Il "locus Grossito"
 

Archivio Arcivescovile di Lucca + F. 66. 803 Agosto (Ed. D.BARSOCCHINI, Memorie e documenti per servire all'istoria del ducato di Lucca, Lucca 1837, doc.CCCXIII). Il Vescovo di Lucca Jacopo dà in locazione, "ad continendum et laborandum", vari beni appartenenti alla chiesa di S. Giorgio "que est in loco Grossito, et in Calliano", a Ildiprando di Ilprando abate ed ad i suoi eredi, coll’obbligo di rendere alla stessa chiesa 12 denari di olio "ad luminaria". "Actum Luca".

 

 

 

 

 

+ In nom. Patris et Filii. et S.Sancti. Carolus serenissimus augustus, et a Deo coronatus magnus et pacificus imperator, romanum gubernans imperium, qui et per misericordiam Dei rex Francorum et Langubardorum, anno regni ejuus quo Lan-gubardiam coepit trigisimo, et filio ejus dn. nostro Pippino rege , anno regni ejus vigisimo tertio , mense augusto , inditione undecima.... est mihii Ildiprando filio Ilprandi abbatis, quia ad continendum et laborandum dedisti mihi tu dn, Jacobe in Dei nomine Episc, res Eccles. vestre S. Georgii, que est in loco Grossito ; et in, Calliano, idest terris vineis, sive silvis culta re vel inculta, omnia et in omnibus quanta in predicta loca ipsa rea quantum eidem Eccles. S.Georgii est pertenentes, mihi tradidisti in integrum. Et suprascripta res recta fuit per qd. . . . cus, tali tenore mihi ipsa res dedìsti, ut in mea et de hereuibus meis sìt potestatem avendum possidendum regendum. lavorandum, et meliorandum et usufructuandum in nostra avendo potestate. Et per singulos annos pro suprascripta res tibi vel successoribus tuis in prefata Dei Eccles. S.Georgii ad luminaria reddere deveamus censum oleo valiente denarios duodecim tantum. Nami amplius nullum censum vel redditum vobis exinde facere deveamus: et per hanc cartulam taliter repromittere prevideo tibi qui supra Jacobo Episc. et successoribus tuis, ut si ego vel heredibus meis ipsa suprascripta res bene non lavoraverimus vel pejorata fuerit, vel suprascriptum censum in sepedicta Dei. Eccles S. Georgii... Domini non reddiderimus: spondeo cum heredibus meis componere tibi et successoribus tuis.... penam soledos de argento num. dugentos. Unde inter nos duas cartulas de.... mea Richiprandum subd. not. scribcre rogavi. Actum Luca.

Signum + ms. Ildiprandi qui hanc cartulam fieri rogavit.

+ Ego Racbiprandus presb. rogatus ec.

...... presb rogatus ec..

+....Benedictu rogatus ec.

+. .... olfus cler. rogatus ec.

Signum + ms. Richeradi cler. filio b. me. Ruintrualdi testis.

Ego Richiprandus subd. et not. posti traditam complevi et dedi.

Il dominico delle terre della chiesa di S.Giorgio, allorché diviene possesso della famiglia aldobrandesca, assume una funzione diversa da quella, di centro amministrativo del punto di raccolta delle mandrie del vescovo lucchese, avuta in età longobarda. In ragione del primario compito assegnatogli di difensore della corte e del territorio circostante, Ildiprando inizia a conferire a quell'insediamento una funzione di "luogo del potere" che i suoi successori amplieranno tanto, da far sì che nel sito si formi una città. Ildiprando, cioè, nell'803 inizia la realizzazione in Grossito di uno di quei luoghi la cui diffusione nelle campagne è tipica in età carolingia, con la finalità di concretizzare nel territorio il criterio della presenza diffusa del potere sovrano - del cui sistema è parte importantissima in Tuscia il vecovato lucchese -, mediante quella dei membri della classe dei possessores, cioè degli arimanni che possano garantirla militarmente in virtù della loro consistenza patrimoniale.In pratica si tratta di luoghi dotati di sistemi difensivi che valgono a renderli tipici, ovvero riconoscibili senza dubbio come centri signorili realizzati per il controllo amministrativo ed economico del territorio. All'insediamento è imposta, dunque, una nuova matrice, che la stessa corretta applicazione dei criteri carolingi di organizzazione del potere dello Stato vuole che, ad una caratterizzazione soprattutto militare, si affianchi anche quella funzionale a conferire all’insediamento fortificato un ruolo importante per il popolamento del territorio e la sua messa a coltura. Realizzare una prima struttura difensiva, atta a conferire al dominico della corte in Grossito la riconoscibilità come "luogo del potere", è abbastanza agevole: basta collegare fra loro gli edifìci sulla linea delle facciate che guardano all'esterno dell'insediamento, ottenendo così un perimetro fortificato, di cui sono parte integrante, col congiungimento delle loro strutture, le case, i magazzini, la stessa chiesa di S. Giorgio. In breve tempo questa fortificazione assume un aspetto ed un rilievo nel territorio tale da esser definita castrum nel documento del 973 che per primo ne attesta l'esistenza, struttura perfettamente rispondente ad assolvere alla funzione tipica delle rocche situate sulle direttrici di comunicazione, secondo la logica delle prime acquisizioni aldobrandesche nel territorio rosellano che è proprio quella di attestarsi sul tratto terminale dell'Ombrone, al fine di trarre ogni vantaggio possibile dalla posizione strategica di eccezionale importanza del locus Grossilo e di Calliano, il possedimento acquisito anch'esso nell'803, situato situato alla foce del fiume.