Documenti

 

1333 Marzo 8

Archivio di Stato di Siena. Capitoli 2, "Caleffo dell'Assunta", c.38v - 39v
Il comune di Siena stabilisce che venga costruito un cassero di sua proprietà nella città di Grosseto.
 

1334 Febbraio 11
Archivio di Stato di Siena. Biccherna 659

Presta imposta alla città di Grosseto per l'edificazione del cassero e per il pagamento della guardia ad esso assegnata.
 

1334 Marzo 31
Arch. di Stato di Siena. Diplomatico.Ospedale S.Maria della Scala

Vanni di Meo de Balzis, Bindoccio Latini e Meo Rinaldi, operai addetti alla costruzione del Cassero Senese di Grosseto, e i due maestri incaricati, dettero ufficialmente principio ai lavori del cassero e propriamente di una delle quattro torri, che vollero si chiamasse volgarmente la torre Sanese, mettendo un vaso [ciato} di vino rosso nel fondamento e ponendoci sopra la prima pietra.

1334 Aprile 1, 2, 8, Giugno 6
Arch. di Stato di Siena. Diplomatico. Riformagioni

Si tratta di una raccolta di contratti: 8 sono rogati in data 1 Aprile, 2 il 2 Aprile, 3 l'8 Aprile ed uno il 6 Giugno, tutti dal notaio Benedetto di Domenico, cittadino senese, nel Palazzo dei Priori di Grosseto. Le case acquistate, tutte nel Terzo di S. Piero, furono 16 -di cui una, la più costosa, con curia. 14 è il numero dei contratti e mentre uno di questi è relativo soltanto ad un orto, due riguardano più case: donna Cecca moglie di Gualtierotto Lanfranchi vende due case con orti e Carmignano del fu Feo, sindaco e priore del Monastero di S. Salvatore di Spugna vende, col contratto del 6 Giugno, tre case, di cui una con forno. Gli orti acquistati sono in tutto undici, di cui uno con casalino (venditori i fratelli Magio e Bartolomeo di Ser Credi), e le "piazze" quattro. Le case di Cecca e di Carmignano confinano col "muro del comune" e così quella venduta dagli Operai dell'Opera di S. Lucia. Nelle confinazioni una casa (quella ceduta da Minuccio di Salvi) confina con la carbonaia del comune e con strada.

1344 Giugno 18
Arch. di Stato di Siena. Consiglio Generale 134, c. 49r-v

Il Consiglio generale approva, in deroga alle norme statutarie, la proposta della commissione eletta dai Nove per la ricostruzione delle mura di Grosseto. "Certum est certa ordinamenta sive provisiones facta fuisse per quosdam viros prudentes et providos cives Senarum deputatos et electos per dictum officium dominorum Novem vigore cuiusdam reformationis cuiusdam secreti consilii per dictum officium dominorum Novem retenti de mense maii preteriti proxime ad providendum, perquirendum et inveniendum modos et vias utiles observandas et quibus procedatur super fortificatione ac murorum constructione civitatis Grosseti et ad providendum super hiis et ista materia et quomodo denarii pro predictis faciendis et fulciendis necessarii solvantur et per quem vel quos, scripta manu ser Francisci ser Gini notarii et per me Matheum notarium reformationum dicti comunis in eodem presenti consilio lecta fore. Nec est propterea minus certum ipsa ordinamenta vel provissiones non valere vel executionÌ mereri nisi in pre-senti consilio approbentur, inspecto itaque per ipsum potestatem quod predicta ordinamenta ut supra per me lecta sine infrascriptorum statutorum derogatione nequeunt per presens consilium appobari et volens ea et super eorum approbatione procedere in utilitatem et commodum comunis Senarum pro[po] nuit si dicto consiliovidetur et placet providere et ordinare quod derogetur et ex nunc derogatum sit et esse intelligatur capitulo statutorum dicti comunis quod loquitur in rubrica quia qualiter possit moveri guerra et cetera et precipue verba apposita in dicto capitulo, videlicet item nullum castrum, terra vel rocca que dissipata fuerit per comune Senarum riedificari possit....".

1345 Aprile 22
Arch. di Stato di Siena. Consiglio Generale 136, c. 28r-v

Il Consiglio generale di Siena delibera di acquistare gli immobili adiacenti alle mura e alla porta cittadina di Grosseto per abbatterli, onde evitare lesioni alle fortificazioni. [c. 28v] "Cum civitatis Grosseti casserum et muri sint quasi ad perfectionem deducti adeo quod commode poterunt custodiri et secundum quod per dominos murorum et casseri predictorum officio dominorum Novem refertur sunt in dicta civitate Grosseti quedam domus [c. 28r] muris predictis contigue et coherentes et etiam iuxta casserum sit etiam quedam domus iuxta portam cittadinam que iam pro fortilitia fuit retenta que civitatem et casserum suprascriptum ledunt et debilitante et propterea expediat comune Senarum in hiis salubriter providere, si dicto consilio videtur providere quod domini camerarius et quactuor provisores comunis Senarum teneantur et debeant dare et solvere dictis dominis dictorum murorum prò emendis domibus suprascriptis et ipsis destrui faciendis et pro faciendo dictam domum minui et pro fortificarione murorum et casseri predictorum florenos quingentos auri, non obstante statuto dicti comunis quod loquitur de ordine expensibus comunis Senarum de expensibus fiendis et non obstantibus in predictis vel aliquo predictorum aliquibus statutis, ordinamentis, reformationibus et provisionibus comunis Senarum in nomine Domini consulatur".
 

1356 Gennaio 31
Arch. di Stato di Siena. Capitoli 3. "Caleffo Nero", c.292v

I governatori della repubblica di Siena nominano i custodi del cassero di Grosseto.

1356 Febbraio 10
Arch. di Stato di Siena. Capitoli 3. "Caleffo Nero", cc.292v-293

Giuramento prestato dai custodi per la conservazione del cassero di Grosseto

1406 Luglio 13
Arch. di Stato di Siena. Consiglio generale 202, cc. 137v-138
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Il Consiglio generale approva la proposta della commissione a ciò deputata, relativa alla distribuzione degli organici e degli armamenti nei casseri dello Stato senese e alla stima di ciascuna fortificazione. "Certi savi e honorabili cittadini electi per li magnifici signori, signori priori, capitano di popolo e officiali di balia a provedere sopra la guardia de' cassari et cetera, veduto quanto male i cassari si guardano e che quasi in tutti e' cassari non si trova uno fante che vaglia niente e parte monchi e parte zoppi, a riparare a le predette cose providdero e ordinare che per l'avenire e' castellani che sarano tratti a gl'infrascripti cassari sieno tenuti menare e tenere in ciaschuno cassare gli infrascripti fanti armati de le infrascritte armi, come di sotto appare, e abbino gli infrascripti salarii, e' quali fanti sieno tenuti fare scrivere in Biccherna, prima che vadino per pegli e sengni, e sieno tutti di Siena e del contado e così scritti essi fanti seco menarli ne detti cassari e cosi tenerli e non si possa alchuno fante rimettere se non nella Biccherna d'esso Comuno con volontà e consentimento d'essi quattro di Biccherna, rimanendo però fermo a ciaschùno castellano di potere tenere di fuore per lo bisogno del cassaro quelli fanti che prima potevano tenere per fornire e fare tutti e' bisogni del cassare. E sieno tenuti di fare la mostra coll'armi qui di sotto scritte, come in Biccherna scrivaranno e qui di sotto apparirà. Massa con due castellani e .xxx. fanti tra quali sia uno maestro e in tutto abbino almeno .xx. balestri e .x. corazze e ciaschùno abbia armadure di testa. …Grosseto uno castellano con sei fanti, quattro balestra, tre corazze, armadure di testa e abbino di salario fiorini 31 netti el mese…." (Il documento prosegue con l'elenco dei fanti e delle armi in dotazione ai casseri di Talamone, Montemerano, Pereto, Roccalbegna, Arcidosso, San Quirico [c. 138v], Sarteano, Monticchiello, Sinalunga, Sesta, Monteriggioni, Montemassi, Montorgiali, Montelaterone,