Matteo di Giovanni, Vergine Assunta, detta "La Madonna delle Grazie".

La cappella dedicata alla Madonna delle Grazie si trova nella cattedrale di S.Lorenzo nel braccio sinistro del transetto. Deriva il suo nome dall'immagine della Madonna, incoronata nel 1759 dal Vescovo Franci, unanimemente attribuita a Matteo di Giovanni. Il dipinto è all'interno di un'edicola marmorea quattrocentesca, opera del Ghini, posta sull'altare realizzato nel 1709 dallo scultore senese Giovanni Antonio Mazzuoli. L'altare settecentesco è collocato in questo braccio del transetto soltanto in occasione dei grandi lavori di restauro che interessano la cattedrale attorno agli '60 del XIX secolo: allorché viene realizzato, infatti, viene posto all'inizio della navata di destra, con l'eliminazione di quello più antico - l'altare quattrocentesco di Antonio Ghini, di cui è salvata soltanto una parte -, già addossato alla parete opposta, dopo esser stato originariamente in una cappella nell'area absidale. Prima della ristrutturazione ottocentesca nella cappella era l'altare del Nome di Gesù, come nota l'Anichini: «Altare del Nome di Gesù. Al pari del presbiterio e lateralmente di fronte alla Cappella del Crocefisso, vi è l'Altare del nome di Gesù, in tutto compagno all'altro che ha dirimpetto, col suo balaustrato d'avanti conforme a quello del Suffragio, che appare di proprietà dell'estinta Famiglia Magnani, dove vedonsi due depositi con ornamenti e stucchi e iscrizioni denotanti che quel tal famiglia ivi seppellironsi... ivi era eretta una Compagnia sotto detto titolo di cui presentemente non occorre far menzione perché affatto soppressa...» (Archivio Vescovile di Grosseto, Ms. 1723, F.ANICHINI,Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto,1751 c. 70v). Ed ancora prima di questo un altro altare è

stato nella cappella oggi della Madonna delle Grazie, ovvero quello dedicato all'Annunciazione di Maria, visto dal visitatore apostolico Francesco Bossi nel 1576 (Archivio Segreto Vaticano. Congr. Concilii, Visita Ap. Vol. 119, f.15). All'epoca della "Visita Bossi" parte della cappella è occupata dal coro, qui trasferito per la rovina dell'area retrostante l'altare maggiore, cui il Lari non pone rimedio nel suo intervento eseguito negli anni attorno al 1540, al fine di evitare il crollo della cattedrale. Nel 1857 sono posti nella cappella due confessionali di marmo, identici a quelli della Cappella del Crocefisso, nell'altro braccio del transetto, realizzati dallo scultore lucchese Domenico Iardella.

Nella cappella è custodito quel poco che è rimasto, dopo le confische napoleoniche, delle preziose suppellettili che, numerose, dotavano l'altare settecentesco della Madonna delle Grazie, collocato nella navata destra della cattedrale. Interessanti sono le lampade pensili, tipici esemplari tardo settecenteschi, eleganti nella linea e raffinati nell'esecuzione, con chiari i riferimenti allo stile neoclassico, nelle foglie lanceolate della base e del collare, e nelle borchie decorate a rosetta.

 

Fa parte dell'altare della Madonna delle Grazie il paliotto d'argento decorato a sbalzo, cesello e incisioni, opera ultimata da Antonio e Giacomo Bonechi nel 1782, che oggi, oltre che sull'altare per il quale fu realizzato, è esposto a volte sul nuovo altare maggiore, rivolto verso il
popolo. Il paliotto è alto novantatre centimetri per una lunghezza di due metri e quarantaquattro centimetri; al centro in bassorilievo è il nome di Gesù contornato da angeli ed alla base è l'iscrizione: FATTO PER ELEMOSINE DI PIE PERSONE L'ANNO 1780.
 

 
I confessionali posti nelle due cappelle del transetto della cattedrale, addossati alle pareti laterali, hanno struttura neogotica, con aperture trilobate e coronamento di motivi vegetali disposti a volute e sottili guglie alzate su esili colonnine. L’opera del Jardella si colloca nel quadro di quel gusto di revival in stile neogotico, realizzato qui in periodo piuttosto precoce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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