L'interno
 
Nell'interno di S.Martino appare completamente leggibile la pianta croce greca della chiesa, difficilmente riconoscibile all'esterno per l'addossarsi di numerose costruzioni all'edificio. Sull'unica navata rettangolare, divisa in quattro campate, illuminata da quattro monofore e conclusa da una scarsella, si aprono a metà della sua lunghezza, infatti, due grandi cappelle che formano due avancorpi sporgenti. I restauri del 1966 hanno portato alla demolizione di quattro dei cinque altari di cui riferiscono nel 1576 il visitatore apostolico Francesco Bossi e nel 1752 il cancelliere Francesco Anichini, salvando solo quello della Madonna delle Grazie, e l'eliminazione dell'intonaco a fasce bicrome, ha fatto emergere frammenti di affreschi tardo trecenteschi e quattrocenteschi in controfacciata e nelle prime due campate delle pareti laterali.

La navata vista dal portale d'ingresso della facciata occidentale. A sinistra si apre la cappella di S.Rocco, a destra quella della Madonna delle Grazie. L'area presbiteriale, profondamente modificata dai restauri del 1966, già dovrebbe esser stata ristrutturata più anticamente, con la scomparsa del coro certo esistente nel 1576: «Chorus adest a lateribus altaris maioris» ("Visita Bossi", c.63).

Immagine mariana affrescata nella prima campata di sinistra. Di buona fattura, è attribuibile alla scuola senese di fine XIV secolo, come la quasi totalità dei frammenti di affreschi presenti nella chiesa. Nella controfacciata sono, a destra dell'entrata i resti di un'Annunciazione alla base della quale si legge ancora l'Annuncio a Maria ed a sinistra è il frammento di un Sant'Urbano V, recante nelle mani il reliquiario con le teste dei Santi Pietro e Paolo. Al suo fianco una Madonna in trono, datata 1409 da una iscrizione. Fra i frammenti della parete destra particolarmente interessante è la figura dell' Angelo attribuibile a maestranze senesi della seconda metà del XV secolo.

I restauri hanno profondamente modificata l'area presbiteriale. Un altare moderno ha sostituito l'antico altare maggiore e le due statue lignee che stavano ai suoi lati, «lavorate con somma leggiadria, una rappresentante S.Silvestro Papa, l'altra il Vescovo S.Martino fatte fare dalla pietà dei Signori Franci...» (F.ANICHINI, Storia cit.,.231v) sono state trasferite in altre parti della chiesa, la prima nella cappella della Madonna delle Grazie, l'altra in una nicchia sulla parete di sinistra (ove è una Sacra Famiglia risalente al 1950 di artista romano). Sopra l'altare è un piccolo Crocifisso settecentesco di scuola toscana, montato su una croce moderna, e dietro di esso la cassa in travertino, realizzata nel 1966, che contiene il sarcofago ligneo che custodisce le spoglie del venerabile Giovanni. Sulle pareti di fondo dell'area presbiteriale sono due tele del XIX secolo di autore ignoto, raffiguranti l'Immacolata Concezione e San Giuseppe, e sull'ambone sono stati collocati i pannelli che ornavano il pulpito posto all'ingresso della cappella della Madonna delle Grazie, donato alla chiesa nel 1914 da Don Manini e demolito con i restauri del 1966. Di un pulpito più antico è data notizia nella "Visita Bossi" del 1576 (c.63): «Pulpitus ligneus est in limine Cappellae Sancti Rocchi», ovvero della cappella in cui è stato collocato il fonte battesimale, dopo la demolizione dell'altare «altum et ornatum in forma, Iconam habens congruam» (Ivi, c.62), avvenuta assieme a quella dell'altare maggiore e di quelli di S.Caterina addossato alla parete sinistra e del Rosario alla destra.

Prima dei restauri. L'interno verso la controfacciata.

Prima dei restauri. L'antico altare maggiore.

 

Prima dei restauri. La Cappella della Madonna delle Grazie.

Nel 1752 Francesco Anichini, oltre all'altare maggiore (Archivio Vescovile di Grosseto. Ms.1723, F.ANICHINI, Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, Vol.II, 1752, c.231v), enumera altri quattro altari all'interno della chiesa pievana : l'altare di S.Rocco «entro una cappella fatta in volta» (Ivi,c.234); l'altare del Rosario (Ivi,c.236); l'altare di S.Caterina (Ivi, c.237); Cappella e Altare della Madonna delle Grazie (Ivi, c.238v). È lo stesso numero degli altari visti - con la stessa dedicazione - dal visitatore Bossi nel 1576 (Archivio Segreto Vaticano. Congr. Vescovi e regolatori. Visite Ap.60 [già Congr. Concilii, Visite Ap. Vol.119], c.61v-65v), dei quali due, come ancora al tempo del cancelliere vescovile grossetano, collocati ognuno in una propria cappella. In quella di S.Rocco, dopo la demolizione dell'altare, è stato collocato il fonte battesimale che, come si vede dalla foto dell'interno scattata prima dei restauri, era in prossimità del portale di facciata. L'altare della Madonna delle Grazie è stato invece restaurato, e la cappella ha subito notevoli modificazioni.

Il fonte battesimale, collocato nella cappella già dell'altare di S.Rocco,«seppure di forme semplici, costituisce un esempio di interessante manifattura toscana... E' costituito da due differenti parti; il piedistallo, il fusto e la vasca, riconducibili al XV secolo, e una cupola a base esagonale coperta a falde decorate con motivo a scaglie, di probabile fattura settecentesca». (M.PARISI-E.VELLATI '99, pp.121-122) Nel 1576 il fonte «conditum est prope, et supra altare Sanctae Catherinae, et est lapideum non piramidatum, sed ad instar fenestrae» ("Visita Bossi", c.62). Recentemente è stata purtroppo trafugata una bella statua lignea policroma rappresentante San Michele Arcangelo, già sul lato sinistro della cappella. «L'opera è da ritenersi di scuola senese della prima metà del XVII secolo, vicina ai modi di Domenico Arrighetti. E' forse probabile che la collocazione originaria della statua fosse l'Oratorio di San Michele Arcangelo a Batignano, oggi non più esistente» ((M.PARISI-E.VELLATI '99, p.124).

 

«L'immagine di Nostra Signora, che conservasi in questa Cappella fatta in volta, e nell'Altare costrutto di stucchi, è un simulacro antico di legno, che s'intitola la Madonna delle Grazie tenuta in molta venerazione dal popolo di Batignano». Così Francesco Anichini (Storia cit., c.238v riferisce della statua della Madonna posta nella cappella di destra della chiesa, vista anche dal Bossi nel 1576 (cc.62v-63):«Cappella Beatae Virginis...in ea reperitur unicum altare ornatum in forma...Imaginem habens gloriosissime Virginis opere eleuato, et magnae devotionis, quae semper accensis luminibus ostendi solet». L'altare è l'unico ad esser stato risparmiato dai restauri della chiesa, e presso di esso è stata collocata la statua
lignea settecentesca di S.Silvestro che originariamente era ad un lato del vecchio altare maggiore. La cappella è stata privata della balaustra e del pulpito novecentesco che stava sul limite.
 

Torna su