La torre nella "Relazione Warren" del 1749
 


Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio, in Roma cartella 18/8, disegno n. 1266. Il disegno, desunto da quello realizzato dal Warren, ma con una grafica più accurata che permette di leggere meglio alcuni dettagli, presenta una veduta assometrica d'insieme e un fronte in proiezione ortogonale. La scala esterna è della tipologia presente in molte torri costiere. Poco distaccata dalla parete esterna cui è posta ortogonalmente, al suo arrivo in alto ha un piccolo ponte levatoio
Bartolomeo Gherardini, nella sua Visita fatta nell'anno 1676 alle città castella dello Stato della Città di Siena. Parte IV, annota: «Lungo le spiaggie del mare verso i confini del Re di Spagna sono due altri torri guardate, et altra non guardata, che servono per l’effetto sopradetto. In ciascuna delle dette torri guardate vi sta un castellano con due soldati. Una si dice Collelungo, e l’altra Cala di Forno. Ambedue i castellani sono pagati con i denari della Comunità di Grosseto a ragione di scudi 3 il mese per ciascuno, i soldati poi di Cala di Forno sono pagati dai Marsili padroni del Collecchio ivi vicino, e quelli di Collelungo da S. A.». La torre nel 1749 è visitata dal un altro importante personaggio, il Colonnello del Battaglione di Artiglieria Odoardo Warren, Direttore Generale delle Fortificazioni in Toscana. Questi, oltre ad effettuare il rilievo del fortilizio, redige una relazione che, oltre a descriverlo, informa su quanto esiste attorno ad esso e su quale vita conducano gli uomini che vi stanno di presidio. «La torre di Collelungo è la seconda dependente della Toscana che sia allevante del fiume Ombrone, questa è situata sopra un'altezza di circa trenta braccia sopra l'acqua del mare. All' alto della torre vi è un focolare sopra al quale si accendono delle fascine per avvisare gli abitanti dell'isola del Giglio divenire a prendere gli ordini di terra ferma e questo segnale si da sempre all' entrata della notte. Essa è distante due miglia da Cala di Forno, tre miglia dall' Alberese, e dieci da Grosseto. Questa torre è quadrata e fatta come quella di Cala di Forno, non è stato possibile di rinvenire il tempo nel quale fu fabbricata. Non v'è nei contorni che una spiaggia dove si tirano in terra le filughe che vi approdano alla distanza di un colpo di fucile. Non vengono in questi contorni che dei pescatori napoletani che vi anno nove Capanne di sarmenti lungo la spiaggia che loro servono di abitazione essi mandano il pesce che prendono a Siena e a Volterra. Vi è vicino al piede di questa torre un piccolo quartiere composto di due stanze e un forno,  il tutto  per l'uso del Castellano che ha an-
ancora un giardino ed una vigna che può produrre venti barili di vino. Si va a prendere l'acqua ad una fonte chiamata Luccellina in un bosco situato a due miglia distante dalla torre, e che è alla sommità di un monte, ciò che rende questa provvigione difficile al Cannoniere che è avvezzo a farla. Non vi è che un castellano e un Cannoniere, il primo occupa il primo piano, il secondo è per il Cannoniere, vanno questi alla mensa all' Alberese che ne è distante di due miglia. L'artiglieria consiste in un pezzo di quattro libbre ed uno di due libbre, un mortaretto per i segnali, delle spingarde, alcuni fucili, dell' armi bianche, delle munizioni. Questa torre è distante miglia 10 da Grosseto» (Archivio di Stato di Firenze. Segreteria di Gabinetto 695).