L'esterno
 
L'intonaco moderno nasconde il tessuto murario della semplice facciata di S.Martino. Un oculo sormonta il portale d'accesso all'interno, oggi in effetti assai meno utilizzato per questa funzione rispetto all'ingresso laterale aperto sul lato meridionale, sulla Via di Mezzo. «Una breve scalinata conduce al sagrato del portale laterale sormontato da una lunetta archiacuta in conci di pietra sorretta da stipiti e architrave in travertino. Dal sagrato è possibile individuare due lati più antichi del complesso architettonico, oggi corrispondenti al perimetro della Cappella,

della Madonna delle Grazie. Dall'analisi del paramento murario si evince che questa porzione di edificio appartenne al nucleo primitivo della chiesa, costituito da pareti in conci di pietra regolari e inserimenti di elementi di riutilizzo di epoca alto medievale.

Quest'ultimi sono caratte-

rizzati da motivi vegetali e geometrici, da intrecci riconducibili alll'età caro-

lingia simili a quelli visibili su un frammento inglobato nelle mura perimetrali di un podere a Roselle. Quello riporta la firma del maestro autore, certo Magester Johannis. Un' affermata, tradizione orale li ricollega all'antica

pieve urbana di Roselle. Altri frammenti in origine nel presbiterio della basilica sono conservati presso il Museo Archeologico a Grosseto. Sul lato esposto a est si riconosce la sagoma di un oculo murato, probabile finestratura dell'antica struttura cultuale. Murata nella parete si trova anche l'iscrizione "M. PIETRO DA CORDIOS VICO VAL DI LUGANO FECIT, MDXXIII", che Cleppali riferisce ad un ampliamento della chiesa» (M.PARISI-E.VELLATI '99, p.120).
La presenza di frammenti scolpiti altomedievali e di lastre ricavate dallo spoglio di edifici romani sulla parete della Cappella della Madonna delle Grazie, di elementi architettonici anch'essi probabilmente romani nel portale della facciato, fa supporre la provenienza di questo materiale dai ruderi della vicina città etrusco-romana di Roselle, che dunque avrebbe costituito una cava di pietre per l'edificazione della chiesa di Batignano e per il suo ampliamento nel XIV secolo. Del resto altro materiale verosimilmente proveniente da Roselle è presente in Batignano: si pensi alle colonne della loggia poco distante dalla chiesa, che pare di dover identificare con «la Logia di Bino Abbate» ricordata dalla documentazione archivistica (Archivio di Stato di Siena, Capitoli 1, c.741, "Caleffo Vecchio", Vol.IV, ed. M.ASCHERI [a cura di], n. 1027. 1300 Aprile 20). In particolare la presenza dei frammenti altomedievali indicherebbe che i costruttori di S.Martino hanno attinto anche alla chiesa paleocristiana dell'antica città, il cui scavo ha messo in luce altri frammenti dercorati dallo stesso motivo che hanno quelli inseriti nella muratura della chiesa di Batignano.

 

 

La facciata prima dei restauri. Dalla fotografia è possibile notare l'intonacatura a strisce (bianche e rosse?) che copriva il paramento murario. Di questo è visibile una piccola parte, che pare avere le stesse caratteristiche di quello del perimetro della Cappella della Madonna delle Grazie, ritenuto esser costituito dai lati più antichi della chiesa. In particolare la porta appare realizzata con materiale dalla stessa provenienza dei frammenti inseriti in uno di quei lati.