Il Secolo XV
 

Archivio di Stato di Siena. Concistoro 2118, c.212. 1466. In riferimento a Grosseto:«imperoche per una peste che ve stata da tre anni in qua e per una influentia maremmana sono perite in quella città 1150 anime. Donde e reducta a 260 homini che ve ne sono 140 corsi schiavi et altra gentame che non vi hanno ne casa ne robba». Tutto questo in un territorio che nello stesso documento è definito, per potenzialità economica, «lo membro principale et uno deli ochi dela citta nostra» (Siena) e «loco capace et fertile».

I tentativi di risolvere il problema del gravissimo spopolamento di Grosseto, operati da Siena dagli anni sessanta del secolo XIV, in particolare mediante le agevolazioni per favorire l'immigrazione di famiglie pisane, non sortiscono l'effetto sperato, ma solo consentono che la città sopravviva stentatamente nel '400 nell'instabilità demografica e nel profondo malessere socioeconomico. La lunghissima serie di petizioni inviate nel corso del XV secolo dai cittadini grossetani al governo senese denuncia il decadimento delle condizioni igieniche ed economiche della città , per la quale sono richiesti sgravi fiscali e libertà nella commercializzazione dei prodotti locali. Nel progressivo dissesto delle fortificazioni, in particolare del cassero, reso inagibile dalla "mora de' fanghi", dalla rovina delle strutture edilizie interne e dalla carenza di suppellettili ed armi, come è attestato in numerose relazioni, è un vistoso segno del degrado della città, ma ciò che realmente consente di averne la percezione è la situazione del patrimonio abitativo. A titolo esemplificativo nell'inventario dei beni posseduti dall'Ospedale di S. Maria della Scala in Grosseto nel 1430 (A.S.S. - Ospedale S. Maria della Scala n. 1406 cit., cc. 24-29v) nella parte intitolata «Infrascritte sunt domus hospitalis Sante Marie della Scala de Grosseto» (cc. 26-27v) compaiono casalini. Nel documento (Ivi, cc. 30-35v) del 1469 relativo all'acquisto - effettuato ne] 1466 dall'Ospedale - dei beni della Pia Casa della Misericordia di Grosseto, oltre a casalini compaiono «una piazza fu già casa nel Terzo di S. Piero», «una piazza già furo due case e al presente è ridotto a orto posta nel Terzo di S. Piero e Popolo di S. Michele». Ma particolarmente significativo circa il degrado edilizio di Grosseto è un documento del 1412, relativo ad una deliberazione del Siena, in cui è stabilito che dovevano esser nominati dalla comunità di Grosseto due cittadini in qualità
di operai, col compito di provvedere al recupero a fini abitativi di numerose case. Un provvedimento del genere è particolarmente necessario, a fronte di una situazione per cui le iniziative adottate per favorire il ripopolamento della città falliscono, oltre che per
le proibitive condizioni ambientali determinate dall'"aria gattiva", anche per la mancanza di abitazioni per gli immigrati. Nel 1466 una commissione, dopo un sopralluogo, riferisce al Concistoro di Siena che sono arrivati a Grosseto 45 uomini con le famiglie, ma che vari problemi, tra cui la mancanza di case, frenano moltealtre famiglie pisane. E nel 1467 si osserva che i ritardi con i quali « si terrebbe speranza a chi volesse tornare » provocano il perdurare del «manchamento inextimabile di popolo et continuo è per manchare perché pochissimi fanciulli vi s'allevano », e che è assolutamente indispensabile «allectare in quello luogo nomini che la conservino, che considerata l'aria gattiva et altre conditioni d'essa se non vi si tirano con qualche speranza non ve ne tornarà mai alcuno» (cfr.M.GINATEMPO '88, pp.392-393).
 
Nonostante le drammatiche condizioni demografiche ed ambientale di cui riferisce la documentazione, nondimeno la città ha qualche segno di vitalità, come quello della redazione degli Statuti del 1420 e gli interventi sui palazzi pubblici - il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Podestà - che si affacciano nella Piazza del Comune, già attuati nel 1430. Ma particolarmente importanti sono i lavori che dotano la cattedrale del campanile nel 1402, e l'ampliano con i notevoli lavori che interessano l'abside. La chiesa è arricchita di importanti opere d'arte, quali il fonte battesimale, l'altare della Vergine Assunta, detta poi Madonna delle Grazie, e l'altare del Crocifisso.

 

 

 

Arch. di Stato di Firenze. Principato di Piombino. Appendice II, n.1. "Statuti volgari e latini della Comunità di Grosseto raccolti dai frammenti delle cartapecore trovate in questa cancelleria uniti ad altri privilegj della medesima e legati insieme acciò non si perdino da me Francesco Anichini cittadino grossetano tali quali benché mancanti e male in ordine l'anno 1734". Statuto della città di Grosseto del 1421. C.1

 

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