Sacrestia  
   
Un grande mobile ad U, realizzato in legno di noce nel XIX secolo, occupa tre pareti della sacrestia, alla quale su accede da una porta sulla parete destra della cappella. La forma tipicamente architettonica si sviluppa su due corpi: l'inferiore ha undici sportelli, ed è aggettante rispetto all'alzata, suddivisa in 11 specchiature asimmetriche rispetto agli sportelli inferioni, con la parte superiore ed inferiore scanalata. Al centro della stanza è un mobile quadrangolare con dodici sportelli ed otto cassetti, la cui altezza è pari a quella del corpo inferiore dell’armadio stesso. I mobili sono di gusto neoclassico per la loro semplicità ed austerità, e ripetono, con alcune varianti, la forma tipica di mobili da sagrestia cinquecenteschi. Al loro interno sono conservati oggetti di culto ed arredi.

Un piacevole scrittoio pensile è appeso alla parete di destra, ove si trova la bella «pila da lavarsi le mani per i sacerdoti», vista dall’Anichini nel 1751 (carta 39 v. della sua Storia ecclesiastica...). Notevole è la Croce d’altare, opera di un artista di notevole perizia nell'intaglio ligneo: « Il corpo del Cristo, modellato con delicatezza e attenzione agli effetti della luce sulle forme, è disegnato con particolare attinenza al vero e al naturale, composto in bella forma, con un fare che rammenta moduli del classicismo seicentesco di stampo algardiano...» (F.FUMI CAMBI GODO '96, p.199)
 
Nella stanza del capitolo è un interessante armadietto settecentesco in legno, diviso in due sportellini contenenti ognuno una targa ovale con scritte, sormontata da corona. Le targhe, su cui si legge OPA, sono completamente circondate da ornati vegetali traforati ed intagliati, disposti in maniera cuoriforme superiormente, e ricadenti agli angoli inferiormente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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