Grosseto e la viabilità romana nel medioevo
 

Archivio di Stato di Siena. Ospedale S.Maria della Scala n.1406, c. 40v. 1469. Un pezzo di terra, presso il Rigo Salso (oggi Fosso Razzo, presso Torre Trappola) è «disotto alla carraia dimezzo che andava alebarche».

 

Archivio di Stato di Siena. Ospedale S.Maria della Scala n.1406, c.25, a.1430). Le due strade citate nel documento fanno da confine ad un pezzo di terra «iuxta fossatum rispescis» (fosso Rispescia) e, dunque, sono proprio di fronte a Grosseto, di là dal fiume. E' da ritenere che quella detta «carraria» sia una strada antica selciata, ormai dismessa in ragione delle condizioni paludose dei terreni della zona dell'Alberese, ed alla quale la via per Talamone costituisce l'alternativa più a monte. A c. 313v in Ivi, Statuti della città, Reg. 15, anni 1299-1312 (da c. 312 a c. 314 col titolo Dogana salis sono riportati gli "Ordinamenti sulla dogana del sale di Talamone") è riferito che (1307 Settembre 8) il Comune di Siena «miserit suos officiales ad videndum et ordinandum comodiorum viam pro mercantiis ducendis et reducendis a terra de Telamone".

È possibile constatare, osservando su una carta topografica il tracciato della strada che Grosseto al Bagno di Roselle, un particolare che la connessione di più dati relativi all'antica viabilità dell'area grossetana rivela non casuale. Infatti, facendo proseguire attraverso Grosseto la linea relativa all'asse di quella strada, si vedrà che incontra la cattedrale, ovvero il luogo ove esisteva la pieve di S.Maria, documentata dal 1015, per proseguire poi lungo l'Ombrone, secondo il tracciato della strada che conduce alla Tenuta la Trappola, cioè al sito documentato nell'altomedioevo col nome di Calliano, presso il Ponte del Diavolo, la "via publica" che nel 1298 (Archivio di Stato di Siena. Conventi 162, c. 271v, 1298 Novembre 9) fa da confine ad un pezzo di terra posto «in contrata dicta Massarone», nel 1430 è detta «Via vecchia che andava a foce di mare» e nel 1469 «la carraia che andava a le barche». Per quante modificazioni possa aver avuto la strada Roselle-Grosseto nel corso dei secoli, il suo tracciato non dovrebbe discostarsi da quello della «via ad balneum de Roselle» documentata dal 1272 come via pubblica, certo un tracciato antico.
Sembra evidente, infatti, che un collegamento fra la pieve di S.Maria di Grosseto e la sede vescovile di Roselle (esistente con certezza almeno dal 499 d.C.) vi sia, ed assicurato da una via rettilinea, non presentando il terreno alcuna difficoltà dal punto di vista altimetrico. Dunque la presenza della pieve su questa via rettilinea Grosseto-Bagno di Roselle che prosegue per Calliano, per lo stretto rapporto che gli studiosi hanno individuato fra antiche pievi e viabilità romana, conforta l'ipotesi che la via stessa sia un diverticolo di collegamento fra la città di Roselle e la strada romana che attraversa il fiume presso la foce. Poiché la chiesa si
trova all'incrocio fra questo diverticolo e l'asse sul quale avviene in senso longitudinale lo sviluppo urbanistico grossetano, la sua localizzazione avvalora anche l'ipotesi del transito per Grosseto di un'altra strada antica che, superato l'Ombrone proprio dove è nell'803 la chiesa di S.Giorgio del locus Grossito, si indirizza verso il nord aggirando ad oriente il Lago Prile. Potrebbe trattarsi della strada che garantisce a Roma il collegamento col nord prima della realizzazione della Aemilia Scauri nel 109 a.C.. Il suo transito ai piedi del 'Poggio Rispescia' - e dunque proprio poco al di là della riva sinistra deIl'Ombrone - è documentato da una carta senese del 1430, dalla quale risulta evidente come allora esista traccia di una strada lastricata che conduceva a Talamone benprima della via pedecollinare costruita da Siena per raggiungere quel porto e le saline dell'Osa. In definitiva la strada che, attraversato l'Ombrone là dove sorgerà la città di Grosseto si indirizza a settentrione transitando ad est del Lago Prile, non è che il prolungamento - avvenuto intorno al 200 a.C. - verso nord e fino a Luni della via Aurelia, che fin dal 240 a.C. aveva collegato Roma con Cosa. Questa strada era raggiungibile da Roselle, all'altezza del Calvello, «per stratam publicam recto itinere ad Campum Biscontorum et d. Ascanii Calvelli», come riferisce una confinazione del 1262 (Documento già in Archivio Vescovile di Grosseto. Monumenta Mensae Episcopalis Grossetanae olim Rusellanae, ed. L.Ximenes, Esame dell'esame...), ed è da ritenere che nell'alto medioevo il suo tracciato abbia notevole importanza. Esso è, infatti, funzionale alle esigenze di comunicazioni del sistema costituito dalle numerose corti maremmane che l'episcopato lucchese possiede in Maremma a seguito della conquista longobarda fino a tutto il secolo X, ovvero un sistema in cui è organizzata la produzione di terre che, dalle colline su cui corre lo spartiacque fra i bacini di Ombrone ed Albegna,giungono fino alla val di Cornia. Dal luogo della corte del locus Grossito, andando verso nord, per oltrepassare l'area acquitrinosa del Piano della Molla ci si avvale di due tracciati che l'aggirano iniziando ambedue là dove è il Lago Boccio. Uno orientale, costituito dalla «via que itur ad balneum calvellarum», documentata nel 1263 confinare una terra «in contrata laci boccii» Archivio di Stato di Siena. Diplomatico. Ospedale di S.Maria della Scala. 1263 Agosto 30) , che dopo Lago Boccio transita fra gli odierni Commendone e Poponaio, evitando la depressione in cui scorrono i tratti terminali del Fosso Salica (oggi Molla, nel Piano della Molla) e del Fosso Molla (oggi Molla vecchia), e punta poi verso Calvello, passando fra i Casoni del Terzo ed il Podere Pesciatino. L'altro occidentale, che si avvale dei cardini della centuriazione romana, particolarmente di quello che è registrato come «via vecchia dell'Uncinosa» (oggi Rugginosa) nel "Cabreo del Convento di S.Francesco"

Archivio di Stato di Siena.Conventi 491, "Cabreo o vero descrizione e piante delli beni et effetti spettanti al Convento dei P.P. Minori Conventuali di S.Francesco nella città di Grosseto. Fatto nell'anno del Signore 1723 dall'ingegnere Dionisio Mazzuoli", c.18. Parallela a quella dell'Uncinosa, è la "via di Barbanella". La "via vecchia dell'uncinosa" è la "via pubblica che va a Buriano" dall'Uncinosa, documentata verso la metà del '300 nella stessa carta che riferisce della strada che da Grosseto porta a Montepescali, ovvero la via che in località "Lago Boccio" fa da confine ad un pezzo di terra assieme alla Fossa del Comune di Grosseto ed al Lago Serpentario.

Archivio di Stato di Siena. Diplomatico. Archivio Generale. 1226 Maggio 18

di Grosseto del 1723. I due tracciati, superato il Piano della Molla, si riunificano nella Via che va a Montepescali, per poi giungere, oltre il fiume Bruna, ai piedi della collina di Giuncarico, ove in località Il Lupo nel 1226 è documentata essere un'«Incrociata», cioè un vero e proprio nodo stradale, verosimilmente là dove era la mansio di Saleborna registrata nella Tabula Peutingeriana e nell'Itinerarium Antonini Augusti (cfr. G.PRISCO '94, pp.299-300). All' Incrociata strade antiche di penetrazione verso l'entroterra (una «via antiqua et carraria» documentata nel 1076, la «via di lupo impiso» nel 1072) si incontrano con quella che - superato il «vadum de Yschia», oggi Podere Lischeti - viene da Grosseto, e che appunto qui è detta esser quella «unde homines Juncarchi consueverunt ire Grossetum». Oltre alla viabilità dal tracciato nord-sud, che può riferirsi a vie consolari, giunge a Grosseto anche una via romana dall'entroterra, ovvero la strada che nei documenti che riguardano località sul medio corso dell'Ombrone è detta «strata qua itur Grossetum».