Navata destra  

A - Semipilastro in controfacciata; B - Rivestimento originale; C - Finestrone; D-Finestrone; E-Acquasantiera; F-Acquasantiera; G- Portale; H-Busto e lapide in memoria di Giovanni Valeri; I- Cappella del Crocifisso; L-Transetto; M-Finestre della navata maggiore; N- Cupola; O-Area dell’altare maggiore; P-Abside-coro.

Nella sua visita apostolica alla Diocesi di Grosseto del 1576, nella navata destra della cattedrale il vescovo di Perugia Francesco Bossi trovò il fonte battesimale, oggi nella navata sinistra, e gli altari di S.Giovanni Battista e di S.Maria de Reliquiis.  Nel '600 vengono costruiti nuovi altari, e nel 1708-1709 vi fu eretto il nuovo altare della Madonna delle Grazie nella prima campata ove era collocato il fonte battesimale, che dunque viene trasferito nell' absidiola di fronte, nella prima campata della navata sinistra, ove era originariamente l'altare della Madonna. Quasi due secoli dopo così descrive la navata il cancelliere vescovile Anichini: c. 58r «si vede dall'ultima colonna la pila dell'Acqua Santa di marmo della Montagnola, fatta venire il 1654 in luogo dell'altra che si era rotta, come al Rincontro dell'Operaio di tal anno folio 170, e di fronte si rimira una lapide marmorea coll' Arme sopra dell'Opera, in cui leggesi la memoria della traslazione della Madonna delle Grazie e poco più bassa, verso la
porta maggiore, altra pietra più piccola che ci fa palese con caratteri antichi l'incominciamento al di dentro della fabbrica di questa Cattedrale.…». C.52v-53r: «Altare dei SS.Martiri Adriano e Feliciano. Prima di giugnere a questo altare trovasi la porta del fianco alla Cattedrale, che rimane in mezzo alla terza e quarta colonna che sostengono la navata di mezzo … e a piedi della terza colonna vi si vede una Pila pell'acqua Santa di lavori scherzosi fatta l'anno 1506 da Girolamo Vantaggiuoli scultore Sanese, come si riconosce dall'iscrizione che in essa si legge. Dopo trovasi altro confessionario compagno a quelli di sopra descritti… Tra la seconda e la terza colonna sta un bancone lungo lungo che prende tutto il vacuo che resta fra l'una e l'altra di esse col suo genuflessorio avanti, la quale è destinata pell'uffìcialità in occasione di funzioni da farsi in Cattedrale colla loro assistenza…». C.51v: "E seguitando dalla banda del Pulpito nello scorrere la Chiesa... l'Altare prima dedicato a S. Caterina da Siena ed ora egualmente a detta Vergine e S.Andrea Apostolo…» Archivio Vescovile di Grosseto, ms. 1723. F. ANICHINI, Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, 1751). Tutti gli altari barocchi di cui riferisce l'Anichini furono eliminati nel corso dei lavori di restauro ottocenteschi, e soltanto quello della Madonna delle Grazie fu ricostruito nella cappella del braccio sinistro del transetto con una nuova decorazione. Durante quei lavori, nel 1857, viene realizzato il nuovo altare del Crocifisso nella cappella del braccio destro del transetto.
Nella prima campata, fin sotto il primo dei due finestroni, la rimozione degli intonaci ha riportato alla luce l'originale rivestimento di marmo giallino di Montarrenti in parte scalpellato e rovinato per l'adesione degli intonaci. Assieme ai semipilastri di controfacciata, la parete con i due finestroni gotici è, dunque, riferibile all'impianto primitivo. All'esterno i finestroni risultano centrati tra le lesene che dovevano avere funzione di contenimento della spinta di archi trasversali interni, ma ad esse, internamente, non corrispondono le attuali nervature in parete. Inoltre, visti dall'interno, appaiono decentrati rispetto alle campate e, addirittura, interferiscono con le volte.

 

 

 

Le vetrate in otto scomparti dei due finestroni aperti nella parete della navata destra furono realizzate su cartoni di Girolamo di Benvenuto attorno al 1470. Nella vetrata a destra sono raffigurati i profeti Isaia e Michea, l'Annunciazione, i Santi Pietro Apostolo e Gerolamo, le Sante Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena; in quella di sinistra la Fede e la Speranza e i Santi Michele Arcangelo, Giovanni Battista, Bartolomeo apostolo, Ludovico, Lorenzo e Sebastiano. Il restauratore Guglielmo Botti nel 1865 eseguì consistenti rifacimenti, e nel 1948, per i danni subiti durante la guerra, le vatrate furono restaurate da Alfredo Vinciani.

 

 

 

 

 

 

 

Le due acquasantiere della navata destra.

Quella nella foto a sinistra è collocata presso il primo pilastro. Presenta una doppia base di appoggio di epoca posteriore. La parte rimanente del fusto è a balaustro ornata, inferiormente, da teste di cherubino e superiormente da grappoli di fiori e frutti. La vasca è ornata da un motivo a bassa baccellatura incavata: i motivi decorativi sono tipici del Cinquecento e perdurano anche nel secolo successivo, cui appartiene l'opera.

L'altra, anch'essa del secolo XVII, è di fronte al portale della facciata meridionale. Poggia su base parallelepipeda, il fusto è a balaustro. La

vasca è solcata da incisioni parallele e suggerisce una sorta di baccellatura posta su piano. Sul bordo della vasca corre una iscrizione : JACHOPO PANIGO. L’iscrizione sicuramente si riferisce al committente.

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