L'area della nuova cattedrale
 

II centro storico della città ha un assetto che non vede nella cattedrale e nella piazza principale il punto focale sul piano urbanistico. In realtà verso cattedrale e piazza non avviene una convergenza di strade tale da far ritenere che lo sviluppo urbanistico si sia attuato in base ad uno schema dedotto dall'assetto di quell'area, per cui pare piuttosto da ipotizzare che questa sia stata ristrutturata e rifunzionalizzata all'interno di uno schema già realizzato. L'assenza di convergenza delle strade nell'area della piazza, o di uno sviluppo circolare concentrico di strade attorno ad essa o ad essa raccordate con una raggiera di vie, evidenzia che le strade che comunque congiungono cattedrale e piazza con le altre parti della città sono state tracciate originariamente per una funzione diversa. Queste vie portano alla piazza poiché l'attraversano, e non già perché ad essa sono state originariamente indirizzate. Questa considerazione certamente è anche di coloro che progettano la ristrutturazione dell'area della nuova cattedrale. Infatti essi si adoperano per conferirle una dignità pari alla funzione assegnatale, togliendole quella di mera zona di transito verso la piazza del mercato quale era prima della ristrutturazione e quale è tornata oggi, con la scomparsa degli edifici che ebbero la loro particolare progettazione proprio per quello scopo, ossia l'ospedale di S.Giovanni Battista fondato nel 1309 su una superficie occupata oggi soltanto in parte dal palazzo del municipio, e l'edificio adibito a palazzo dei priori fin quando non dovrà ospitare il podestà dopo l'incendio del suo palazzo del 1370, ed ancora dal 1419. È facile osservare come la linea cui appartiene la diagonale del transetto del Duomo - che per quanto costruito nel '500 nondimeno non può che avere un orientamento conseguente a quello dell'edificio - prosegua ad unire gli angoli della facciata del palazzo oggi della Provincia, e come quella linea sia in realtà l'asse delle vie a nord e a sud dei due edifici - le odierne vie Vinzaglio e Ricasoli -, che evidentemente costituiscono originariamente un'unica strada. Come il palazzo dei priori, così anche la cattedrale stessa impedisce, dunque, che una direttrice longitudinale attraversi l'area.

Già nel 1967, nel suo studio sul Duomo di Grosseto, Annarosa Garzelli osserva: «considerando che il Palazzo ora della Provincia e il Duomo — così singolarmente e ad evidenza disposti per un'apertura a ventaglio — risalgono ad un impianto configuratesi fra la fine del secolo XIII e l'inizio del successivo, sembra logico dover includere in questa rielaborazione anche la forma della piazza. Si profila così il quadro di una pianificazione che sostanzialmente rientra nell'intenso programma di rinnovamento comunale che gradualmente ridimensionò l'antico nucleo degli Aldobrandeschi» (A.GARZELLI '67, p.15). L'esame della documentazione, e l'osservazione dell'area e delle piante degli edifici lì esistenti ed in quelle prossime, conferma che contestualmente al progetto di costruzione della nuova cattedrale in effetti vi è la pianificazione relativa all'assetto di tutta l'area circostante il grande edificio sacro. Una pianificazione, peraltro, che introduce un criterio innovativo per la città toscana, applicato nello stesso periodo anche a Massa Marittima: attorno alla piazza principale della città sono realizzati tutti gli edifici pubblici più importanti, così quelli comunali come quelli ecclesiastici, cosicché assieme alla cattedrale vi si affacciano la nuova curia del comune, un nuovo ospedale, il palazzo dei priori. L'estensione dell'area oggetto della ristrutturazione iniziata alla fine del XIII secolo è facilmente riconoscibile osservando la pianta del centro storico, ove è evidente che soltanto gli edifici prossimi al Duomo hanno l'orientamento della chiesa, mentre tutto il resto della città entro le mura ne ha uno diverso, derivante dallo sviluppo del suo nucleo originario su direttrici ben precise, costituite da tratti di vie antiche. La ragione di questa diversità di orientamento fra vecchio e nuovo risiede nelle caratteristiche scenografiche da conferire alla piazza. Ispirandosi al modello senese della "Piazza del Campo", i progettisti disegnano obliquo rispetto all'asse longitudinale della città quello della cattedrale, affinché il suo lato meridionale costituisca il limite opportunamente orientato di un grande spazio a ventaglio.

Questo a sua volta è contenuto nell'area trapezoidale in cui si trovano gli edifici pubblici della città. Oltre all'evidente contestualità progettuale fra nuova cattedrale, edifici adiacenti e piazza, anche una documentazione abbastanza ampia conforta la tesi di un programma complessivo di ristrutturazione dell'area. Un palazzo del comune già esiste quando ancora il consiglio si riunisce nella chiesa maggiore: nel 1257 vi risiede il Podestà, e forse, come sede dei Consoli, risale alla fase degli interventi che fanno seguito al grande incendio in città, di cui si ha notizia dalla carta libertatis del 1204; un documento del 1258 informa che il palazzo ha un portico, appunto il "portico dei Consoli", forse la loggia «que est in platea publica Comunis Grosseti», documentata nel 1338. Quel palazzo, col suo ampliamento dei primi anni '70, occupa l'area a destra dell'entrata dell'odierno palazzo della Provincia, e sebbene edificato ed

ampliato ben prima della progettazione della ristrutturazione dell'area, per questa costituisce in effetti uno dei due vincoli fondamentali, essendo l'altro rappresentato, naturalmente, dall'ubicazione dell'antica chiesa maggiore. Ebbene, proprio un ampliamento ulteriore del palazzo comunale costitusce il primo momento d'attuazione del programma, di poco precedente l'inizio dell'edificazione della cattedrale, assegnato all'anno 1294. Nel 1293, infatti, è documentata l'esistenza di una "nuova
curia", ovvero di un nuovo edificio rispetto alla curia Communis di cui riferisce una carta del maggio 1222, e probabilmente questa ha sede in quello stesso palazzo del Comune in cui risiede il Podestà nel 1257. Questo però non può identificarsi con la sede della curia detta 'nuova' nel 1293. Poiché è ragionevole ritenere che il luogo ove si rende giustizia ed ha la sua sede il governo della città abbia la sua collocazione appunto nel palazzo comunale, non resta che ipotizzare che questo sia di nuovo ampliato, dopo il 1270, al fine di dare una nuova sede alla curia. Il che trova conferma nel documento (certo tardo) che riferisce della sede del Podestà di Grosseto nel 1430. Questa vi compare in un «palazzo con torretta posto in su la piazza di Grosseto», con una bottega al piano terra confinante con «la casa del Comune»; bottega «la quale sul canto reincontra a la chiesa cattedrale». Il palazzo del Podestà è dunque contiguo alla «casa del Comune», ed ambedue le sedi sono con evidenza da collocarsi nell'odierno palazzo della Provincia, la cui ala settentrionale è una delle pochissime costruzioni che hanno lo stesso orientamento della cattedrale, che proprio le «reincontra sul canto». L'orientamento diverso dell'altra parte del palazzo, raccordata a quella più recente da un ambiente triangolare per consentire ai due edifici di avere un'unica facciata, sembra dimostrare come la «casa del Comune» — ovvero il palazzo comunale del 1277 — sia edificata secondo il criterio che regola la costruzione degli edifici in Grosseto prima del programma per la nuova cattedrale e la piazza, e come invece a quel programma appartenga l'edificio che l'amplia: appunto la "nuova curia". Il che appare confermato anche dalle osservazioni del Cappelli sul palazzo della Provincia di Grosseto. Egli - in occasione dei lavori di ristrutturazione eseguiti nei primi anni del '900 - rileva che il palazzo, già al suo restauro dopo l'incendio del 1370, «si componeva di quattro diversi corpi di fabbrica, poiché eretti in quattro tempi diversi (A.CAPPELLI '03, p.27) .

La posizione dell'ospedale di S. Giovanni Battista e del Palazzo dei Priori vale a far sì che quest'ultimo edificio sbarri, e devii sul retro, la via che altrimenti transiterebbe proprio davanti alla nuova cattedrale. Con ciò è creata per la chiesa una piazza propria, di dimensioni tali da imporne una visione che ne esalti la mole e che si affianchi degnamente alla assai più vasta piazza del Comune. L'accesso principale a quest'ultima è al centro del lato che fronteggia il palazzo comunale, mediante la via poi chiusa con la costruzione dei magazzini dell'Abbondanza. Il disegno della piazza è tale che il palazzo comunale, situato a costituirne il fondale e dunque l'elemento scenografico principale, è esaltato nella sua funzione di simbolo dell'autonomia cittadina.
 

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