La capitale delle bonifiche
 

Le strade

1-Via Maestra 

2-Via delle Monache

3-Via della Gavina

4-Via del Pantaneto 

5-Via di S.Michele

6-Via del Macello

7-Via del Ghetto

8-Via Cittadina

9-Via del Seminario

10-Via della Magona

11-ChiassoFranchini

12-Via delle carceri

13-Via del Palazzone

14-Via Ferdinanda

15-Via di S.Leonardo

16-Chiasso d.Sbirri

17-Via del Sole

18-Chiasso d.Ariosti

19-Via della Fortezza

20-Via delle Carrette

21-Via dell'Ospedale

22-Chiasso d.Serve

23-Via dell'amore

24-Via del cacio

 Le piazze

1-Piazza d'arme  2-Piazza del Mercato 3-Piazza delle Erbe 4-Piazza S.Leonardo 5-Piazza S.Francesco

Le chiese e i conventi

a-Cattedrale b-S.Giovanni Decollato c-S.Pietro d-S.Michele e-S.Leonardo f-S.Gherardo g-S.Francesco h-Conv.S.Francesco i- Conv.S.Chiara

Gli edifici pubblici

1-Palazzo di Giustizia 2-Ufficio dei Fossi 3-Ospedale 4-Quarconia 5-Fabbrica di vetri 6-Magazzino del sale

Le fortificazioni

I-Fortezza II-Bastione delle Palle

III-Bastione dell'Oriolo IV-Bastione di S.Michele V-Bastione delle Monache VI-Bastione di S.Francesco

Le porte

A-Porta Vecchia   B-Porta Nuova

 

 
«La città, racchiusa all'interno delle mura urbane, è caratterizzata da un assetto a scacchiera irregolare costituito da isolati tagliati da strade e vicoli. Dall'antica Porta San Pietro, detta "Porta Murata" dopo la chiusura voluta da Cosimo I, parte la dritta Via Colonnella' (attuale Corso Carducci) che conduce al centro politico e religioso della città costituito da Piazza del Duomo e Piazza Grande. Su di esse si affacciano la Cattedrale di San Lorenzo con l'annessa area cimiteriale esterna, il Palazzo dei Priori, di fronte al Duomo e sede del Comune, il Palazzo di Giustizia con annesse le prigioni e le abitazioni per i soldati . La Piazza Grande è circondata per due lati da un loggiato ed ospita, in prossimità di via del Ghetto (Via Ricasoli), una cisterna pubblica di cui si ha notizia fìn dal XV secolo. Un loggiato è indicato anche sulla Via Colonnella, a metà circa della strada, sul lato sinistro per chi viene da nord. Probabilmente il centro politico e religioso coincide in questo periodo con quello commerciale. Infatti alcuni documenti ci informano che alla metà del Settecento una zona della Piazza Grande è destinata al mercato cittadino e sotto i portici si aprono gli ingressi di abitazioni e botteghe. Dalla piazza, proseguendo verso sud, attraverso Via del Ghetto si raggiunge Porta Reale, che rappresenterà fino al 1754 l'unico accesso alla città. La porta risulta protetta dall'orecchione sinistro del Baluardo dell'Oriolo (Cavallerizza) e da altre opere difensive. Da essa si diramano tutte le strade di collegamento della città; quelle verso nord ripercorrono la forma degli Spalti. Intorno al centro cittadino si estende l'area residenziale più densamente abitata delimitata dalla Via Cittadina, Via Ferdinanda, Piazza dell'Erba, Piazza dei due Pozzi, Via dello Spedale, Via dell'Amore comprendendo tutta l'area di Via Colonnella. Questa zona è circondata a sua volta da una zona periferica. Quest'ultima, attraversata dalla Via del Gioco del Calcio o Via Circondarla interna, si sviluppa a ovest a ridosso delle mura, a nord presso Porta Murata, e ad est fra il Convento di San Francesco e la Via del Seminario 13» (V.MAZZINI '96, p.25).

La struttura della città raffigurata alla metà del secolo nell' "Atlante Warren", nonostante il nuovo ruolo istituzionale conferitole nel 1766, non varia di molto fin verso la fine del secolo, se non per una più razionale utilizzazione degli spazi disponibili e provvedimenti che riguardano l'igiene pubblica, come il trasferimento fuori della città del cimitero. L'inizio dei lavori di bonifica della pianura portò alla realizzazione del "fosso circondario" alle mura, utile «per lavare l'immondizie tutte della città», e subito impose la ricerca della soluzione alla grave carenza di abitazioni. «Un abbondante flusso di avventizi, attirati da prospettive economiche, che d'inverno soggiornavano dentro le mura e d'estate ripartivano per non contrarre la malaria, provocò inevitabili ripercussioni sul tessuto della città. La crescente domanda di abitazioni determinò una crisi degli alloggi a cui si pose rimedio riutilizzando alcuni fabbricati in funzioni diverse da quelle originarie. A tale proposito è assai significativa la vicenda di due edifici militari nei pressi di Porta Nova: il "Casone" e il "Casoncino". Le due caserme, in luogo appartato e poco frequentato, ma dotato di un'ottima cisterna, nel 1784 vennero destinate a dimora dei lavoranti della campagna. In mancanza di altri luoghi convenienti il Casone in un primo momento sarebbe dovuto divenire una locanda per i forestieri. Nello stabile rimasto invenduto invece le sedici stanze abitabili vennero divise in sette appartamenti ed affittate ad altrettante famiglie...Anche l'altro quartiere detto il "Casoncino" di fronte al Casone, bruciato e del tutto rovinato, nel 1784 fu richiesto dalla comunità per divenire un magazzino di grano e biade e abitazione per comodo delle famiglie fiorentine che vengono a stabilirsi nella città. La città dunque si ingrandì senza la riprogettazione dell'ambiente, ma con l'espansione dei nuclei abitativi in luoghi fin ad allora rimasti inutilizzati. Un filo conduttore sembra legare la storia di Grosseto per tutto il periodo preso in esame: la mancanza di costruzioni ex novo che provocò l'adattamento di quelle vecchie per le mutate esigenze» (M.S.FOMMEI '96, p.103).

Archivio di Stato di Firenze. Miscellanea di Piante, n.127 "Mappa del Fosso circondario delle Fortificazioni della Città di Grosseto, e del Fosso attuale di San Giovanni fino allo sbocco nel nuovo Canal Navigabile". Post 1767. «Ed affinchè la navigazione non resti lontana dalla città di Grosseto miglia 2 1/2 come accade presentemente, è stato pensato di destinare alla continovazione della medesima il fosso S. Giovanni profondandolo circa braccia 1 1/2 e dilatandolo braccia 2. Un tal fosso comunica colla fossa circondaria della fortificazione di Grosseto, onde potrà detta fossa rendersi ancor essa navigabile colle acque fresche dell'Ombrone, le quali gioveranno per lavare l'immondizie tutte della città che radunandosi in questa fossa esalano de' vapori morbosi» (L.XIMENES, Memorie intorno alla visita fatta da S.A.R. nella pianura di Grosseto e Castiglione, in A.SALVESTRINI '74, Vol.III, 1767 Maggio 10).

In particolare vi fu la ristrutturazione dell'antico Palazzo dei Priori a sede del magistrato dell' Uffizio dei Fossi e solo negli anni novanta si prestò attenzione all'immagine della città con un nuovo arredo per il centro politico, religioso e commerciale della città, lastricando via Colonnella e le strade secondarie della città da Porta Vecchia a Porta Porta Nova e delimitando con colonnini e catene, nel 1792, un'area della Piazza Grande riservata al mercato cittadino. Tutto questo nella situazione in cui la città è venuta a trovarsi a seguito del fallimento della bonifica intrapresa dallo Ximene, che una relazione del 1787 evidenzia esser dotata di edifici pubblici - compresa la fortezza - in buone condizioni, con un ospedale ottimamente ristrutturato ed ampliato, ma abitata da una popolazione di appena «300 anime, di cui poi l'inverno ve ne sono 800 e sole 120 restano a statarvi, gli altri andando a Roccastrada in montagna, a Montorgiali e altri luoghi attorno». Popolazione, del resto, pessimamente assortita: «gli abitanti, tutti faccendieri che vanno a statare, confinati o forestieri che solo vi vengono a lavorare, sono estremamente poltroni, neghittosi e non fanno nulla, avviliti e scoraggiti dalle febbri, sono tutti di pessimo colore, senza pulizia ne industria». Avvilimento e scoraggiamento sembrano, dunque, essere i sentimenti più diffusi in città, comprensibili nella delusione derivante dal fallimento della bonifica intrapresa dallo Ximenes, in una condizione di vita che bene è resa comprensibile da questa testimonianza di un viaggiatore che visitò Grosseto nel 1790: «Un grandioso ospedale è stato costruito di recente a Grosseto, ma la sua utilizzazione deve essere stata ostacolata in gran parte dalla mancanza di assistenti che, per contribuire alla cura degli altri, cadono vittime essi stessi dalla malattia causata dall'aria micidiale» (R.COLT-HOARE 1790, p.17).