La localizzazione del castrum
 
L'annalista Saxo (Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomo VI, Hannover 1884, p.773) riferisce di un un episodio che s'inquadra nello scenario delle lotte, di cui fu teatro l'Italia, fra il pontefice Innocenzo II e l'antipapa Anacleto. Il margravio Errico di Baviera assediò Grosseto nel 1137, e l'annalista narra che i grossetani si arresero dopo la caduta del castrum munitissimum: ciò sembra suggerire l'ipotesi che essi, così facendo, abbiano rinunciato a difendersi e, dunque, ad avvalersi di strutture difensive diverse da quelle già vinte dal margravio imperiale. Se non ne avessero avute sembra chiaro che la conquista di Grosseto sarebbe stata cosa già fatta con quella della fortificazione espugnata. Dunque ciò fa supporre che esistesse una situazione costituita da due sistemi difensivi distinti. Uno composto da una rocca e dalle strutture relative al castrum aldobrandesco già attestato nel 973; l'altro realizzato dagli abitanti del suburbio regolato urbanisticamente - e dunque ormai «borgo» -, al di fuori delle mura castrensi.

La localizzazione del castrum, ovvero del nucleo originario dal cui sviluppo nasce la città, oltre che da quanto è possibile dedurre dall'osservazione della struttura urbanistica di Grosseto (si veda G.PRISCO '89), è indicata dalla documentazione medievale, che copiosa attesta dell'esistenza di costruzioni relative all'antico castello della curtis altomedievale ricordando un Castellare di Grosseto nel Terzo di S.Giorgio, quello che ha preso il nome dalla chiesa già esistente nel locus Grossito nell'803.

Archivio di stato di Siena, Archivio di Stato di Siena, Capitoli 3, "Caleffo Nero", c.270. 1353 Aprile 13. Fazio del fu Andrea, procuratore del Comune di Siena prende possesso di alcune case e botteghe in Grosseto vendute dal Comune di Pisa. Fra le case ne n'è una, adibita a cantina, posta nel Terzo di S.Giorgio "in loco dicto lacella dellisola sive castellare".

 

Archivio di Stato di Siena. Capitoli 2, "Caleffo dell'Assunta", c.35. 1301 Agosto 8. Presa di possesso del comune di Siena dei beni posseduti in Grosseto

Il documento che, comunque, toglie ogni dubbio su dove si trovasse il castello del 973 della curtis aldobrandesca, il castrum munitissimum del 1137, il cassarum del 1274, è quello registrato nel Caleffo dell'Assunta con la data dell' 8 agosto del 1301. In quel giorno avviene la presa di possesso da parte del procuratore del Comune di Siena di beni di quel Comune in Grosseto. Si tratta di un casalino che ha di fronte a sé la «piazza del mercato di Grosseto» (dal 1345 la piazza del 'Cassero del Sale') e «la porta della città detta volgarmente Porta Cittadina», ovvero l'odierna 'Porta Vecchia'. Quel casalino, asserisce il documento, è ciò che resta, nel 1301, del palazzo dei conti di S. Fiora, cioè degli Aldobrandeschi. Di parere diverso R.FARINELLI - R.FRANCOVICH 2000, pp.136-137: «L'esame delle fonti documentarie bassomedievali e moderne induce a localizzare il "castellare", toponimo che indica l'esistenza o la memoria di strutture fortificate in stato di abbandono, in un sito posto a sud dell'antico Palazzo dei
Priori, forse all'interno della cinta muraria medicea tra le attuali via Manin e piazza San Michele (nell'isolato dell'Hotel Bastiani e della Banca Toscana), dove, nei primi anni del XVIII secolo, vennero alla luce consistenti resti di strutture architettoniche probabilmente risalenti all'età romana».