La "strata per curiam Batignani"
 

Archivio di Stato di Firenze. Reggenza 675, ins.2. Pianta dello Stato Senese, Antonio Giachi,1766. Particolare. Il tracciato della strada che transita per Batignano, particolarmente evidenziata nella pianta, è quella stessa realizzata dopo la decisione del Consiglio Generale di Siena nel 1364. Si incontra a Paganico, per proseguire verso Siena transitando per i Bagni di Petriolo, con la «Strata qua itur Grossetum» che segue il corso dell'Ombrone e passa per Istia, famosa fra i mulattieri del XIV secolo per le sue locande.

Il 27 marzo del 1364 il Consiglio Generale di Siena delibera la realizzazione di una strada che dalle saline grossetane del Querciolo conduca fino a Paganico - e, dunque, che qui si immetta con quella che conduce a Siena -, raccomandando che transiti «per curiam Batignani» (Archivio di Stato di Siena. Consiglio generale 171, c.30r-v). Si tratta di una strada che deve sostituire, appunto nel tratto da Grosseto a Paganico, quella che passa per Istia, l'antica «Strata qua itur Grossetum» che corre lungo il corso dell'Ombrone, e che serva anche ad un miglior collegamento fra Siena ed il porto di Talamone. Ciò è ritenuto assai opportuno al fine di effettuare risparmi sui costi di trasporto del sale, certo superiori ogni anno rispetto alla spesa da sostenere per la costruzione. La deliberazione è assunta l'anno successivo a quello della completa sottomissione del castello di Batignano, e dunque Siena con questo provvedimento attua anche una valorizzazione della sua nuova acquisizione («ordinata pro bonificatione Grosseti et Batignani» recita un documento dello stesso 1364), riconoscendone del resto la peculiarità di sito idoneo al controllo della viabilità. Infatti che una importante via transitasse già da epoca antica nei pressi di Batignano è attestato dal Constituto Senese 1262, che stabilisce, infatti, «quod via et strata a domibus de Sciano ultra usque ad Fercole usque ad Paganicum, et a Paganico usque ad Roselle debeat examplari et sgombarari de maschiis et arboribus et sepibus ex ultraque parte vie, per XX.brachia» (L. ZDEKAUER, II Consituto del Comune di Siena del 1262, Milano 1897, p. 315). Questa strada che nel 1262 si pensa, senza poi realizzare il proposito, di recuperare liberandone l'antico selciato dalla vegetazione, evidentemente perché assolva la stessa funzione che viene assegnata a quella del 1364, dopo esser stata importantissima nell'antichità, è probabilmente utilizzata nell'altomedioevo. È dunque verosimilmente la necessità del suo controllo che determina l'incastellamento di Batignano proprio sulla collinetta che domina l'accesso alla pianura grossetana. La nuova strada per le saline del Querciolo, il cui tracciato per secoli sarà quello del collegamento fra Grosseto e Siena, inizialmente non trova il favore dei mercanti. Realizzata tanto velocemente da far supporre che si sia ricorsi anche al recu-
pero dell'antica, già ipotizzato nel 1262, nel novembre dello stesso 1364 la strada «iuxta Batignanum progrediens» è oggetto, infatti, d'attenzione del Consiglio Generale di Siena, poiché si è constatato che per quanto questa sia ormai «aperta et secura», nondimeno i conduttori dei muli, che trasportano sale a Siena ed assicurano il traffico delle mercanzie col porto di Talamone, preferiscono percorrere la vecchia strada che passa per Istia. E questo unicamente perché, notano i membri del Consiglio, gli «hospitatores» di quel castello offrono un'ospitalità tanto allettante nelle loro locande, da far sì che la via che passa per Batignano venga ignorata, con grave danno per il comune di Siena. Deliberano, pertanto, che «nec alia quecumque persona cum salmis vel mercantiis possit ire vel progredì versus portum predictum vel a partibus dicti portus Talamonis venire versus Senas per aliam stratam quam per dictam novam stratam».