Il restauro della Cattedrale
 

Archivio Segreto Vaticano, Congr. Concilii, Visite Ap. Vol.119, c. 13. Anno 1576. Incipit del Liber Visitationis Ciuitatis et diocesis Grossetanae.

Documenti relativi a pagamenti effettuati a maestranze lombarde attestano che nel 1538 sono iniziati i lavori di restauro della cattedrale, che, con lunghe interruzioni, si protraggono per tutto il secolo determinando in pratica una quasi totale ricostruzione dell'edificio. Verosimilmente in città non è condiviso quanto progettato per il restauro dall'incaricato dalla Signoria senese, il famoso architetto Anton Maria Lari, allievo di Baldassarre Peruzzi, visto che nel 1540 il potestà di Grosseto riceve dalla Signoria una lettera che gli ricorda che i grossetani sono obbligati ad attenersi rigidamente al disegno eseguito dall'architetto, che aveva «perfetta notitia de li maestri buoni». I lavori si interrompono pochi anni dopo, e nella sua "Visita" del 1576 il vescovo perugino Francesco Bossi (c.16r-v) trova che «Ecclesia breuis est, et parua, et longiorem, et ampliorem fuisse apparet, sed supra quadragesimum annum iam corruisse, nec multo post iacta, et in altum erecta ab operario fundamenta fuisse plures meminerunt, quae ut absoluerentur, nullum unquam captum est consilium, licet Opera satis ualeat opibus, et in monte pietatis Ciuitatis Senarum deposita habent plura milia scutorum».
 

Nel 1582 la cittadinanza chiede che venga terminata l'opera di restauro, tanto più che « iI Duomo di Grosseto, già principiato, minaccia ruina» e nel 1592 si inizia la costruzione delle volte a crociera in sostituzione dell'antica copertura a capriate lignee. È interessante osservare che allorché i grossetano chiedono la ripresa dei lavori che salvino la loro cattedrale dalla rovina è fatto presente che «la città, a seguito della guerra e della fortificazione, è restata priva di altre chiese da questa guastate». Quanto corrisponda al vero questa lagnanza è testimoniato dal visitatore Bossi: nel 1576 le chiese di S.Benedetto e di S.Lucia sono scomparse per far posto alle nuove fortificazioni; S.Michele è in precarie condizioni e nell'orto del monastero della Nunziata già è piantato al suolo un palo ad indicare dove giungerà il bastione delle mura che ne occuperà l'area, e quello costruito dietro il convento di S.Francesco ha già causato la perdita di parte degli edifici del complesso conventuale.

 

 

 

Archivio di Stato di Siena. Quattro Conservatori 3053, n.137. Forse è questo il disegno del Lari relativo al progetto di restauro della cattedrale : sembra indicarlo la presenza dello «Screpolo» nell'area presbiteriale, ovvero del chiaro segno della minaccia di crollo che determina l'intervento di restauro diretto dall'architetto senese.