsi dai componenti il Magistrato dei Fossi e Coltivazioni di Grosseto per la direzione degli affari economici della Pro. Inf. dello Stato di Siena, 1767. C.3.

 

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