Il campanile  
 
La cattedrale di Grosseto ebbe la sua torre campanaria soltanto nel 1402, quando fu innalzata, a ridosso del fianco settentrionale, su iniziativa dell'operaio del Duomo, Domenico di Francesco da Montemerano, come è ricordato dall'iscrizione in caratteri gotici murata alla base stessa della torre, e la sua scala interna fu costruita nel 1611, con l'accecamento dei finestroni.

Il campanile come lo vediamo adesso non ha più l'aspetto della torre campanaria quattrocentesca, ma piuttosto quello dovuto al restauro ed alla sopraelevazione del 1911, lavori eseguiti sotto la direzione della Commissione presieduta dall'architetto Lorenzo Porciatti e dall'allora costituenda Soprintendenza per la Conservazione dei Monumenti. Questo intervento, osserva Felicia Rotundo rappresenta «l'ultimo atto della rilettura in versione neogotica dell'edifìcio... Il progetto di restauro di cui si conserva il disegno, fu approntato dall'architetto Egisto Bellini il

Nella bella cartolina la torre come si presentava prima del rifacimento del 1910, voluto dall'Operaio Cappelli.

quale come i suoi predecessori, si preoccupò di esaltare il carattere gotico di questa struttura sostituendo alle preesistenti aperture monofore, finestre bifore, trifore e polifore separate da esili colonnine in marmo bianco e completandola con una copertura a guglia ispirata sul modello del campanile del Duomo senese....» (F.ROTUNDO '96, p.82).

 

Sulle pareti del campanile, assieme a vari stemmi, sono murati alcuni frammenti di bassorilievi gotici, probabilmente pertinenti alla decorazione originale del Duomo, il cui autore dovrebbe appartenere alla cerchia di Giovanni di Agostino.

Mensola con figura di genietto ad ali aperte, probabilmente peduccio di una delle colonnine dei due finestroni del lato meridionale del duomo.
«Rappresenta una testina di genio incappucciato racchiusa tra due ali che costituiscono i lati della piramide rovesciata.... L'alto grado di corrosione non consente di accertare se rappresenta una piccola figura femminile» ( A.GARZELLI '67, p.35).

Formella raffigurante una figura femminile, forse S.Lucia, che tiene una piccola spada con la mano destra ed un piattino con gli occhi con la sinistra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Formella raffigurante una figura maschile, forse S.Giovanni Battista, in atteggiamento orante. L’angolo inferiore a sinistra è occupato da una corona.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Formella arcuata, composta nella parte destra del pellicano che si apre il petto, al centro da una navicella e a sinistra dall’immagine di un serpente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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