Navata sinistra  

A-Semipilastro in controfacciata; B-Parete di tamponatura dell'absidiola elminata; C-Lapide del 1295; D-Acquasantiera; E-Fonte battesimale; F-Lapide in memoria della visita di papa Giovanni Paolo II; G-Busto ed epigrafe in memoria del vescovo Domenico Mensini; H-Dipinto; I-Transetto; L-Cappella della Madonna delle Grazie ; M-Cupola; N-Area dell'altare maggiore; O-Abside-coro; P-Finestre della navata maggiore.

 
Nell'Ottocento si eliminarono gli altari barocchi addossati alle pareti e aggiunti nel corso dei secoli XVII e XVIII: nella seconda campata vi era quello della Madonna del Carmine, della Madonna del Rosario nella terza, di S.Anna nella quarta.

Con la realizzazione di una tamponatura fu eliminata la nicchia a forma di piccola abside affrescata che si trovava presso l'angolo sinistro della facciata, ove fino al 1709 era stato l'altare della Madonna delle Grazie. Questo fu trasferito di fronte, nella navata destra, e la lapide del 1295 che era murata sulla parete cui fu addossato l'altare fu trasferita a sua volta nella parete di sinistra, e nella seconda campata della stessa navata fu collocato il monumentale fonte battesimale, posto originariamente di fron-
te all'altare della Madonna delle Grazie. Nella terza campata, demolito l'altare della Madonna del Rosario, e trasferito sull'altare della cappella della sacrestia il dipinto che l'ornava, nel 1858 fu realizzato il monumento funerario in ricordo del vescovo Domenico Mensini. La tela seicentesca di Giacinto Gimignani che ornava l'altare della Madonna del Carmine, è oggi conservata presso il Museo Diocesano d'Arte Sacra.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel braccio di sinistra del transetto è la Cappella della Madonna delle Grazie, qui realizzata nel corso dei grandi lavori di ristrutturazione ottocenteschi. In precedenza vi era una cappella di patronato della famiglia Magnani, con un altare in stucco che l'Anichini ( Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, Archivio Vescovile di Grosseto, Ms. 1723, c. 70r, 1751) ricorda dedicato al Nome di Gesù, presso il quale era istituita una compagnia sotto lo stesso titolo. L'altare era ornato del dipinto del Salimbeni che attualmente, dopo esser stato anche nel coro, è nella quarta campata della navata: San Lorenzo e San Carlo Borromeo adorano il Nome di Gesù.

 

San Lorenzo e San Carlo Borromeo adorano il Nome di Gesù.
Ventura Salimbeni (Siena 1568 - 1613) In basso si legge: QUESTA TAVOLA/ DEL NOME DI JESU LA FAT/ TA LE DONNE DI ELEMOSINE. «La grande tela è caratterizzata da un soggetto di chiara impronta devozionale: il giovane diacono San Lorenzo e San Carlo Borromeo inginocchiati che adorano il simbolo del Nome di Gesù. L'ampio disco circondato da raggi fiammeggianti - il sole fin dall'antichità è simbolo della divinità - ha al centro il monogramma cristologico JHS sormontato dal Crocifìsso e in basso i simboli della Passione... il  dipinto è probabilmente da restituire al pittore senese Ventura Salimbeni, in particolare alla sua tarda attività, come propone Alessandro Bagnoli...» (L.MARTINI '96, p.142).

 

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